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Ho scelto dieci battaglie esemplificative del mio impegno fra quelle che ho sostenuto nel mandato 2014-2019, per spiegare la mia specificità, quale è il cambiamento per cui sono impegnato, con quali forze ho dovuto fare i conti. Alcune di queste battaglie le ho vinte, altre le ho perse o – meglio – sono ancora in corso. Non sono battaglie da tutti: se vi ci riconoscete potete rieleggermi per darmi la forza di continuarle.
Sui ticket sanitari regionali ho nel tempo portato avanti una battaglia per renderli più equi, in particolare in relazione ai carichi familiari. Una mia risoluzione che propone di determinare le fasce di reddito in base al reddito pro-capite è stata approvata dall’Assemblea nel 2016. Successivamente, la Giunta ha deliberato l’azzeramento del ticket regionale per tutti tranne che per la fascia di reddito più alta, a partire dal 2019, e ha inoltre varato ulteriori facilitazioni a vantaggio delle famiglie con almeno due figli a carico.
Una battaglia vinta contro chi per anni ha fatto orecchie da mercante sul tema famiglia. Per certi versi andando anche oltre le aspettative: io chiedevo una rimodulazione nel senso dell’equità, si è giunti all’azzeramento per la grande maggioranza della popolazione. Anche se sarebbe stato meglio a mio avviso che la definizione della soglia della ricchezza (in questo caso famiglie con oltre 100 mila euro di reddito annuo) fosse stata espressa da una soglia che tenesse conto dei carichi familiari.
Da diversi anni i residenti della zona della città che si trova sulla direttrice dell’aeroporto, subiscono i disagi causati dal rumore dei velivoli. Il volume di traffico dell’aeroporto continua a crescere, ma nella suddivisione di responsabilità fra società di gestione, ENAC ed ENAV non si riesce a venire a capo del problema. Ci sono raccomandazioni che indicano di orientare il traffico sul lato opposto alla città ma vengono nella pratica disattese. In questo quadro, a fronte della richiesta del M5S di applicare la tassa sul rumore (IRESA) più volte non accolta dall’assessorato, mi sono impegnato per fare cambiare questa posizione e alla fine l’ho spuntata. La tassa verrà applicata dal primo gennaio prossimo, e per come l’abbiamo formulata mi auguro che possa servire ad orientare i movimenti verso il rispetto della direttiva di cui sopra. Naturalmente non è detto che basti, e quindi servirà fare anche altro per non lasciare soli i cittadini di fronte all’inquinamento acustico degli aerei.
Una battaglia aperta, contro chi ritiene che il rumore sia da sopportare e basta. Ma abbiamo segnato un passo avanti che speriamo possa produrre effetti concreti. E se non sarà sufficiente, dovremo fare di più.
Il Servizio Ferroviario Metropolitano attende ancora di essere compiutamente realizzato, portando avanti il raddoppio dei binari ovunque possibile e realizzando le linee passanti in modo da evitare che l’arrivo in stazione centrale segni sempre una rottura di carico. Non si tratta di proposte originali, ma semplicemente di realizzare quanto previsto dai progetti ufficiali, per una cadenza dei treni che li renda effettivamente appetibili rispetto al mezzo privato, con benefici evidenti per l’ambiente e per il traffico. Purtroppo si continua a prevedere l’interramento della Bologna-Portomaggiore in area urbana (per eliminare opportunamente diversi passaggi a livello) a binario singolo invece che con lo spazio per il raddoppio del binario, e nonostante la mia insistenza la motivazione cambia ogni volta (qui c’è una botta e risposta). E non si hanno notizie di quando verranno attuate le linee passanti (qui una mia recente interrogazione).
Una battaglia persa, almeno finora, e non si capisce nemmeno perché e contro chi. Ma non demordiamo.
La battaglia per l’ambiente è una priorità fondamentale, ma più che dirlo è importante fare. La nuova legge urbanistica si pone l’obiettivo di fermare il consumo di suolo. La legge è stata approvata con diversi miei emendamenti, orientati alla difesa dell’ambiente. In particolare contro la dispersione insediativa al di fuori del territorio urbanizzato, per la presentazione annuale dello stato del consumo di suolo del territorio da parte dei comuni, per una specificazione stringente del riuso e rigenerazione da incentivare, norme a garanzia dell’indipendenza dei tecnici incaricati che vadano a far parte degli uffici di piano, per una maggiore partecipazione dei cittadini e il controllo pubblico sulle scelte più rilevanti, la possibilità di utilizzare i proventi dei titoli edilizi e delle sanzioni per bandire concorsi di progettazione.
