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Talidomide, una tragedia da non dimenticare

7 Aprile 2024 Notizie

“Se siamo ancora qui a parlarne è perché abbiamo fatto troppo poco”: così il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, alla presentazione del libro “La tragedia della Talidomide. Aspetti medici, scientifici e giuridici. Atti del Convegno 2020”, a cura di Antonio Ciuffreda e Francesco Picucci, che si è tenuta a Bologna, nella Sala Marco Biagi, lo scorso venerdì 5 aprile. Ho avuto il piacere di portare il mio contributo su questa problematica importante, che ha avuto impatti anche sulla popolazione italiana.

Infatti, in Italia sono oltre 500 le persone nate con gravi deformità agli arti in seguito all’assunzione da parte delle madri in gravidanza, negli anni Cinquanta e Sessanta, del principio attivo della talidomide, brevettato nel 1954 dalla tedesca Chemie Grünenthal. Utilizzato in sedativi per ridurre nausee e fastidi della gravidanza, questo principio attivo rivelò, purtroppo a posteriori, il suo drammatico effetto teratogeno su feti ed embrioni. Il risultato fu la nascita di migliaia di bambini in diversi Paesi del mondo con un’embriopatia, oltre a numerosi casi di aborti spontanei o morti fetali endouterine. I bambini nati allora oggi sono adulti che, come messo nero su bianco dall’Europarlamento con la risoluzione del 15 dicembre 2016, “vivono con dolori debilitanti cronici”.

L’incontro, promosso dall’associazione di volontariato La Gometa, è stato molto utile per sensibilizzare e informare sulla tragedia della talidomide. Dal canto mio ho dato piena disponibilità per aiutare ad affrontare i problemi ancora aperti, che vanno dal risarcimento dovuto alle vittime e non ancora dato, alla necessità di sviluppare una ricerca farmaceutica che sia soprattutto etica. Ringrazio gli organizzatori per avermi dato l’opportunità di contribuire a questa riflessione collettiva sul valore della memoria e sul valore della giustizia.

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