Ieri l’Assemblea Legislativa ha approvato con consenso pressoché unanime la nuova legge sulle “Norme in materia di agricoltura sociale”. Per sostenerla, ci saranno risorse per oltre 1,37 milioni di euro: 75 mila da bilancio regionale e 1,3 milioni dai fondi europei del Programma di Sviluppo Rurale (PSR).
Con questa legge, le aziende agricole avranno la possibilità di allargare la propria attività verso la dimensione sociale: potranno aprirsi alla comunità, diventare luoghi di inclusione sociale, creare opportunità di lavoro per le persone più fragili e generare una nuova fonte di integrazione al reddito per le imprese.
Il punto di partenza sono le fattorie didattiche, che hanno produzioni fortemente legate al territorio e che intendono avvicinare giovani e adulti alla campagna, per riscoprire il legame che esiste tra la terra e la tavola, valorizzare i sapori e la cultura del mondo rurale, diffondere le produzioni biologiche e tipiche. La fattoria didattica è, dunque, già sede di apprendimento attivo e strumento per un’educazione alimentare: con questa legge nascono le fattorie sociali, un centro di servizi dove la coltivazione dell’orto, la cura degli animali, il ciclo biologico e naturale sono la base per interventi di socializzazione, educazione, inserimento lavorativo. Per dirla in breve, i servizi socioassistenziali e terapeutici potranno essere realizzati in fattoria.
Sono molteplici gli aspetti positivi di questa legge. Anzitutto la volontà di generare beneficio per la comunità coniugando la produzione agricola ai servizi sociali e terapeutico-assistenziali. E poi il riconoscimento del valore sociale che l’agricoltura ha sempre avuto, in termini di tutela del territorio, di custodia delle nostre tradizioni agroalimentari, di trasmissione dei nostri “saperi” contadini, e mettere questo valore sociale al servizio dei più fragili.
Alcuni dettagli sulla legge approvata:
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Viene istituito il nuovo elenco delle fattorie sociali – che sarà pubblicato online sul sito della Regione – in cui saranno inserite, provvisoriamente, le fattorie che già svolgono attività di agricoltura sociale dopo verifica dei requisiti e delle competenze e che saranno identificate con loghi distintivi.
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Le attività – tra cui sono compresi gli interventi educativi, di servizi sociali, sociosanitari e di inserimento socio-lavorativo – possono essere esercitate, avvalendosi anche di figure professionali esterne all’azienda, dagli imprenditori agricoli in forma singola o associata, dalle cooperative sociali e dalle fattorie sociali, iscritte al registro regionale, dotate di specifica competenza e formazione, anche attraverso la collaborazione con enti pubblici e del terzo settore.
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Compito della Regione promuovere la conoscenza e lo sviluppo dell’agricoltura e delle fattorie sociali e dei servizi offerti e favorire il raccordo tra le politiche sociosanitarie e agricole attraverso il coinvolgimento della Conferenza regionale del terzo settore e della Consulta agricola.
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Le misure di sostegno regionale vanno dagli interventi formativi, alle azioni di informazione, animazione e comunicazione, agli incentivi – investimenti e interventi – per adeguare e allestire le fattorie sociali. Per monitorare i risultati raggiunti la Giunta si impegna a presentare una relazione alla Commissione assembleare sul numero delle fattorie iscritte, la tipologia dei servizi offerti, le misure di sostegno realizzate, i contributi erogati.
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Si potranno esercitare le attività di agricoltura sociale negli edifici, conformi alle normative in materia di sicurezza e agibili, destinati ad abitazione e ad attività agricola dell’azienda. Gli immobili utilizzati resteranno classificati come rurali a tutti gli effetti. Possibili gli interventi di nuova costruzione o di recupero e riuso degli immobili. Dopo l’approvazione dei provvedimenti attuativi, sarà necessario presentare al Comune la segnalazione certificata di attività (Scia) dichiarando il possesso dei requisiti, dei locali e degli spazi.
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Per i servizi e le attività sociosanitarie occorrono le autorizzazioni previste dalle norme di riferimento del settore, così come per la somministrazione di pasti e bevande e la produzione, il confezionamento, la conservazione di alimenti e bevande.
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La vigilanza sull’applicazione della legge è in capo ai Comuni e sono previste sanzioni per chi esercita l’attività senza essere iscritto all’elenco regionale, per l’utilizzo improprio del logo di fattoria sociale e per chi non rispetta i limiti e le modalità di esercizio dell’attività.
Leggi la notizia sul sito della Regione.