Una battaglia vinta in linea di principio contro chi avrebbe voluto mettere in secondo piano la tutela dell’ambiente, ma ora occorre vigilare sulla concreta applicazione, per impedire interpretazioni volte ad aggirare lo spirito della legge.
Le partecipate pubbliche sono strumenti importanti per dare buoni servizi ai cittadini. Sovente però la loro natura le mette in una posizione dedicata: da un lato concessionari pubblici, dall’altro società possedute (solo o anche) da enti pubblici. Va perseguita l’efficienza ma per poi fornire il migliore servizio ai cittadini, e la politica deve fare la sua parte. Ho dato battaglia ogni volta che ho avuto sentore che si desse priorità a logiche diverse dal mettere al primo posto l’interesse pubblico e il servizio ai cittadini. L’ho fatto a più riprese nei confronti di Acer, registrando un netto miglioramento dopo il cambio dei vertici, e nei confronti di BolognaFiere, Hera, Aeroporto. Ho contribuito al riordino delle società in house regionali, facendo poi il relatore della legge. Mi sono interessato alla questione Interporto, anche proponendo un intervento di TPER. Proprio su TPER infine ho vigilato a proposito della scelta di entrare nel mercato obbligazionario, sui costi di esercizio ed altri aspetti, con esiti alterni e questioni tuttora aperte.
Una battaglia in corso, contro l’attitudine a socializzare i costi e privatizzare i profitti, che ritengo importante portare avanti. La politica, anche a fronte di obiettive complessità tecniche, corre il rischio di ridursi a spettatore salvo dovere fare poi i conti con gli esiti di scelte discutibili su cui sarebbe stato meglio intervenire per tempo. Sono cosciente di essere stato vissuto come fastidioso da chi preferirebbe che i consiglieri regionali si facessero i fatti propri, per così dire. Come cittadino, io preferirei avere rappresentanti attenti piuttosto che accondiscendenti, e mi comporto di conseguenza.
Ho promosso come primo firmatario una legge regionale sulle Pro Loco, approvata a larghissima maggioranza nel 2016, dopo un iter lungo (iniziato con la collega Paola Marani ancora nel mandato precedente) e travagliato. La nuova legge riconosce e valorizza il ruolo delle Pro Loco in collaborazione con gli enti locali, ed individua canali di finanziamento da erogare tramite bandi pubblici. Ad oltre tre anni dall’approvazione della legge, durante i quali sono stati emanati ben tre bandi di finanziamento (2017, 2018, 2019) per un importo complessivo di oltre 1 milione di euro, è evidente che la nuova legge abbia determinato una svolta nel rapporto fra il mondo delle associazioni Pro Loco e l’amministrazione regionale.
Una battaglia vinta contro chi vedeva il turismo solo come prerogativa delle località più note e chi avrebbe preferito non valorizzare la specificità delle associazioni Pro-Loco. Ed è anche l’inizio di un percorso che deve continuare ed evolvere, perché dall’alleanza fra volontariato e istituzioni può nascere molto per la valorizzazione del territorio ed un turismo a misura d’uomo che valorizzi anche posti belli ma poco conosciuti che abbiamo nella nostra Regione.
Per contrastare ogni forma di sfruttamento e lesione della dignità delle persone, ho presentato, ed è stata approvata, una risoluzione per sostenere i progetti per togliere dalla strada le vittime di tratta e sfruttamento. Per combattere la prostituzione, dobbiamo arrivare a prevedere forme di punibilità dei clienti, modello sperimentato con successo in diverse nazioni del nord Europa.
Nell’iter che ha portato all’approvazione di una legge contro le discriminazioni verso le persone lgbt+, mi sono impegnato, con altri colleghi, per apportare significative modifiche al testo iniziale, depurandolo di aspetti ideologici non condivisibili e riaffermando la condanna di una pratica di sfruttamento delle donne e dei bambini quale è la maternità surrogata. Il testo finale, frutto di un confronto serrato, ha rappresentato un punto di equilibrio che ci ha permesso di approvare la legge, al termine di una lunga maratona assembleare dovuta ad un duro ostruzionismo in aula da parte della destra.
Una battaglia in corso, ma ci sono stati significativi passi avanti. Si tratta di una battaglia per definire l’identità della sinistra. Mi preoccupa la convergenza sia da destra che da una parte della sinistra, concordi nel voler sdoganare la prostituzione sotto l’egida dell’autodeterminazione. Con la stessa logica c’è chi vorrebbe aprire alla surrogazione di maternità. Invece, con il testo della legge approvato abbiamo dimostrato che si possono combattere le discriminazioni senza cedere a derive ideologiche e con parole chiare contro ogni forma di sfruttamento.
