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L'importanza delle preferenze (e le mie scelte per Virginia e Francesco)

17 Ottobre 2024 Politica

Come chi mi segue già sa, non ho chiesto di essere ricandidato alle prossime elezioni regionali, dopo essere stato consigliere dal 2012 al 2024 durante tre mandati. Ma il mio impegno non manca per sostenere la candidatura a presidente di Michele De Pascale e la lista del Partito Democratico.

Come chi mi segue già sa, sono nel PD fin dalla sua fondazione, e anzi il mio impegno politico fin dall’inizio nacque nel desiderio di un incontro che tenesse insieme su un progetto comune il filone culturale cattolico-democratico con quello della sinistra storica, nonché la capacità di dare risposte all’altezza alle emergenze ambientali.

Non di meno, sappiamo che c’è una certa distanza fra la politica ideale e la politica reale, fra le parole e i fatti. E mi rendo conto anche della distanza che c’è sovente fra il PD ideale e il PD reale. Per questo non ho mai rinunciato a combattere, quando necessario anche all’interno del mio partito, per accorciare questa distanza. Il bene comune non è un concetto astratto, ma un obiettivo per cui spendersi con coraggio e testardaggine, anche a costo di fare la figura del rompiscatole. A me è capitato in diverse occasioni, come chi mi segue già sa.

Per questo il voto di preferenza è importante, almeno nei livelli elettivi che lo contemplano, come le regionali: le persone possono fare – e spesso fanno – la differenza. In fondo la preferenza è lo strumento principale in mano agli elettori per spingere verso il cambiamento che desiderano. Per questo vale la pena di guardarci bene, di scegliere con oculatezza, senza una superficialità che giocoforza rischia di favorire chi è già più forte nelle stanze del potere o chi ha più denaro da investire nella campagna elettorale.

Io qui mi rivolgo, naturalmente, a chi spera nello stesso tipo di cambiamento in cui spero io. A chi ha apprezzato le mie battaglie sui valori, per una sanità pubblica più capace ed efficiente, a fianco dell’associazionismo sanitario di vario tipo, per un sistema di welfare più rispettoso dei percorsi personalizzati e al tempo stesso in grado di affrontare le sfide demografiche, per un uso intelligente ed avanzato della tecnologia ma nel rispetto del principio di precauzione e della salute, per accentuare il rispetto e l’attenzione verso l’ambiente. Ed anche alcune battaglie più puntuali come quella a difesa di una piena realizzazione del SFM (servizio ferroviario metropolitano); per portare a termine alcune opere rimaste appese come il nodo di Funo, la Lungosavena, la complanare nord; per evitare il 70% degli attuali sorvoli della città di Bologna da parte degli aerei in decollo o atterraggio al Marconi, che i miei calcoli hanno dimostrato essere evitabili. Per fare solo alcuni esempi.

A tutti costoro, e in definitiva a tutti voi, ho due nomi da consigliare. La prima candidata è Virginia Gieri, a cui mi lenga un lungo sodalizio politico e una grande comunanza di idee, come ho cercato di spiegare in questo post. Il secondo candidato è Francesco Critelli che, pur proveniendo da una storia diversa e con idee non completamente sovrapponibili alle mie, mi ha dimostrato in varie occasioni lealtà e capacità di spendersi per una sintesi riformista comune. In un certo senso, Virginia e Francesco insieme testimoniano l’incontro e l’amalgama culturale che dovrebbero caratterizzare tutto il PD nel suo complesso. Entrambi mi hanno assicurato che, se eletti, porteranno avanti i temi che ho seguito e le battaglie che ho iniziato e che occorre condurre a compimento. Non è poco.



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