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All’inizio di aprile la Giunta regionale ha sospeso il programma di potenziamento della rete regionale dei trapianti e revocato la decisione di costituire un Centro di riferimento per l’innovazione della rete trapiantologica dell’Emilia-Romagna. A valle di quella decisione sui giornali sono emerse preoccupazioni sul futuro della rete ed in particolare sul ruolo in essa del centro trapianti bolognese presso il policlinico S. Orsola-Malpighi.
Ovviamente occorre fare attenzione a non fare confusione con il Centro Regionale di riferimento per i Trapianti dell’Emilia-Romagna, che è e resta collocato presso il Sant’Orsola, come chiarito in una nota pubblicata sul sito SalutER, in cui viene confermata la volontà di rafforzare e innovare la rete trapiantologica dell’Emilia-Romagna, che ovviamente ha risentito – come tutta la sanità – del periodo di emergenza dovuto alla pandemia.
Il servizio sanitario regionale ha dovuto infatti concentrare gli sforzi nella gestione dell’emergenza, rimodulando le attività sanitarie e cercando di preservare l’erogazione delle prestazioni non differibili. L’impatto della pandemia sulle terapie intensive ha influenzato anche l’attività di donazione e trapianto di organi, richiedendo un particolare impegno da parte di tutti gli attori coinvolti per lo svolgimento e il mantenimento dei percorsi consolidati.
Ma dopo la pandemia bisognerà ripartire e l’innovazione nel campo dei trapianti è un percorso sfidante e fondamentale. La Giunta, nella stessa delibera, ha dato mandato al Direttore Generale dell’assessorato regionale di costituire un Gruppo di lavoro che preveda la presenza dei Responsabili del Centro di Riferimento per i Trapianti dell’Emilia-Romagna e del Servizio Assistenza Ospedaliera di questa Regione, nonché di rappresentanti Clinici dei Centri Trapianto regionali, per realizzare un confronto volto a valutare misure riorganizzative, tra le quali prioritariamente la verifica delle modalità di allocazione degli organi.
Nella interrogazione che ho presentato chiedo alla Giunta quali siano il piano di lavoro, le eventuali linee guida e i tempi previsti per i lavori di questo tavolo, e propongo una interlocuzione anche con la competente commissione dell’Assemblea Legislativa per ragionare sulla visione su cui orientare lo sviluppo della Rete Trapiantologica Regionale, nell’ottica di qualificare i singoli nodi della rete ma al tempo stesso evitando parcellizzazioni e duplicazioni.
Leggi il testo dell’interrogazione sulla rete trapiantologica regionale