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Mandato 2014-2019

Giuseppe Paruolo
Consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, Partito Democratico / Presidente V Comm. (Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport, Legalità) / Membro della IV Comm. (Sanità e Sociale)

Questo mandato regionale giunge al termine ed è doveroso tirare un po’ di somme. Rendicontare le mie attività agli elettori è stato un impegno che ho mantenuto con costanza lungo tutto il mandato, inviando ogni mese a tutti gli interessati un notiziario via mail (chi vuole può aggiungersi direttamente usando il modulo qui sulla sinistra). Tutte le newsletter sono sul mio sito, volendo c’è anche un indice cronologico delle 61 (finora) newsletter relative al mandato che si sta concludendo, e un indice tematico che sto completando, oltre a questa sintesi. Sono 285 i post pubblicati in 5 anni, relativi a provvedimenti regionali, temi politici, approfondimenti su questioni che ho seguito in prima persona. Se volete conoscere il dettaglio, lo trovate lì, qui mi limito a qualche sottolineatura.

Il mandato è cominciato approvando una legge che ha tagliato di oltre il 15% le indennità dei consiglieri. I vitalizi erano già stati aboliti per i nuovi, e a chi ne aveva diritto è stata data la possibilità di rinunciarvi. Io sono stato l’ultimo consigliere regionale a poterne usufruire e uno dei primi a rinunciare al vitalizio. I rimborsi sono stati praticamente azzerati, se non per le missioni istituzionali: pur avendone svolte oltre 90, in tutto il mandato le mie richieste di rimborso sono state pari a zero. Anche le mie campagne elettorali sono all’insegna della sobrietà: spendo soldi miei senza chiedere contributi a nessuno, l’ho fatto in passato e lo farò anche stavolta. Sulla sobrietà, il rammarico principale è che le altre Regioni non ci abbiano seguito.

Sulla sanità continuiamo ad investire, anche in questi giorni vengono inaugurati nuovi reparti e dispositivi tecnologici. Volendo citare tre cose fra le tante, ricordo il piano straordinario per l’abbattimento delle liste d’attesa, la decisione di rilanciare sull’obbligo vaccinale (primi in Italia), il piano di potenziamento del pronto soccorso. È proprio sul versante dell’emergenza che si concentrano sia eccellenze (come il sistema del 118) che sofferenze (come la carenza di medici) su cui è necessario fare di più.
Personalmente mi sono speso per sollecitare i piani di gestione degli iperafflussi nei PS, poi varati, per promuovere una profonda revisione del superticket in modo da non penalizzare le famiglie, poi cancellato per tutti i nuclei familiari con reddito sotto i 100 mila euro, insieme ad altre misure rivolte alle famiglie con figli. Sono stato relatore di leggi importanti come quella sul riordino delle farmacie e sull’accreditamento sanitario.
Soprattutto ho tenuto i legami con l’ampio mondo dell’associazionismo sanitario: donatori di sangue, di organi, di midollo, emodializzati, trapiantati di reni, fegato, cuore, associazioni legate al settore dell’oncologia (generali e femminili), alle diverse patologie croniche (dal diabete alle malattie reumatiche, endometriosi, fibromialgia, sindrome di Meniere), ai piccoli pazienti (neonati, patologie cardiache), soccorritori, promotori di tecniche salvavita e di rianimazione, persone con disabilità e loro familiari (autismo, sindrome di down, sordità, disabilità intellettive e relazionali, difficoltà cognitive), patologie emergenti come i disturbi del comportamento alimentare o gli eremiti sociali, il mondo interessato al tema del “dopo di noi” ed altro ancora.
Un collegamento costante che ha consentito di risolvere problemi piccoli e grandi (non sempre, ci sono anche gli sforzi che non hanno finora sortito i risultati sperati), migliorare delibere (come sull’autismo e sui trapianti), varare nuove leggi (come quella sulla sordità), contribuire al miglioramento costante del nostro sistema sanitario. Anche con diversi professionisti e con vari ordini professionali c’è stato un dialogo, per superare sia l’approccio celebrativo che quello di critica sterile, e cercare insieme di comprendere cosa occorre migliorare e come.