Da tempo sono convinto che sarebbe utile, anzi fondamentale, che i cittadini potessero trovare tutte le informazioni sui servizi sanitari a loro disposizione in un unico portale (ovvero app per la consultazione in mobilità). Tutte le informazioni disponibili, aggiornate in tempo reale, senza dover prima capire a quale azienda sanitaria appartenga l’ospedale o lo specialista, e trovando risposta con grande facilità a domande semplici come ad esempio: quale è la farmacia aperta più vicina? dovendo andare da un otorino, quali sono gli specialisti di questa branca e dove visitano? dove sono (sulla mappa) gli ambulatori dei medici di famiglia? quanta coda c’è in questo momento allo sportello cup più vicino? e quante sono le persone e il tempo stimato d’attesa nei pronti soccorso? E così via. Da assessore alla sanità di Bologna, avevo molto faticato a convincere le diverse aziende sanitarie a dare vita ad un portale metropolitano, annunciato e con diverse informazioni funzionanti nel 2009. Ma negli anni successivi il progetto venne congelato, tornando a sviluppare portali aziendali non sempre di facile fruibilità. Il sito metropolitano esiste ancora, con meno informazioni del 2009 e mai ulteriormente sviluppato. E’ un’idea che ho tentato di rilanciare dalla Regione, a più riprese, ottenendo promesse che poi non sono state mantenute. In questo mandato sono stato relatore della legge sulle farmacie, e sono riuscito ad inserire un articolo che regola le diverse modalità di fruizione (testo accessibile, grafica georeferenziata, open-data, sito ottimizzato anche per i cellulari) del servizio online di informazione sulle farmacie. Era un modo, come ho dichiarato esplicitamente, per rilanciare l’idea del portale sanitario, stavolta in chiave regionale, partendo dalle farmacie. Purtroppo l’applicazione concreta vede siti molto diversi a seconda delle AUSL territoriali, alcuni fatti piuttosto bene ed altri piuttosto male, ma comunque l’idea del portale/app unico e fruibile è ancora lontana da essere realizzata.
Una battaglia persa, finora, contro chi continua a preferire un’ottica aziendale ad un servizio orientato al cittadino, ma che intendo rilanciare con forza in futuro.
Dopo aver concordato la riduzione dei punti periferici di raccolta sangue da 27 a 11 per tenere conto dei nuovi requisiti di accreditamento e di esigenze di razionalizzazione delle spese, c’è stato il tentativo strisciante di non riaprire diversi dei centri previsti che ho denunciato in questo post di fine 2014. Grazie all’impegno mio e di altri nelle istituzioni, alla fine l’azienda sanitaria ha onorato l’impegno e con l’inaugurazione dell’ultimo presidio periferico nel 2017 si è giunti agli 11 punti previsti: Bazzano, Budrio, Castel Maggiore, Castiglione dei Pepoli, Loiano, Medicina, Molinella, Porretta Terme, San Giovanni in Persiceto, San Pietro in Casale e Vergato.
Una battaglia vinta contro un approccio burocratico miope, importante perché i donatori sono un bene sociale da tutelare, e non un serbatoio cui attingere a piacimento quando serve.
Per ultimo non cito un episodio singolo, ma un impegno che porto avanti da quando ho fatto l’assessore comunale alla salute a Bologna (2004-2009), ed ho imparato a conoscere tante associazioni che operano in ambito sanitario. Ho compreso la ricchezza che esse rappresentano, il valore aggiunto che portano, l’importanza dell’interlocuzione per promuovere miglioramenti concreti per la vita delle persone. Sono donatori di sangue, di organi, di midollo, emodializzati, trapiantati di fegato, di cuore, di reni, associazioni legate al settore dell’oncologia (generali e femminili), alle diverse patologie croniche (dal diabete alle malattie reumatiche, endometriosi, fibromialgia, sindrome di Meniere), ai piccoli pazienti (neonati, patologie cardiache), soccorritori, promotori di tecniche salvavita e di rianimazione, persone con disabilità e loro familiari (autismo, sindrome di down, sordità, disabilità intellettive e relazionali, difficoltà cognitive), patologie emergenti come i disturbi del comportamento alimentare o gli eremiti sociali, il mondo interessato al tema del “dopo di noi” ed altro ancora. In questo mandato siamo riusciti a risolvere problemi piccoli e grandi, migliorare delibere (come sull’autismo e sui trapianti), varare nuove leggi (come quella sulla sordità), contribuire al miglioramento costante del nostro sistema sanitario.
E’ una battaglia che porto avanti con continuità, perché è così che possiamo essere davvero comunità.
Altre battaglie, non meno importanti, forse, le trovate consultando il sito in generale e in particolare il resoconto di mandato e gli indici allegati.