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Disabili over 65: approvata all’unanimità la mia risoluzione

28 Aprile 2022 Welfare

Approvata all’unanimità ieri pomeriggio in aula la mia risoluzione – firmata anche da numerosi colleghi, che ringrazio – per impegnare la Giunta ad attivarsi per ottenere che vengano una volta per tutte cambiate le prassi organizzative e regolamenti comunali, in modo tale che le persone con disabilità over 65 possano scegliere di rimanere nella soluzione abitativa in cui si trovano. Risoluzione integrata in corso d’opera con alcuni emendamenti volti a chiedere che la persona con disabilità over 65 possa inoltre continuare a frequentare lo stesso centro diurno frequentato da una vita, dove ha creato legami affettivi, consuetudini e amicizie.

Si tratta di evitare vecchi automatismi, per i quali, quando la persona con disabilità compie 65 anni, trovandosi a essere allo stesso tempo “persona con disabilità” e “persona anziana”, rischia di essere trasferita in una RSA, ovvero in una struttura residenziale per anziani. Anche quando, invece, il suo desiderio e il suo progetto di vita richiederebbero di dare continuità alla sua collocazione abitativa o comunque alle sue consuetudini ed amicizie. Non possiamo dimenticare così la sua vita trascorsa in un luogo familiare, togliendo la persona all’ambiente e agli affetti in cui era inserita. Allo stesso tempo non possiamo dimenticare l’impatto emotivo, psicologico e fisico che l’esclusione dal suo centro diurno di sempre ha sulla persona con disabilità over 65, esclusione che di fatto rischia di vanificare gli obiettivi raggiunti proprio grazie al progetto personalizzato.

Per quanto riguarda la residenzialità, la Regione Emilia-Romagna aveva già eliminato l’automatismo per cui, giunti al 65esimo anno di età, una persona smette di essere “persona con disabilità” e si trasforma in persona “anziana” (delibera di Giunta regionale n.733 del 2017). Quella norma deve semplicemente trovare piena applicazione. Mentre sul fronte dei centri diurni, occorre segnalare la delibera di Giunta regionale n.130 del 2021, che prevede per le persone assistite al domicilio che anche gli assegni di cura debbano essere programmati per garantirne la continuità e la coerenza lungo il ciclo di vita personale e familiare, in modo tale da contribuire a sostenerne il progetto di vita. Anche gli importi degli assegni di cura non possono essere modificati in ragione della sola età anagrafica dei beneficiari, in particolare al compimento del 18° o 65° anno di età.

Insomma, non dobbiamo mai perdere di vista il progetto personalizzato: è questo il faro che deve orientare ogni scelta, nel pieno rispetto della persona e delle sue abitudini di vita. Dobbiamo essere fieri di questo principio e chiedere con forza la sua piena applicazione, superando l’approccio burocratico che si attarda in vecchie pratiche e che impedisce ad esempio di continuare a frequentare lo stesso centro diurno al compimento del 65mo anno di età. E’ una questione molto concreta, che impatta sulla vita di tante persone. Ed è al tempo stesso una questione di civiltà. Per questo è davvero importante il consenso unanime che ha accompagnato l’approvazione di questa risoluzione.


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Il testo della risoluzione approvata

La notizia su: SuperandoInformareun’H.

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