Il ruolo dell’associazionismo, da quello sanitario a quello sportivo, è fondamentale anche sulla prevenzione, perché prevenire è meglio che curare. Sulla prevenzione primaria, dobbiamo puntare sugli stili di vita, sulla tutela ambientale, sul rendere sane le nostre città e territori (vedi Rete Città Sane dell’OMS, di cui sono stato presidente e a cui di recente ha aderito anche la Regione). Sulla prevenzione secondaria, ossia la diagnosi precoce, i diversi programmi regionali di screening giocano un ruolo formidabile. Non è un caso che la nostra Regione veda un calo dei tumori e i dati migliori di sopravvivenza a questo tipo di patologia. Sui temi della prevenzione abbiamo varato una nuova legge quadro che speriamo ci faccia compiere altri passi avanti.

Sul fronte sociale mi sono occupato di sfide importanti, dall’invecchiamento al sostegno alle famiglie, da chi assiste i malati (caregiver) alle esperienze di auto e mutuo aiuto, al tema delle fragilità in senso ampio. Temi su cui la Regione è attiva da tempo (si pensi al fondo regionale per la non autosufficienza, su cui mettiamo più di quanto stanzi il governo nazionale per l’intero territorio italiano, o il recente finanziamento sui caregiver). Ma quanto facciamo già non basterà ad affrontare l’innalzamento dell’età della popolazione previsto nel prossimo futuro, e proprio per questo occorre ripensare gli schemi tradizionali, valorizzando il ruolo delle famiglie e del volontariato in un’ottica di sussidiarietà, puntando forte sull’assistenza domiciliare e su logiche flessibili per sostenere, finché possibile, l’autosufficienza delle persone.

Le persone più in difficoltà sono oggetto di specifiche politiche regionali, come quelle relative alla casa e all’accesso all’edilizia pubblica, il sostegno al reddito, l’inserimento lavorativo delle persone fragili, i contributi per l’affitto. Anche in questo campo dobbiamo superare le logiche di puro assistenzialismo, aiutando le persone a sollevarsi e a trovarsi un lavoro. La direzione è quella, ma possiamo fare ancora meglio, tenendo sempre fermo il principio che ai diritti corrispondono dei doveri. Per quanto riguarda il settore carcerario mi sono dedicato a più riprese ai temi delle misure alternative alla pena detentiva, della giustizia riparativa e della mediazione penale, su cui ho organizzato audizioni e presentato una risoluzione. Sono strumenti importanti, con sperimentazioni che mostrano valori di recidiva assai inferiori al carcere ordinario.

Il lavoro è un obiettivo primario, ed il quasi dimezzamento in questi anni del tasso di disoccupazione (passata da oltre il 9% a circa il 5%) è un dato davvero soddisfacente. Il patto per il lavoro ha coinvolto tutti gli attori in un coordinamento che ha dato buoni frutti, e per questo verrà confermato anche in futuro.
L’impegno volto ad attrarre investimenti (e lavoro) voglio citare come esempio l’investimento per portare a Bologna il sistema di calcolo del centro meteorologico europeo. Lo sforzo di mettere in sinergia diversi enti e centri di ricerca per attirare sul nostro territorio importanti investimenti che ci porterà ad avere nel tecnopolo dell’ex manifattura tabacchi una grande potenza di calcolo con cui affrontare al massimo livello il tema dei big data, con positivi effetti sull’occupazione.

Un ruolo non indifferente a supporto della crescita occupazionale lo ha giocato anche il settore della formazione e dell’inserimento al lavoro, aspetti di competenza della commissione V che ho presieduto in questi anni. Su questi temi abbiamo discusso e varato diversi provvedimenti importanti, fra cui ad esempio la nuova legge sui tirocini. Anche col mondo della scuola c’è stato un coinvolgimento costante, con approfondimento su insegnanti di sostegno ed altro.

