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Cari tutti, mi auguro che siate riusciti a ritemprarvi in vista della ripresa ormai imminente. Anche se non ci sono stati lavori d’aula in questo mese d’agosto, ci sono questioni che procedono e di alcune di queste parliamo nel consueto aggiornamento mensile.
Purtroppo anche in questa estate non sono mancate notizie terribili di femminicidi, abusi, stupri, neonati abbandonati: una galleria degli orrori da cui tutti vorremmo uscire. Ma oltre a prevedere e comminare punizioni esemplari, dovremmo davvero interrogarci sulle radici culturali da cui si sviluppa questo tasso intollerabile di violenza e questo spregio della dignità delle persone e delle donne in primis. Qualcuno sui giornali si interroga timidamente sulla correlazione di questi fenomeni con la diffusione (anche fra i giovanissimi) del porno o con l’abuso di sostanze da parte di tanti giovani e non solo. Ma non sono in tanti ad avere il coraggio di porsi queste domande, e per lo più si preferisce tenere gli argomenti separati, in un crescendo distopico in cui si alimenta in molti modi una cultura che distorce profondamente le relazioni interpersonali e dall’altro ci si lamenta delle conseguenze di questo brodo di coltura sui soggetti meno equilibrati e stabili. Ne avevo già parlato in questo post in occasione di una seduta straordinaria dell’Assemblea Legislativa su femminicidi e violenza di genere, una paio di anni fa, con ragionamenti che confermo e ripropongo.
L’alluvione del maggio scorso è comprensibilmente ancora al centro delle cronache, ma purtroppo lo è più spesso per le polemiche e i tentativi di speculare politicamente su quel disastro che per l’arrivo e l’impiego dei finanziamenti necessari per poter avviare in modo serio e ampio l’opera di ricostruzione. Bisogna che il governo centrale si decida a rendere fruibili gli stanziamenti e le risorse straordinarie in modo da dare priorità all’operatività e dare risposte a chi ancora sta convivendo coi danni fatti dall’alluvione e dalle frane. Poi si potrà legittimamente discutere e confrontarsi, ma a prescindere dalle idee diverse questo dovrebbe essere il momento di pensare a chi ha bisogno. Potete seguire gli aggiornamenti sui lavori in corso a livello regionale su questa pagina del sito della Regione.
Da diverse settimane si succedono indiscrezioni sui giornali sulla ventilata disponibilità del governo nazionale a innalzare la soglia di attenzione per le emissioni elettromagnetiche laddove è prevista la permanenza di persone (come abitazioni e uffici) portandola dal valore attuale di 6 V/m a valori decisamente più alti (si ipotizzano i 24 V/m). Diverse associazioni di cittadini chiedono invece, secondo me giustamente, di non innalzare tale limite, a tutela della salute delle persone. Per questo, con altri colleghi, abbiamo messo a punto e presentato una risoluzione, di cui sono primo firmatario, per chiedere alla Regione di insistere col governo perché il limite dei 6 V/m non venga toccato. Anche perché io sono convinto che si possa tranquillamente erogare il servizio senza bisogno di aumentare tale soglia. Chi fosse interessato al testo della risoluzione e a qualche parola in più sulle motivazioni può leggere questo post.
Ai residenti della Val di Setta dobbiamo chiarezza sulle opere previste dal Prevam, il Progetto paesaggistico di restauro e valorizzazione ambientale connesso alla Variante di Valico. Per questo ho depositato nei giorni scorsi un’interrogazione alla Giunta regionale. Alcune opere sono urgenti, quali la messa in sicurezza della viabilità secondaria VS9 realizzata per l’accesso dei mezzi pesanti alle aree di cantiere: così com’è, è pericolosa. La strada è stretta e incompiuta, è impossibile l’interscambio tra qualsiasi mezzo che sopraggiunga da direzione opposta ed è percorribile con difficoltà da mezzi di grandi dimensioni e portata, con conseguente pericolo per il traffico civile che tuttora la percorre. Altre opere – come le colossali spine drenanti, costruite per far defluire le acque sotterranee e completate in sommità da canali di scolo denominate “canale rinverdite” – sono di proporzioni e dislocazione tali da rendere impossibile la coltivazione delle superfici agricole. Inoltre, non sono adatte a quei terreni, caratterizzati da notevole trasporto detritico limoso che vi si fermerebbe dentro, con conseguenti occlusioni e rotture. Altre problematiche ancora riguardano le aree in asservimento temporaneo ormai da vent’anni: mi pare sia ormai ora di ripristinarle e restituirle in uso ai proprietari. Attendiamo le risposte dell’assessorato, vi terrò aggiornati.
