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La nuova legge per la prima infanzia e l'obbligo di vaccinare

22 Novembre 2016 Sanità, Scuola e formazione

Per frequentare i nidi dell’Emilia-Romagna i bambini dovranno essere vaccinati. Lo prevede la legge di riforma dei servizi educativi per la prima infanzia approvata oggi in Assemblea legislativa.

Malattie che sembravano sconfitte tornano oggi a costituire una minaccia, e i bimbi che frequentano delle comunità hanno un maggior rischio di contrarre malattie infettive, rischio che aumenta notevolmente in presenza di basse coperture vaccinali. Con le vaccinazioni si proteggono tutti i bambini (in forza della cosiddetta “immunità di gregge”, o herd immunity) e a maggior ragione i più deboli (immunodepressi, con gravi patologie croniche, affetti da tumori) che per motivi di salute non possono essere vaccinati: per loro l’unica possibilità di frequentare la collettività è siano tutti gli altri ad esserlo.

La percentuale di vaccinati che garantisce la migliore protezione a tutta la popolazione deve essere superiore al 95%, limite indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). In Emilia-Romagna tale copertura è stata del 93,4% nel 2015 (nel 2010 era al 96,5%). L’anno scorso solo i territori di tre Ausl sono risultati al di sopra del 95%: Imola, con il 95,8%, Parma con il 95,6% e Piacenza sempre con il 95,6%. Al di sotto tutte le altre: Modena col 94,1%, Reggio Emilia col 93,7%, Ferrara col 93,6% e Bologna col 93,5%. Dati ancor più negativi per la Ausl unica della Romagna, che sempre nel 2015 ha fatto registrare una copertura pari al 92,3%. Prendendo le singole aree, si ha Rimini con l’87,5%, Cesena con l’89,4%, Forlì con il 93% e Ravenna con il 94,3%. Dati che devono preoccuparci, e infatti cominciano a riscontrarsi casi di malattie che sembravano ormai superate e che stanno purtroppo tornando attuali.

Per l’accesso al nido, i genitori dei bimbi non ancora vaccinati avranno tempo per presentare il certificato di avvenuta vaccinazione fino a quando non sarà accettata la domanda d’iscrizione (maggio-giugno 2017, a seconda del Comune di appartenenza). Parallelamente, la Regione si impegna a rafforzare azioni, interventi di comunicazione e informazione sull’importanza delle vaccinazioni.

Ma quello dei vaccini è solo uno dei diversi aspetti della legge approvata oggi, perché con essa si ridefinisce il sistema educativo integrato di servizi educativi per la fascia di età da 0 a 3 anni, flessibile e diversificato. Il nido classico, con orari part-time e tempo lungo, resta il principale servizio educativo con la doppia funzione formativa e di cura per i bambini e di sostegno delle famiglie. Intorno al nido, una rete di servizi più flessibili (sperimentali, domiciliari, integrativi, spazi genitori-bambini) e più diversificati nelle proprie modalità organizzative, per andare incontro a nuovi bisogni e alle scelte educative delle famiglie.

In Emilia-Romagna sono 1.199 i servizi per la prima infanzia, 32.532 bambini iscritti. La scelta delle famiglie attualmente si è orientata per il 91,9% sul nido d’infanzia e per il restante 8,1% sui servizi integrativi (dati regionali riferiti all’anno educativo 2015-2016).

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