Le competenze della commissione che ho presieduto, oltre a lavoro, scuola e formazione, sono anche la cultura, lo sport, la legalità. In totale ci sono stati assegnati oltre 250 provvedimenti. Ricordo, in particolare, le nuove leggi regionali sulla memoria del novecento, sulla valorizzazione delle manifestazioni storiche, sulla promozione delle attività motorie e sportive, e le norme in materia di sviluppo del settore musicale.

La capacità di gestire queste ed altre competenze meglio di quanto possa essere fatto con un approccio centralista, è alla base della richiesta di maggiore autonomia da parte della Regione Emilia-Romagna. Non vogliamo mettere in discussione la solidarietà nazionale, non c’è una richiesta di maggiori finanziamenti: la richiesta è semplicemente di poter gestire con maggiore efficienza l’impiego dei fondi destinati alla nostra Regione.

Sul fronte della mobilità vedo luci ed ombre. Da un lato si sono portate avanti opere importanti, come il nodo di Casalecchio e quello di Rastignano, con la speranza di vederle completate prima possibile. Dall’altro il blocco imposto dal governo gialloverde al Passante di Bologna ha comportato ritardi non solo per quell’opera, ma anche per altri interventi collegati, come il completamento della Lungosavena, il nodo di Funo (nonostante mie ripetute interrogazioni sulla viabilità in corrispondenza del casello Interporto, che è davvero molto critica), la complanare nord fra S. Lazzaro e Ozzano. Da un lato il PUMS costituisce un orizzonte importante per il trasporto pubblico metropolitano, dall’altro non si procede con la sufficiente determinazione sul completamento del SFM, incluso il raddoppio delle linee dovunque possibile (che senso ha prevedere interramenti urbani a binario singolo?) e le linee passanti in stazione centrale. Il servizio offerto da TPER presenta diversi indicatori positivi, ma non ha senso che l’azienda continui a fare utili su cui paga milioni di tasse e non investa invece in miglioramenti del servizio, a partire dall’allargamento dell’area urbana e dall’anticipazione di obiettivi del PUMS. Sono battaglie, quella per la piena realizzazione del SFM e per uno sviluppo del trasporto pubblico, che ho fatto anche a costo di andare controcorrente.

Il pressing su aziende concessionarie o sulle partecipate pubbliche perché mettano al primo posto il servizio ai cittadini è un impegno che ho portato avanti con decisione. L’ho fatto nei confronti di Autostrade per chiedere maggiori mitigazioni ambientali, di Acer a proposito di scelte discutibili, registrando poi un chiaro miglioramento dopo l’avvicendamento della governance. In passato è avvenuto anche per Hera, più di recente su diversi aspetti relativi a TPER, e su alcune temi concernenti BolognaFiere. E nei confronti di Aeroporto sulla vicenda del rumore aeroportuale, perché non possiamo restare sordi al grido di dolore dei cittadini di alcune zone della città, costretti a convivere con troppi decolli ed atterraggi. A seguito del mio impegno, abbiamo deciso di applicare dal prossimo gennaio la tassa sul rumore, speriamo che si vedano dei risultati. In generale ritengo che dobbiamo impegnarci per un maggiore controllo pubblico sui comportamenti delle partecipate.

La battaglia per l’ambiente è una priorità fondamentale. Oltre che sul rumore, ho continuato a seguire anche il tema dell’elettrosmog. Alcune decisioni coraggiose assunte dalla Regione in questi anni vanno nella giusta direzione, come la legge sui rifiuti e l’economia circolare. È molto importante anche il principio dello stop al consumo di suolo a cui è improntata la legge urbanistica, che è stata approvata con diversi miei emendamenti di impronta ambientalista (nello specifico: contro la dispersione insediativa, per una maggiore trasparenza, per la terzietà dei tecnici, a favore della partecipazione, per incentivare i concorsi di progettazione). Credo sia importante però vigilare perché l’applicazione sia attenta e coerente, evitando di promuovere interpretazioni volte ad aggirare lo spirito della legge. La consapevolezza che la destra su questi temi costituisce un’alternativa di tipo peggiorativo non può farci rilassare, dobbiamo essere rigorosi e coerenti nell’applicazione dei principi.

