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Ieri il tema dei sorvoli sulla città di Bologna degli aerei in decollo e atterraggio all’aeroporto Marconi ha infiammato le pagine di alcuni giornali. Tutto ha preso le mosse da un post di Virginia Gieri, la cui infografica trovate qui a fianco. Il testo dice che “ci sono migliaia di sorvoli della città che possono – e devono – essere evitati”. In modo ancora più esplicito, il testo del post di accompagnamento è il seguente:
Mentre l’aeroporto Marconi continua a battere record di passeggeri, i sorvoli della città sono ormai nell’ordine del centinaio al giorno, con migliaia di bolognesi che chiedono maggiore attenzione per la loro #salute e il loro diritto a vivere e riposare.
A fronte di questo grande disagio si parla molto di virate anticipate per gli aerei in decollo, di mitigazioni ambientali, si pone il (giusto) tema del riequilibrio fra gli aeroporti a livello regionale: tutti temi interessanti, ma di contorno. Questo perché c’è un macigno grande come una casa che attende di essere affrontato e rimosso. Lo studio di ENAV che sancisce la possibilità di usare solo il lato ovest (operando per “piste opposte”) per gestire fino a 14 movimenti/ora, e l’elaborazione dei dati 2023 effettuata dal consigliere Giuseppe Paruolo, dimostrano in modo chiarissimo che, se lo si volesse, si potrebbero evitare i due terzi dei sorvoli attuali della città: subito, nelle attuali condizioni, senza minimamente impattare sull’operatività aeroportuale. Questa è dunque la #priorità.
È colpevole che Aeroporto Marconi, ENAV ed ENAC continuino ad eludere questo punto. Come #istituzioni dovremmo essere in grado di chiedere loro con forza di fare prima tutto questo: operare di giorno con le modalità già in uso nelle ore notturne.
Per dare una svolta decisiva al tema del rumore aeroportuale sulla città basterebbe il coraggio della verità.
Leggete bene: si dice chiaramente che “subito, nelle attuali condizioni, senza minimamente impattare sull’operatività aeroportuale”, ovvero senza ridurre i voli, si potrebbe operare diversamente riducendo di molto (circa due terzi) gli attuali sorvoli della città.
Virginia Gieri fa esplicitamente riferimento all’elaborazione dei dati che ho personalmente condotto, chi mi segue già lo sa, ci sono i miei post di gennaio e giugno 2024 che lo spiegano dati alla mano. I cittadini più attenti hanno capito benissimo, anche perché non è che ci voglia chissà che per capire il concetto. Se si operasse sul lato ovest ogni volta che è possibile, molti più voli decollerebbero verso ovest e atterrerebbero da ovest (che è ciò che da anni le leggi regionali e le ordinanze di Enac prescrivono, sulla carta) senza dover sorvolare la città. Quindi molti meno sorvoli della città a parità di voli.
Le agenzie l’altro ieri battono la dichiarazione di Virginia Gieri. Poi iniziano ad arrivare le risposte. Inizia il viceministro Galeazzo Bignami che dichiara che il Governo “difenderà questa infrastruttura che deve rendersi certo compatibile con il contesto urbano e sociale in cui si trova, ma rimanendo centrale nel sistema produttivo. Prese di posizione incompetenti e demagogiche delle sinistre danneggiano Bologna, la Regione e l’intero sistema economico produttivo del territorio”. Come si vede Bignami non entra nel merito, ma parla di “prese di posizioni incompetenti e demagogiche” riferendosi evidentemente alla dichiarazione di Virginia Gieri. Un po’ la stessa reazione che ebbe nei miei confronti l’AD di Aeroporto Ventola dopo la mia conferenza stampa di gennaio, vale a dire una posizione denigratoria senza minimamente stare al punto, nel tentativo di mettere tutto in polemica perché la gente che legge abbia il dubbio che non sia vero che si potrebbero avere molti meno sorvoli della città a parità di voli gestiti. Il punto dirimente è di merito, come rispondono Virginia Gieri e Francesco Critelli a Bignami subito dopo: “Il problema che Bignami non vuole evidentemente affrontare – affermano Gieri e Critelli – è se è vero o meno che si potrebbero evitare due terzi degli attuali sorvoli diurni senza minimamente ledere l’operatività (e dunque l’importanza commerciale e strategica) di Aeroporto. Se ciò è falso, che Bignami lo dimostri. Se invece, come crediamo, è vero, allora non si tratta affatto di un attacco ma di una richiesta del tutto ragionevole per ‘rendere l’infrastruttura compatibile con la città’, obiettivo che a parole fa suo lo stesso Bignami”. Quindi, secondo i candidati democratici per il Consiglio di viale Aldo Moro, il “punto dirimente è di merito: chi ritiene che i calcoli fatti sulla base dello studio di Enav siano sbagliati, lo deve dimostrare, prima di attaccare in modo strumentale chi chiede di salvaguardare al meglio la salute dei cittadini”.
