;

Per il PD serve generosità

28 Luglio 2007 Partito Democratico

Sul Corriere di Bologna di oggi alcuni miei colleghi di partito sembrano riproporre lo schema secondo cui la costruzione del PD (e in particolare l’individuazione dei segretari regionali e provinciali) dovrebbe avvenire secondo una suddivisione dei posti fra DS e Margherita decisa a priori. La cosa non mi sorprende, visto che purtroppo ogni volta che una coalizione deve scegliere candidati condivisi questo è il sistema proposto dai più, ma ciò non toglie che sia insensato e che quindi debba essere assolutamente superato nel momento in cui diamo vita al PD.

Premetto che sono convinto che nel PD debbano davvero mischiarsi i partiti costituenti insieme ai tanti cittadini che decideranno di condividere questa nuova avventura. E che per rendere credibile il mescolamento, anche le cariche rappresentative non possono che essere diverse e plurali. Quindi il tema non è quello di pretendere o giustificare un monocolore da parte di nessuno, ma semplicemente di comprendere il modo giusto per raggiungere questa rappresentazione plurale.

Un modo è appunto quello per cui i partiti costituenti si suddividono a priori i posti di responsabilità, poi ognuno (nelle vecchie case) decide chi mettere nelle caselle di cui dispone. Questo sarebbe un vero disastro, sia perchè provocherebbe una reazione di disgusto da parte dei cittadini che certo non sperano (e anzi temono) che il PD sia una fusione a freddo dei vecchi gruppi dirigenti di DS e DL, sia perchè finirebbe per privilegiare i soggetti più fortemente identitari all’interno dei vecchi partiti, invece di figure capace di abbracciare e rappresentare l’intero PD.

E infatti la forza della candidatura di Walter Veltroni, e della presenza insieme a lui di Dario Franceschini, nasce proprio dal fatto che sia Veltroni che Franceschini sono figure non soltanto fortemente credibili ma anche realmente rappresentative dell’intero PD, e non solo dei partiti da cui singolarmente provengono. Se il riferimento nazionale è quello, sul piano locale non possiamo certo volare così basso.

Il modo giusto è individuare persone capaci di rappresentare il PD nel suo insieme, con generosità e intelligenza da parte di tutti, privilegiando il confronto e la ricerca del miglior candidato ad ogni livello. Dopodichè, incrociando le informazioni provenienti dai vari territori, chi ha responsabilità di coordinamento ad un livello più ampio verificherà che il risultato d’insieme sia coerente con le premesse.

In sostanza: non prima la divisione e poi scelte separate nelle vecchie case, ma mescolamento e generosità reciproca con una verifica successiva per validare il risultato d’insieme.

Solo così si può nutrire la speranza di uscire dai vecchi schemi e proporre volti in cui tutti gli elettori del PD si possano riconoscere.

Un mio prozio è stato missionario salesiano per molti decenni in Cina. Mi ricordo che raccontava di come i cinesi rappresentavano inferno e paradiso. L’inferno era una tavolata lunga e stretta, apparecchiata dai due lati, in cui i commensali avevano una ricca ciotola di riso davanti ma disponevano di bacchette troppo lunghe e dunque non riuscivano a mangiare il riso che gli scivolava via dalle bacchette. Il paradiso era del tutto analogo. A questo punto immancabilmente l’interlocutore gli suggeriva che sicuramente nel paradiso le bacchette erano della lunghezza giusta in modo che tutti potessero mangiare. Invece no, rispondeva, le bacchette erano troppo lunghe come quelle dell’inferno, ma ogni commensale le usava per portare il cibo alla bocca di chi gli stava di fronte, e in questo modo tutti riuscivano a sfamarsi.
E’ una immagine che ho sempre trovato molto bella, perchè chiarisce che spesso a parità di condizioni per fare la cosa giusta occorre solo scegliere un approccio generoso rispetto a quello egoistico che verrebbe spontaneo, e alla fine il risultato è migliore per tutti.
Print Friendly, PDF & Email
Ti piace? Condividi:

Partito Democratico

Comments are closed.