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L'impegno della Regione per la sicurezza sul lavoro

29 Settembre 2022 Lavoro

L’Emilia-Romagna ha siglato un Patto per la salute e la sicurezza sul lavoro: l’assessore Vincenzo Colla ne ha relazionato in aula, a partire dai numeri relativi agli incidenti sul lavoro verificatisi nel 2021. Numeri che evidenziano una tragica realtà e che impongono di compiere ogni sforzo per ridurne drasticamente le dimensioni, assicurando livelli più elevati di salute e sicurezza a tutte le lavoratrici e i lavoratori.

Nel 2021, infatti, sono stati denunciati in Emilia-Romagna 74.066 infortuni sul lavoro, di cui 63.034 in occasione di lavoro senza mezzo di trasporto, 1.574 in occasione di lavoro con mezzo di trasporto, 9.458 in itinere e 5.578 malattie professionali. Nello stesso periodo 110 persone, di cui 9 donne, sono morte sul lavoro; di questi 25 per infortuni in itinere e 23 in occasione di lavoro con mezzo di trasporto (dati Inail).

L’intenzione della Regione è proseguire l’impegno perché l’attuale fase di crescita economica, soprattutto nei settori legati all’edilizia e alla logistica, si traduca in un progetto di rilancio e sviluppo che sia motore di equità, di nuovo lavoro qualificato e di nuova impresa. Sono quattro gli obiettivi strategici.

Cultura, informazione e formazione

La cultura della sicurezza sul lavoro deve partire dalla scuola e deve assicurare a tutte le persone, dal primo giorno di ingresso nelle organizzazioni di lavoro, anche per stage o tirocini, e lungo tutto l’arco della vita lavorativa, le competenze che permettano di acquisire il valore della prevenzione e degli strumenti di protezione. Così da comprendere, prevenire, ridurre fino a eliminare i rischi, garantendo le informazioni sui possibili danni alla salute derivanti dall’attività svolta, la conoscenza dei propri diritti e doveri, della normativa di sicurezza e delle azioni attuate in proposito nella propria sede di lavoro.

Qualità del lavoro, dell’impresa e dello sviluppo

Per rafforzare la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, il sistema regionale si impegna a realizzare investimenti coerenti col progetto di sviluppo sostenibile delineato dal Patto per il Lavoro e per il Clima. Azioni: contrasto alla precarietà, stop all’utilizzo non legittimo di contratti a termine, a pratiche di appalto elusive della normativa, all’eccessiva esternalizzazione e frammentazione delle attività negli appalti a partire da quelli pubblici, combattendo ogni forma di illegalità.

Ricerca, innovazione e digitalizzazione

L’obiettivo è promuovere, insieme agli Atenei e al sistema regionale dell‘innovazione, progetti di ricerca e innovazione tecnologica per sostenere le imprese nell’adozione di strumenti organizzativi e digitali in grado di ridurre gli infortuni e aumentare la sicurezza degli ambienti di lavoro.

Assistenza, vigilanza e controllo

L’obiettivo è garantire le risorse umane, finanziarie e tecnologiche necessarie per assicurare trasparenza, equità e uniformità dell’azione di prevenzione e aumentare la consapevolezza da parte dei datori di lavoro dei rischi e delle conseguenze dovute al mancato rispetto delle norme di sicurezza.

Un impegno straordinario è richiesto oggi per alcuni settori in cui il rischio di infortuni, in particolare di infortuni mortali, continua a essere decisamente elevato: costruzioni, logistica e agricoltura.

Qualche dato in più sull’edilizia consente di comprendere meglio la portata del problema. L’edilizia ha fortemente contribuito a una rapida uscita dalla crisi pandemica dell’economia regionale: dopo oltre 10 anni di crisi, nel 2021 gli investimenti in costruzioni hanno registrato un + 16,4% in tutti i comparti, con un particolare effetto traino dato dalla manutenzione straordinaria abitativa. I dati di monitoraggio di fine marzo di Enea-MISE-MITE sugli investimenti nel Superbonus confermano il trend positivo della nostra regione che si attesta al quarto posto, con quasi 14 mila interventi e 2 miliardi e mezzo di risorse investite.

Ottenere i benefici connessi ai bonus edilizi è oggi subordinato all’applicazione dei contratti collettivi nazionali, sia a garanzia dell’impegno che questi contratti prevedono sulla formazione in sicurezza dei lavoratori, sia per evitare il fenomeno di dumping contrattuale. Ciononostante, la facilità con cui è possibile costituire una nuova impresa nel settore ha generato anche il proliferare di imprese prive di esperienza, spesso non in grado di far fronte alle prescrizioni normative sulla sicurezza. Questo fenomeno, associato all’impiego di manodopera precaria e scarsamente qualificata (in molti casi lavoratori stranieri con un’incerta conoscenza della lingua italiana) incrementa il rischio di infortuni. Rischio che aumenta ulteriormente, nell’edilizia ma anche in altri settori come la logistica, nei casi di interferenza, ovvero quando la presenza di diverse aziende in appalto all’interno di un unico cantiere non sia adeguatamente coordinata.

Il Patto è un buon punto di partenza per il lavoro da fare ed è positivo il coinvolgimento delle tante parti sociali: enti locali, sindacati, imprese, scuola, atenei, associazioni ambientaliste, terzo settore e volontariato, professioni, camere di commercio e banche. I problemi da affrontare sono, infatti, a livello di sistema e possono essere risolti solo costruendo un nuovo modello di società che tuteli la persona nella sua interezza e impedisca ogni sorta di sfruttamento.

Tutti i dettagli del Patto per la salute e la sicurezza sul lavoro nella news sul sito della Regione.

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