Ogni anno il Garante delle persone detenute in Emilia-Romagna stila una relazione sulla situazione delle carceri nella nostra regione. Anche in questa occasione emerge il sovraffollamento delle carceri, problema ormai cronico che riguarda le carceri di tutta Italia. Da noi ci sono 3.339 detenuti, di cui il 48% stranieri (il 60% dei quali proveniente dal Maghreb) e il 4% donne. Ovvero il 114% in più rispetto alla capienza massima delle strutture penitenziarie. Il 35% dei reclusi ha pene che permetterebbero di accedere a misure alternative, mentre 190 sono ergastolani, il 70% dei quali detenuto a Parma, la città emiliana che ospita un carcere ad alta sicurezza strutturato anche per la gestione dei detenuti al 41bis. A fronte di questa situazione di sovraffollamento carcerario, aumentano i casi di aggressione dei detenuti verso gli agenti della polizia penitenziaria. C’è poi il dramma dei suicidi dietro le sbarre e dall’abuso di farmaci, mentre il 50% dei detenuti ha provato almeno una volta un atto di autolesionismo. La carenza di organico della polizia penitenziaria completa un quadro preoccupante, che avrebbe bisogno di riforme coraggiose e radicali; più risorse nella ricerca e messa in pratica di pene alternative alla detenzione; più inserimento lavorativo. Ne parlo più diffusamente sul mio sito, dove ho anche provato a riassumere la relazione annuale del garante.
Agricoltura: aperto il bando da 1,29 milioni di euro di sostegno all’apicoltura per il 2024, domande entro il 30 ottobre. Alluvione: il bollo auto non si paga o viene rimborsato per chi ha dovuto rottamare la propria auto. Alluvione: bando indirizzato ai Comuni per restituire ai giovani gli spazi di aggregazione danneggiati dall’alluvione. Domande entro il 28 settembre. Cultura: torna IncrediBOL!, opportunità per lo sviluppo delle giovani realtà creative. Bando aperto fino al 10 ottobre. Disabilità: fondi ai Comuni per eliminare le barriere architettoniche da spazi e luoghi pubblici. Digitale: bando per la transizione digitale delle organizzazioni che esercitano una attività economica in forma diversa da quella di impresa (soggetti iscritti al Rea). Domande entro il 13 settembre. Europa: Primo Forum interregionale sull’educazione alla cittadinanza globale. Il progetto R-Educ dà appuntamento a Bologna per giovedì 21 settembre. Sanità: Emilia-Romagna in difesa della sanità pubblica e universalistica. La Giunta regionale propone il progetto di legge alle Camere, proponendo una spesa al 7,5% del Pil e zero vincoli per il personale. Sanità: più medici di medicina generale, apre il bando per il corso triennale di formazione, 188 posti disponibili. Sanità: via libera dalla Regione al programma di accoglienza sanitaria di pazienti con patologie gravi provenienti da Paesi Extra Ue. Oltre 1.600 bambine e bambini under14 curati in questi anni.
La strage del 2 agosto 1980 è una ferita mai rimarginata per Bologna e per tutto il nostro territorio, che ogni anno ne fa commossa memoria. Anch’io, come ogni anno, ho partecipato alle celebrazioni in memoria delle vittime e apprezzato le parole di Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage, che ha ricordato la verità giudiziaria ormai accertata e chiesto con forza di fare chiarezza sui mandanti, oltre ogni retorica politica, per rendere onore alla verità e lenire il dolore dei familiari delle vittime. Intanto vi segnalo che l’Assemblea Legislativa ha contribuito a realizzare “Quel dolore non è immobile”, un documentario di Giulia Giapponesi che racconta la storia di 85 volontari che hanno portato a termine i viaggi che le vittime della strage non hanno potuto completare. Con loro una valigia bianca, testimone di una memoria che continua, consegnata una volta arrivati “a destino” a un passante, una famiglia, un sindaco, raccontando della strage e della persona simbolicamente portata a destinazione. È stato proiettato in piazza Maggiore martedì 1° agosto e una nuova proiezione è prevista per settembre. La RAI ha dedicato un bel servizio alla cerimonia per il 2 agosto, con numerosi approfondimenti.
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Un caro saluto e alla prossima,
Giuseppe