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La Giunta intervenga per consentire a due persone disabili, un uomo e una donna, esclusi al compimento dei 65 anni dalla struttura in cui erano ospitati, di continuare a rimanere nel centro diurno che frequentavano da oltre vent’anni e dove hanno creato legami affettivi, consuetudini e amicizie. Si tratta di dare applicazione concreta alla risoluzione a mia prima firma che è stata approvata circa un mese fa e che definisce chiaramente come la continuità del progetto personalizzato debba prevalere rispetto a logiche rigidamente burocratiche.
Siccome però continuano a presentarsi casi in cui questa attenzione non sembra ancora esserci, ho presentato un’interrogazione su due casi concreti, in cui chiedo alla Regione se abbia acquisito informazioni dal centro diurno “La Quercia” di Zola Predosa (Bologna) sull’esclusione delle due persone, provvedimento adottato da Asc InSieme (ente pubblico per la gestione dei servizi alla persona dell’Unione Valli del Reno, Lavino e Samoggia), e sul processo decisionale che ha portato alla loro esclusione.
Chiedo alla Giunta come intende procedere, alla luce della risoluzione, per consentire a queste due persone di continuare a frequentare il centro diurno che li accoglie da decenni, così come hanno espressamente chiesto e in modo tale da tener conto del loro progetto personalizzato. Infine chiedo come l’esecutivo di Viale Aldo Moro intenda verificare che non accadano altri casi analoghi, al di là d quelli di cui sono venuto direttamente a conoscenza.
Tutto questo perché è importante dare compimento alla risoluzione da poco approvata e chiedere con forza la piena applicazione del principio del progetto personalizzato, eliminando l’approccio burocratico che si attarda in vecchie pratiche e impedisce di continuare a frequentare lo stesso centro diurno al compimento del 65esimo anno di età.
Di norma nei casi che trattano di persone non si fanno i nomi per ragioni di privacy, ma in questo caso c’è la volontà e la disponibilità delle famiglie a rendere pubblici i casi in questione, che infatti sono citati esplicitamente anche sul giornale di oggi (allego l’articolo).
Sergio Degli Esposti è affetto da disabilità fin dai primi anni di vita, è ipovedente, ha un ritardo mentale definito di grado medio-severo e qualche difficoltà motoria. Inserito presso il centro diurno “La Quercia” dal 2001, ha instaurato rapporti di grande amicizia con gli educatori e gli altri frequentatori del centro ed è, come affermato dagli educatori, il “perfetto fruitore delle opportunità offerte dal centro in materia di attività pratiche e cognitive”. È, inoltre, fidanzato con Rita, anche lei ospite del centro diurno, che ricambia con entusiasmo l’affetto di Sergio.
Silvana Marata è anche lei inserita da oltre vent’anni presso il centro diurno “La Quercia” di Zola Predosa e anche lei esclusa dalla struttura al compimento dei 65 anni, con una telefonata alla sorella. A detta dei familiari, Silvana è diventata irrequieta, ansiosa e piena di manie ossessive, come non era mai stata e si è dovuto ricorrere alle cure di uno specialista. Chiede spesso degli amici del centro ed è convinta di poter ritornare. Guarda i video delle commedie recitate durante le festività con nostalgia; nel corso di alcune telefonate al centro, parlando con gli operatori, si è commossa e si è messa a piangere silenziosamente.
Mi auguro che presto Sergio e Silvana possano essere riaccolti presso il centro diurno “La Quercia”, come è giusto che sia.