Dopo questo batti e ribatti, dovrebbe essere chiaro anche ai più duri di comprendonio che il tema posto da Virginia Gieri è sulla modalità di gestione dell’operatività aeroportuale, perché riteniamo che sia possibile ridurre drasticamente i sorvoli senza per questo dover ridurre i voli. E se ciò che affermiamo è vero, è chiaro che non ci farebbero una gran figura la società Aeroporto, Enav ed Enac che da anni parlano in modo fumoso di ragioni legate al meteo, alla sicurezza, alla gestione del traffico aereo, per giustificare un modus operandi che in realtà, guardando ai dati, è del tutto evidente che è motivato da altre ragioni. Se qualcuno vuole dimostrare che ci sbagliamo, che mi sbaglio, io da sempre sono pronto a confrontarmi in ogni sede pubblica, dati alla mano. Ma tutta questa capacità di dimostrare che mi sbaglio evidentemente non c’è, visto che nei mesi scorsi nessuno di chi mi ha criticato ha mai accettato un confronto nel merito. Il trio Aeroporto, Enav, Enac ha a volte partecipato a commissioni istituzionali, ma alle domande scomode di solito rispondendo dicendo che è di competenza di un altro dei tre enti (che in quel momento non c’era) o qualificandosi come uditori senza intervenire (come all’ultima commissione comunale di settembre scorso), e lasciando come unico luogo di interlocuzione la Commissione Rumore Aeroportuale nella quale però non sono mai riuscito ad arrivare personalmente (nonostante abbia a più riprese chiesto alla Regione di essere delegato).
Ma torniamo alla sequenza di dichiarazioni. Il punto posto da noi era chiarissimo, e la replica di Gieri e Critelli a Bignami lo aveva chiaramente ribadito. Ciò nonostante hanno continuato a suggeguirsi dichiarazioni al limite del surreale. Dopo una dichiarazione fuori contesto del senatore Marco Lombardo che dichiara “Non bisogna ridurre il numero dei voli o il numero dei passeggeri”, a metterci il carico è direttamente il leader nazionale di Azione, Carlo Calenda: “C’è un aeroporto che sta andando bene e la proposta del Partito Democratico di diminuire i voli per farlo andare male, direi che è proprio una cazzata.” A seguire arriva anche il leghista Di Benedetto “La sinistra vuole tagliare i voli del Marconi? Proposta irricevibile che mette a rischio il nostro tessuto commerciale, non solo quello legato al turismo ma anche la componente produttiva”. Avanguardia del ministro Salvini che arriva e dichiara “Sento che qualcuno vorrebbe che l’aeroporto funzionasse di meno: no, anche no.”
Ci serve una politica che non sappia stare al merito? Che invece di confrontarsi sulla sostanza – perché ci sta che si possano avere idee diverse e il confronto è il sale della democrazia – si riduce a distorcere così platealmente le dichiarazioni altrui pur di poter rispondere non a quanto è stato detto ma a tutt’altro? Possibile che ci sia chi deliberatamente gioca sulla terminologia, confondendo i termini voli e sorvoli, pur di piazzare una dichiarazione ad effetto nella speranza di tirare su qualche voto? Ha a cuore il bene comune chi si adopera per intorbidire le acque e fare in modo che i cittadini non capiscano quali sono i termini della questione di cui si sta parlando? A chi fa gioco tutto questo? Non ai cittadini: io credo che di questo tipo di politica l’Italia, non solo l’Emilia-Romagna, non abbia per niente bisogno.
Passiamo invece alle dichiarazioni sensate. Riporto una mail ai giornali del Comitato “Bologna, l’aeroporto incompatibile”:
Un bel tacer (sul Marconi) non fu mai scritto
E’ notizia di oggi che gli onorevoli Bignami e Calenda non hanno proprio potuto esimersi dal parlare senza conoscere e/o capire la proposta Paruolo-Gieri di utilizzo in via preferenziale dello spazio aereo del Bargellino.
Facciamo un sunto in parole semplici a beneficio di tutti: uno studio realizzato da ENAV nel 2022 ha evidenziato come sia possibile gestire fino a 14 movimenti orari (decolli e/o atterraggi) sul Bargellino, ovvero SENZA sorvolare la zona densamente popolata del Navile.
Il successivo approfondimento di Paruolo ha dimostrato come troppo spesso, anche quando i movimenti sono meno di 14, si continua a decollare o atterrare lato Navile. La domanda posta da Paruolo (e condivisa anche da altri gruppi politici, come i Verdi) è: perchè ENAV non applica quanto afferma?
Se aveste dedicato due minuti a leggere la proposta invece di precipitarvi a fare brutte figure a mezzo stampa, avreste capito che nessuno sta parlando di limiti, di decrescita o di licenziare lavoratori! Viene chiesto solamente di applicare ciò che ENAV ha decretato come possibile, ovvero operare senza dare fastidio alla città.
Sarebbe il caso che l’onorevole Bignami si impegnasse veramente per far rispettare quello che gli enti preposti e controllati dal Ministero di cui egli stesso è viceministro hanno messo nero su bianco, invece che rilasciare dichiarazioni in libertà.
