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Body shaming e disturbi del comportamento alimentare

29 Novembre 2019 Sanità

I disturbi del comportamento alimentare nel 99% dei casi sono scatenati da problemi psicologici irrisolti, che portano a false cognizioni e percezioni di sé, su cui poi si innesca la patologia. La spinta alla “vetrinizzazione del corpo” sui social media porta ad un’esposizione della propria persona al mondo virtuale e rende ancor più difficile l’elaborazione del sé, soprattutto in quelle fasce di età in cui ancora non si hanno strumenti cognitivi per farlo. Ecco allora che il “body shaming”, ovvero il prendere in giro una persona per il suo aspetto fisico, trova nella rete un’ulteriore modalità di esternazione.

Questi sono alcuni dei temi discussi stamattina nel corso del III° Convegno Internazionale “DCA: la rete per la cura e la body shaming”, tenutosi in sala Fanti presso la sede dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, e a cui sono intervenuto per portare il saluto della Regione.

Nella nostra Regione esiste un sistema integrato di presa in carico, cura e sostegno alle persone con disturbi del comportamento alimentari e ai loro familiari, con il fondamentale contributo di associazioni che lavorano in rete con i servizi clinici. Un sistema sicuramente migliorabile, ma che rappresenta da tempo un riferimento fondamentale a livello regionale e non solo.

Al convegno sono stati esposti anche molti casi di successo terapeutico, che si riesce ad ottenere quando il paziente arriva a comprendere che ha un futuro davanti, e fa emergere la propria capacità resiliente. Inoltre, mi è sembrato positivo ascoltare gli specialisti spronare i professionisti e gli studenti presenti in sala a curare ad ogni livello (infermieristico, medico, psicoterapeutico) l’aspetto della gentilezza: per potere accompagnare una persona affetta da questo tipo di disturbi ad abbracciare un percorso terapeutico, è fondamentale accoglierla ed aiutarla a scegliere liberamente di guarire.

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