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L’informatizzazione rappresenta una delle sfide cruciali che abbiamo di fronte, e nella PA (Pubblica Amministrazione) vi è ancora tanto da fare per razionalizzare i costi, incrementare l’efficienza, semplificare le procedure, mettere a punto servizi innovativi che migliorino la vita dei cittadini.
Per riuscirci, la politica non può semplicemente delegare il compito ai tecnici. Il futuro non è scritto, non tutte le innovazioni avanzano in modo ineluttabile e non ci si può limitare, quindi, ad attenderle per incorporarle nei processi. Serve il coraggio di una visione strategica, e la capacità di portarla avanti attraverso scelte concrete.
Da questo punto di vista, la Regione Emilia-Romagna ha di fronte un’occasione preziosa nell’imminente riordino delle società partecipate. Oltre le doverose semplificazioni, razionalizzazioni e accorpamenti societari, vi è l’opportunità di esplicitare una visione del futuro, attribuire una precisa missione a settori della PA e alle società partecipate (Cup2000 e Lepida per un verso, Aster ed Ervet per un altro). È un tema che vorrei seguire con attenzione e su cui mi sento di dare un contributo di idee.
Sono convinto infatti che dobbiamo imparare a dare il giusto peso alle cose, ad individuare le linee strategiche su cui investire, come pure a superare alcuni rischi tipici che si corrono in tema di informatica e di nuove tecnologie.
Va evitata, ad esempio, la tentazione della totipotenza – quella specie di sindrome secondo cui solo perché si tratta di informatica allora ci si può occupare di tutto – cercando di concentrarsi invece su un numero limitato di obiettivi su cui però andare a fondo.
Va abbandonata l’illusione che alla fine quel che conta siano solo gli investimenti materiali: il mattone è un mezzo e non un fine, certamente in qualche misura serve, ma se si hanno buone idee si può realizzare moltissimo restando nel campo dell’immateriale.
Bisogna superare frammentazioni e gelosie, così come la tentazione ricorrente di ragionare su “torte” da spartire: in questo campo le torte più importanti sono quelle condivise, anzi quelle da preparare insieme.
Va promossa una relazione positiva con il mercato, evitando sia le sudditanze immotivate che il rischio di operare in sovrapposizione ad esso.
Ci renderemo conto di come questi concetti siano in realtà tutt’altro che astratti, proprio perché vantiamo un importante patrimonio di realizzazioni ma anche un’ambizione grande su quelle da fare in futuro. In questo senso bisogna riconoscerne i punti di forza e al tempo stesso gli aspetti su cui lavorare per affrontare al meglio il futuro.
In questo contesto una riflessione sui datacenter è un piccolo tassello in un puzzle importante e complesso. Su questo tassello ho ritenuto di presentare una interrogazione nelle settimane scorse, e ho ricevuto da poco la risposta dell’Assessore Donini. Le propongo alla vostra lettura, convinto che si tratti comunque di elementi utili per la riflessione su questi temi.