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Recentemente si è parlato dell’aumento delle rette a carico degli utenti dei servizi sociosanitari delle Case residenze anziani (CRA) e dei Centri socioriabilitativi residenziali per persone con disabilità (CSRR). Gli echi del dibattito che ne è scaturito hanno visto un passaggio anche nell’ultima seduta dell’Aula, dove ho firmato una risoluzione che trovate qui, approvata nel corso della seduta. La necessità dell’aumento delle tariffe purtroppo è dovuta dall’aumento dei costi delle forniture, di beni e servizi degli ultimi anni post-pandemia che tutti abbiamo subito, dal giusto adeguamento del rinnovo del contratto di lavoro degli operatori socio-sanitari e dall’aumento dei costi dell’energia e riorganizzazione dei servizi derivante della pandemia.
Una misura che si è dunque resa necessaria per scongiurare il rischio del collasso dell’intero sistema o il taglio dei posti oggi a disposizione in tutte le strutture. Ma che fare con quegli utenti che rischiavano di non poter sostenere tali aumenti? La Regione, si è confrontata con i Sindacati Confederali CGIL, CISL e UIL e si è infine arrivati all’accordo per cui gli aumenti avrebbero tenuto conto del reddito di partenza degli utenti. In altre parole, non un aumento indiscriminato uguale per tutti, bensì una richiesta di contribuzione proporzionata alla possibilità economica degli utenti, che partirà non da subito ma dal gennaio 2025. Inoltre, di tale accordo si terrà conto anche quando si ridiscuterà dei parametri per gli accreditamenti delle strutture socio-sanitarie, trattativa già iniziata ed ancora in corso. È opportuno precisare che per il 2024 quasi la metà degli aumenti (il 40%) sono stati già calmierati dall’intervento del Fondo Sociale Regionale per i redditi medio-bassi: fondo che nell’assestamento di giugno verrà portato a 10 milioni di euro.
La Regione ha sempre tenuto presente la necessità di sostenere le persone e le famiglie in difficoltà, soprattutto quelle con redditi bassi e medio-bassi, per garantire assistenza e cura a persone anziane o con disabilità. Sulla sostenibilità a medio-lungo termine di questo approccio è andato il mio intervento in Aula, nel quale ho sottolineato la necessità di mettere a punto risposte e metodologie sempre più innovative, capaci di valorizzare il mondo del terzo settore e del volontariato, con flessibilità ed uso di tecnologie capaci di sostenere a lungo la domiciliarità. Nella nostra regione gli over 80 sono il 7% della popolazione, grazie a un’aspettativa di vita più alta dovuta anche alla nostra sanità e alla socialità che c’è nei nostri territori. Questa parte di cittadinanza presenta patologie, situazioni di fragilità e di non autosufficienza cui occorre dare risposta, ed è una fascia di cittadini destinata a crescere in proporzione. Per questo motivo occorre sostenere le persone, supportare efficacemente i caregiver, valorizzare gli apporti del volontariato e connettere una rete finalizzata al supporto domiciliare.
La nostra risoluzione impegna la Giunta ad applicare nel più breve tempo possibile le misure concordate per garantire a tutti l’accesso ai servizi residenziali per anziani e per le persone con disabilità e a monitorarne costantemente lo stato d’attuazione e di efficacia.