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I fondi PNRR per rafforzare il sistema sanitario emiliano-romagnolo

25 Febbraio 2022 Sanità, Servizi sociali, Welfare

Il disegno della riorganizzazione della sanità regionale grazie ai fondi della missione 6 del PNRR (denominata appunto Missione Salute) è stato l’argomento al centro dell’intervento del presidente Bonaccini nella seduta dell’Aula del 22 febbraio. Un disegno che prevede una sanità sempre più territoriale e vicina alle persone, grazie alla telemedicina, a nuove case della comunità (come si preferisce definirle ora), grazie ad ospedali moderni e sicuri e ad infrastrutture tecnologiche e digitali all’avanguardia. A disposizione ci sono risorse per più di 500 milioni di euro, già ripartiti tra le aziende e gli enti del servizio sanitario regionale, che andranno a finanziare interventi su tutto il territorio.

Le case della comunità ricalcano il nostro modello regionale di case della salute: sono 127 quelle già attive prese a modello nel PNRR da replicare a livello nazionale. Ad esse se ne aggiungeranno altre 84 nuove di zecca (124,6 milioni di euro): 6 a Piacenza, 8 a Parma, 10 a Reggio Emilia, 13 a Modena, 17 a Bologna, 3 a Imola, 6 a Ferrara e 21 in Romagna. Le case della comunità consentiranno di potenziare e riorganizzare i servizi offerti sul territorio migliorandone la qualità, costituendo lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti, in particolare ai malati cronici. Vi opererà (come avviene già nelle case della salute) un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e anche assistenti sociali, per una maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale.

E’ su esse che io vorrei si basasse anche un coordinamento delle realtà del volontariato, associative del terzo settore, per una presa in carico condivisa delle persone nelle loro abitazioni, anche con l’aiuto dei mezzi di comunicazione e di sensoristica disponibili grazie all’innovazione tecnologica, ma occorrerà lavorare perché la consapevolezza di questa proiezione maturi. Temi di cui ho parlato nella mia intervista che potete trovare qui in podcast.

Il PNRR ha comunque fatto già passi importanti in questa direzione, introducendo per la sanità territoriale il modello organizzativo della centrale operativa territoriale che svolge una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra i servizi coinvolti nell’assistenza – attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie – dialogando con la rete dell’emergenza-urgenza. Previsto il potenziamento dell’utilizzo della telemedicina per supportare al meglio i pazienti, in particolare con malattie croniche e/o non autosufficienti. La Regione dovrà realizzare 45 centrali operative territoriali finanziate con oltre 15 milioni di euro: 3 a Piacenza, 5 a Parma, 5 a Reggio Emilia, 7 a Modena, 9 a Bologna, 1 a Imola, 4 a Ferrara e 11 in Romagna.

La Missione Salute del PNRR mira, inoltre, al potenziamento dell’offerta dell’assistenza intermedia al livello territoriale attraverso l’ospedale di comunità, struttura sanitaria a ricovero breve destinata a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata. Queste strutture determinano una riduzione di accessi impropri ai pronto soccorso e ad altri servizi sanitari. L’ospedale di comunità potrà anche facilitare la transizione dei pazienti dalle strutture ospedaliere per acuti al proprio domicilio, consentendo alle famiglie di avere il tempo necessario per adeguare l’ambiente domestico e renderlo più adatto alle esigenze di cura dei propri cari.

In Emilia-Romagna sono già presenti 32 ospedali di comunità; la programmazione nazionale prevede la realizzazione di ulteriori 27 strutture, per un investimento da 68 milioni di euro: 2 a Piacenza, 3 a Parma, 3 a Reggio Emilia, 4 a Modena, 5 a Bologna, 1 a Imola, 2 a Ferrara e 7 in Romagna.

Sono previsti infine: la sostituzione di 232 apparecchiature ad alto contenuto tecnologico ma con più di 5 anni (80,8 milioni); 20 interventi per la transizione digitale degli ospedali (98,6 milioni); 14 per il miglioramento e l’adeguamento sismico delle strutture ospedaliere (43,4 milioni con fondi PNRR e 98,6 con il piano nazionale complementare PNC).

E’ molto importante cogliere la fondamentale occasione di crescita e rafforzamento del servizio sanitario regionale costituita dal PNRR. Gli investimenti annunciati vanno nella giusta direzione di potenziare i servizi territoriali, rafforzare l’assistenza domiciliare, sviluppare l’uso della telemedicina e lavorare ad una efficace integrazione di tutti i servizi sociosanitari. A questo, a mio avviso, va coniugato un uso avanzato dell’informatica e della tecnologia: altra opportunità da sfruttare fino in fondo è l’enorme disponibilità di potenza di calcolo che si va configurando nel Tecnopolo bolognese e che dovrebbe fare la differenza anche in questo settore, soprattutto nella medicina di iniziativa e nella capacità predittiva dei bisogni sanitari. Inoltre va maturata la consapevolezza che le sfide del futuro, e in particolare l’aumento della percentuale di popolazione anziana, richiedono di ragionare su un perimetro che non si ferma ai servizi professionali (sanitari, sociali, sociosanitari) ma riesce ad integrarsi con l’offerta del terzo settore, del volontariato, dell’associazionismo, delle famiglie e della società civile. La sfida è talmente impegnativa che solo uniti potremo vincerla davvero.


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