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Le persone con disabilità che compiono 65 anni devono poter restare nell'ambiente a loro familiare

24 Giugno 2021 Welfare

La legge 112/2016, cosiddetta legge sul “Dopo di noi”, rappresenta un’importante conquista nel campo dei diritti delle persone con disabilità: mette al centro la persona, lasciandole ampi spazi per decidere la propria vita, e privilegia l’accoglienza in piccoli gruppi-appartamento che riproducano le condizioni della famiglia. Sono tante, ad esempio, le case-famiglia operative sul nostro territorio regionale, dove abitano persone con disabilità prive del necessario supporto familiare. Tutto dice che questa è la soluzione migliore: la normativa nazionale; la normativa regionale; la stessa persona con disabilità, che partecipa attivamente alla costruzione del suo progetto personalizzato; i suoi familiari. Tutto. Eppure, per un vecchio automatismo, capita ancora che quando la persona con disabilità compie 65 anni, trovandosi a essere allo stesso tempo “persona con disabilità” e “persona anziana”, rischi di essere trasferita in una RSA, ovvero in una struttura residenziale per anziani. Anche quanto invece il suo desiderio e il suo progetto personalizzato richiederebbero di dare continuità alla sua collocazione. Non possiamo dimenticare così la sua vita trascorsa in un luogo familiare, togliendo la persona all’ambiente e agli affetti in cui era inserita.

La Regione Emilia-Romagna ha già eliminato l’automatismo per cui, giunti al 65esimo anno di età, una persona smette di essere “persona con disabilità” e si trasforma in persona “anziana”. Eppure, accade ancora che – sulla base di regolamenti comunali non adeguati o di vecchie prassi consolidate – queste persone vengano trasferite altrove. Con un conseguente impatto emotivo, psicologico e fisico che di fatto rischia di vanificare gli obiettivi raggiunti grazie al progetto personalizzato. Per questo motivo ho presentato una risoluzione, firmata anche da numerosi colleghi del mio gruppo politico, per chiedere di adeguare i regolamenti comunali e le prassi organizzative che ancora non tengono conto del progetto personalizzato per le persone con disabilità, in modo da evitare che al compimento del 65esimo anno di età vengano trasferiti lontano dalla soluzione abitativa in cui hanno vissuto gran parte della loro vita.

Leggi il testo della risoluzione presentata all’Assemblea Legislativa

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