Salva Milano, una politica con pochi anticorpi

Stop alla Salva MilanoSui giornali di oggi c’è la notizia della decisione del sindaco di Milano, Sala, e del PD, di ritirare il proprio appoggio al disegno di legge cosiddetto “Salva Milano”, che avrebbe dovuto far ripartire la città dopo il blocco dell’urbanistica causato dalle inchieste. Questo a fronte delle notizie che arrivano dal fronte giudiziario, con un’inchiesta per corruzione in corso da cui starebbero emergendo “fatti gravi”.

Un passo indietro giusto e condivisibile, ma credo sia inevitabile porsi la domanda se occorra sempre attendere le inchieste della magistratura per cambiare idea su questioni e vicende su cui in realtà erano già note diverse perplessità e ragioni. Motivazioni a mio avviso più che sufficienti per maturare un parere negativo su quel disegno di legge senza bisogno di attendere notizie dal fronte giudiziario.

Sulla Salva Milano, sarebbe forse bastato ascoltare gli appelli usciti nei mesi scorsi, come quello di 140  urbanisti e giuristi o quello della Società Italiana degli Urbanisti, leggere gli articoli di Alessandro Delpiano su Repubblica o di Sergio Caserta sul Fatto Quotidiano,  ascoltare i pareri di Angela Barbanente e da ultimo di Ada Colau, per fare solo alcuni esempi.

Insomma, se dobbiamo darci un obiettivo per il futuro, credo debba essere proprio quello di arrivare prima a fare scelte nette e non di comodo, in particolare dove ci sono interessi di mezzo, ma proprio per questo occorre il coraggio di mettere in cima a tutti quelli della collettività: in questo senso servono davvero anticorpi più robusti.

Tre osservazioni a corollario.

Primo, non è detto che arrivi sempre la magistratura a togliere le castagne dal fuoco: sia perché è possibile che vi siano dei reati che restano impuniti, sia perché ci sono scelte sbagliate che possono avere motivazioni del tutto diverse e magari anche in buona fede, senza digressioni nel penale in grado di attivare il sistema giudiziario, ma che dovrebbero essere comunque sufficienti ad attivare una buona politica.

Secondo, se questa voglia di sinistra che attraversa una larga parte del PD avesse la capacità di dispiegarsi su questioni ambientali e dove ci sono forti interessi economici in corso, sarebbe un’ottima notizia. Molto meglio che rincorrere presunti diritti su posizioni estreme e divisive, che sovente rappresentano specchietti per le allodole e fanno gli interessi di chi ha i soldi per pagare, e qui ogni allusione a convegni che cercano di sdoganare la “GPA solidale” non è casuale.

Terzo, di segnali che meriterebbero la nostra attenzione su argomenti che hanno in comune con la Salva Milano il sospetto che invece di fare l’interesse collettivo qualcuno stia perseguendo interessi diversi – senza magari necessariamente implicare aspetti di interesse della magistratura – ce ne sarebbero anche dalle nostre parti, come ho scritto varie volte anche su questo mio blog, e sarebbe lodevole appunto occuparsene senza attendere di essere eventualmente costretti a farlo.

 

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