;
Scrivo questo post nel cuore della notte fra il 9 e il 10 luglio, durante una seduta dell’Assemblea Legislativa sul tema dell’autonomia differenziata.
Succede che la maggioranza di centrodestra in Parlamento abbia approvato il 19 giugno scorso la legge “Calderoli” sull’autonomia differenziata.
Succede che il PD e quasi tutti i partiti di oppozione siano compatti nel criticare nel merito quella legge e intendano promuovere un referendum per abrogarla.
Succede che la richiesta di referendum abrogativo possa essere fatta anche da 5 consigli regionali, e che in questi giorni le assemblee delle regioni governate dal centrosinistra stiano votando delibere in questo senso.
Succede che tali delibere siano giunte alla discussione dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna.
Succede che i consiglieri di centrodestra, all’opposizione qui in Regione e però rappresentanti di forze al governo a livello nazionale, essendo convinti della bontà della legge “Calderoli” siano contrari alla richiesta di referendum.
Avremmo potuto spiegare a noi e ai cittadini le nostre rispettive ragioni, confrontandoci sull’argomento pur mantenendo su di esso pareri diversi. Personalmente io credo che l’autonomia sia un valore meritevole di essere promosso e che abbia senso delegare poteri alle Regioni, purché ciò non implichi finanziare i servizi delegati direttamente a livello regionale: ciò promuoverebbe una divaricazione fra regioni più ricche e regioni più povere. Gestione delegata quindi, su alcuni argomenti, ma con finanziamenti suddivisi in modo equo a livello nazionale, come oggi già avviene nel comparto sanitario (dove, lo dico per inciso, le diverse performance dei sistemi sanitari non possono essere certo ricondotte a disparità nei finanziamenti). Peraltro la proposta promossa in passato dall’Emilia-Romagna aveva chiare queste caratteristiche, a differenza della legge “Calderoli”. Dal canto suo il centrodestra avrebbe potuto motivare il suo sostegno alla legge approvata dal Parlamento.
Potevamo fare così, invece di ritrovarci di notte in una seduta fiume con l’ostruzionismo di discorsi ripetuti e centinaia di emendamenti presentati da votare. Perché stiamo parlando di un tema su cui alla fine dovranno pronunciarsi i cittadini, e a chi mi chiedesse quale sia il senso di questo ostruzionismo, io avrei difficoltà a dare una risposta. Perché fatico anche io a capirlo.