Come esperto informatico, da sempre mi batto perché la semplificazione sia vera, la burocrazia non costituisca un peso ma un vero servizio, perché le nuove tecnologie siano rese fruibili per tutti. E, per valorizzare competenze e creatività, occorre promuovere l’adozione del software libero. Sono principi che hanno ricadute sui settori più disparati della nostra quotidianità: ho presentato provvedimenti per una banca dati unica dei veicoli elettrici per le ztl della regione, sulla consultabilità del test dell’HIV, sulla reperibilità delle farmacie, sul registro tumori, sull’implementazione di un sistema RIS-PACS unico a livello regionale, sulla realizzazione dei data center da parte di Lepida. Sono un convinto promotore del fascicolo sanitario elettronico e delle sue ulteriori evoluzioni. Sono stato relatore della legge di riordino delle partecipate e della fusione di Cup2000 in Lepida e di Aster e Erver in ArtER.

Ho promosso come primo firmatario una legge regionale sulle Pro Loco, approvata a larghissima maggioranza. Nella nostra Regione operano circa 300 associazioni Pro Loco, che danno vita ad una rete dedita alla valorizzazione turistica delle risorse naturali, storiche e culturali. La nuova legge riconosce il ruolo delle Pro Loco in collaborazione con gli enti locali, ed individua canali di finanziamento da erogare tramite bandi pubblici. Ad oltre tre anni dall’approvazione della legge, durante i quali sono stati emanati ben 3 bandi di finanziamento per un importo complessivo di oltre 1 milione di euro, è evidente che la nuova legge abbia determinato una svolta nel rapporto fra il mondo delle associazioni Pro Loco e l’amministrazione regionale, legame indispensabile per il sostegno delle attività culturali e turistiche del nostro territorio.

Dietro ai temi amministrativi ci sono sempre le persone, e sono loro al centro del nostro impegno. Attenzione alle persone è ad esempio essersi occupati dei fenomeni emergenti nel mondo giovanile. È relazionarsi con le tante associazioni raccogliendo idee e risolvendo problemi. È promuovere in ogni contesto la lotta ad ogni forma di sfruttamento, anche quando a qualcuno faceva comodo chiudere un occhio. È rapportarsi ogni giorno con le tante persone che ti portano il loro problema specifico, ricavarne il senso generale ed impegnarsi per trovare una soluzione che valga per tutti: non riuscendoci sempre, ma spesso.

Le statistiche non dicono tutto, né penso che l’apporto sia misurabile in atti presentati o firmati, ma essere presente è un prerequisito per riuscire ad incidere. In questo mandato ho presentato 38 interrogazioni (29 come primo firmatario), 101 risoluzioni (9 come primo firmatario), 25 ordini del giorno. Ho firmato 8 progetti di legge approvati, 1 come primo firmatario. Sono stato relatore di 7 progetti di legge. Sono stato presente ad oltre il 95% delle sedute di consiglio e delle commissioni di cui ho fatto parte, e ho partecipato a molte sedute anche delle commissioni di cui non ero componente. Ho presieduto 162 riunioni della commissione V.

Concludo ringraziando le tante persone – collaboratori, compagni di partito, professionisti, volontari di associazioni, dipendenti regionali, persone incontrate, colleghi – che a vario titolo mi hanno aiutato nel portare avanti il mio impegno in questi anni. Quello che ho fatto non l’ho fatto da solo, c’è dietro un lavoro collettivo, per il quale posso solo dire: grazie.

Bologna, 4 dicembre 2019

 

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