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AICCeF è l’associazione nazionale che raccoglie e rappresenta i consulenti coniugali e familiari. Oggi hanno svolto una giornata di studio a Bologna, alla quale sono intervenuto per portare un saluto.
Nel mio intervento sono partito dal titolo dei loro lavori – Il NOI educativo nella relazione d’aiuto – per parlare dell’integrazione tra sistema pubblico e iniziative della società civile, necessaria per affrontare sfide nuove e globali.
Il sistema pubblico si è spesso andato configurando pensando di dare risposte ai problemi delle persone che rientrano nel campo delle proprie competenze e lasciando alla società civile di organizzarsi come meglio crede per fare fronte a ciò che il sistema pubblico non riesce a fare. Questo schema di lavoro su piani separati è messo alla prova dall’accresciuta sofferenza delle fasce giovanili, con l’emergere di fenomeni prima sconosciuti (dall’anoressia fino al ritiro sociale), la difficoltà delle famiglie, l’invecchiamento della popolazione.
Poiché è impensabile riuscire a reggere questi urti senza rivedere profondamente il modo di lavorare, c’è bisogno di soluzioni nuove che chiamano in gioco il NOI: non più sistema pubblico da una parte e iniziative della società civile dall’altra, ma una collaborazione ricca e fattiva tra un’ampia gamma di soggetti. Sono convinto che sia questa la chiave con cui mettere a punto soluzioni nuove, per la massima efficacia ed anche per utilizzare al meglio le risorse.
E ricordiamoci sempre che se non si affrontano i problemi al loro sorgere, facendo anche tanta prevenzione, le situazioni tipicamente degenerano e diventano persone e questioni di cui farsi carico con maggiore difficoltà e dispendio di risorse. E in fondo, abbiamo tutti bisogno di parlare di NOI. Possibilmente senza dire “noi e voi”, che è l’approccio che fa aumentare le distanze, in cui a volte crescono muri aprendo le porte ai conflitti – come oggi tragicamente vediamo in diverse situazioni – e non alla positiva soluzione dei problemi.