Su Calenda… beh… il titolo di questa email dice già tutto.
Comitato “Bologna, l’aeroporto incompatibile”
Ringrazio poi la consigliera comunale Giulia Bernagozzi:
Richiamando le dichiarazioni fatte ieri dalla candidata alle regionali Virginia Gieri (Pd), “il tema- afferma intanto Bernagozzi- non è che l’infrastruttura deve chiudere, il tema rimangono i sorvoli”. Occorre dunque “specificare che non si tratta di voli ma di sorvoli, perché bisogna capirla bene la differenza: il tema che è stato presentato anche in commissione sono i sorvoli cittadini. Spiace che non fossero tutti presenti”. E così il viceministro Galeazzo Bignami (Fdi) “oggi forse non ha capito il tema”, punge la dem, ma “se magari la prossima volta viene anche lui in commissione, glielo rispieghiamo. Si tratta di ridistribuire i sorvoli in modo che ci siano meno sorvoli sulle nostre teste”.
E il consigliere comunale Claudio Mazzanti (già presidente del quartiere Navile):
“Siamo al ridicolo- commenta- Bignami oggi fa il paladino dell’aeroporto, ma ricordo che anche Fdi, prima che andasse al Governo, raccoglieva firme a Pescarola contro il rumore aeroportuale e andava alle assemblee dei comitati”. Oggi di fatto, sempre secondo Mazzanti, “sostanzialmente Enac e Enav fanno quello che vogliono. E non è vero che Gieri vuol fare morire l’aeroporto, ma fa una richiesta intelligente sulla base di dati provati dal consigliere Paruolo. In politica servirebbe anche decenza e onestà intellettuale”.
Misurata e corretta la dichiarazione del nostro candidato presidente Michele De Pascale, di cui mi permetto di sottolineare una frase:
“Gli obbiettivi, che siamo disponibili a confrontare con tutti – ha aggiunto de Pascale – credo però siano ormai molto chiari. Qualificare il traffico e l’accoglienza del Marconi, aumentare i flussi complessivi regionali attraverso la piena valorizzazione anche degli altri tre scali, mettere in campo ogni azione tecnica e ogni investimento possibile per ridurre al minimo gli impatti ambientali ed acustici di tutti gli scali, anche in questo caso ovviamente con particolare attenzione al Marconi, che per la grande mole di traffico è evidente che abbia gli impatti maggiori”.
E concludo con la breve spiegazione che ho mandato privatamente a uno dei dichiaranti a vanvera (mi perdonerete il linguaggio un po’ colloquiale):
1) all’inizio del 2023 ENAV (non zio Paperino) rilascia uno studio in cui certifica che il Marconi operando in modalità piste opposte (tecnicismo per significare – nel caso di Bologna – atterraggi da ovest e decolli verso ovest, cioè senza sorvoli della città) potrebbe gestire un massimo di 14 movimenti (decolli+atterraggi) all’ora, mentre in modalità singola pista (atterraggi da ovest e decolli verso est o viceversa) può arrivare a gestirne 24;
2) sulla base dei dati dei primi 10 mesi del 2023 io calcolo che due terzi dei sorvoli della città sono avvenuti in orari in cui i movimenti orari erano minori o uguali a 14, mentre un terzo dei sorvoli afferisce ad orari con più di 14 movimenti all’ora;
3) se ne deduce che adottando la modalità piste opposte negli orari con un numero di movimenti entro 14 si potrebbero eliminare circa due terzi dei sorvoli, senza minimamente incidere sull’operatività aeroportuale e sul numero totale dei voli;
4) a ulteriore riprova, analizzando il modo di gestire decolli e atterraggi in orari notturni prima e dopo la crisi di giugno 2023 col Comune di Bologna, si verifica agevolmente che dopo la crisi negli orari notturni l’Aeroporto ha operato per piste opposte (dunque solo lato ovest) gestendo anche 14/15 movimenti all’ora, senza sorvolare la città; quindi basterebbe usare di giorno la stessa modalità usata di notte, almeno negli orari con un numero di movimenti che lo consente;
5) su questi dati non c’è mai stato un confronto tecnico o una spiegazione, ma solo accuse di incompetenza o vaghi riferimenti a ragioni meteo/sicurezza/motivazioni logistiche che, prese una ad una, possono essere agevolmente smontate da una semplice analisi dei dati dei movimenti aeroportuali;
6) ergo, i motivi per cui non vogliono farlo sono altri, che non dicono, anche se non è difficile immaginarli… ma a questa chiarezza ancora non siamo arrivati.
Ricordo a tutti (compresi Salvini, Bignami, Calenda, Enac, Enav e Aeroporto) che sono pronto a confrontarmi sui dati con chiunque di loro o con qualunque loro esperto, in qualsiasi sede, e sfido chiunque di loro a dimostrare – dati alla mano – che è falso affermare che gestendo diversamente l’operatività e a parità di voli tantissimi sorvoli della città potrebbero essere evitati.
Chi ha paura della verità?