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La legge è stata approvata durante i lavori d’Aula del 5 aprile: di iniziativa assembleare, è il frutto di 2️ anni di lavoro e di 1️20 incontri a carattere territoriale, tecnico, politico e relazionale.
Interviene a sostegno di un mondo che, in regione, conta oltre 500mila volontari, 27.500 istituzioni tra enti e associazioni e quasi 83mila dipendenti, e che nell’ultimo triennio ha dovuto fare i conti con gli effetti della pandemia e, soprattutto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, con l’aumento dell’inflazione che ha fatto lievitare i prezzi delle materie prime e di conseguenza delle bollette per luce e riscaldamento.
La legge vuole promuovere e sostenere, in una logica di coprogrammazione e coprogettazione, il ruolo degli enti del Terzo settore, diffondere la cultura del volontariato e tutte le forme di cittadinanza attiva, oltre a sostenere le reti territoriali rafforzando la rete delle relazioni. L’idea di fondo è che pubblica amministrazione e Terzo settore siano corresponsabili nel rispondere ai bisogni dei cittadini – principio di sussidiarietà orizzontale – e per questo siano chiamate a lavorare insieme, consapevoli che legami autentici di fiducia e di solidarietà siano indispensabili per produrre nuove forme di economia a impatto sociale.
Una novità introdotta dalla legge è l’istituzione dell’Osservatorio regionale del terzo settore e del Consiglio regionale del terzo settore. In particolare il Consiglio regionale del terzo settore sarà composto dal Presidente o un suo delegato, da quattordici componenti designati, secondo procedure trasparenti e democratiche, dall’associazione degli Enti del Terzo settore più rappresentativa in Emilia-Romagna, da un rappresentante del Coordinamento regionale dei Centri di Servizi per il Volontariato e da un rappresentante dell’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, infine dal presidente della commissione assembleare regionale competente o suo delegato. Saranno, inoltre, invitati a partecipare all’attività del Consiglio tutti gli assessori regionali, o loro delegati, in relazione ai temi e agli oggetti da trattare, così come un rappresentante di ANCI Emilia-Romagna. Il presidente della Regione, sentito il Consiglio regionale del terzo settore, indice annualmente l’Assemblea regionale del Terzo settore quale momento di confronto, verifica e proposta sulle politiche di interesse. L’Assemblea è costituita dagli Enti del Terzo settore iscritti al Registro unico nazionale del terzo settore, con sede nel territorio regionale. L’Osservatorio nasce per dare maggiore rappresentanza al mondo del volontariato, dell’associazionismo e del non profit, favorendone l’integrazione col territorio.
Le risorse a disposizione saranno un milione e mezzo di euro all’anno.