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Oggi l’Assemblea Legislativa approva la nuova legge regionale sulla tutela e l’uso del territorio. Al termine di un dibattito pubblico durato oltre un anno, che ha coinvolto i territori, le parti sociali, le categorie, gli ordini professionali e l’associazionismo ambientalista, e di un iter legislativo dove la proposta della Giunta è stata affinata in modo significativo dall’Assemblea, con un lavoro intenso dell’assessore Donini e dei tecnici, del relatore Pruccoli, della commissione ambiente e di noi consiglieri. Gli obiettivi della legge sono: porre un freno all’espansione urbanistica, spingendo sulla rigenerazione urbana e sulla riqualificazione degli edifici; promuovere l’adeguamento sismico degli immobili; dare sostegno alle imprese, purché funzionale a sviluppo e occupazione; tutelare il territorio agricolo.
Il nuovo consumo di suolo dovrà essere contenuto entro il 3% del territorio urbanizzato (nei precedenti strumenti urbanistici risultava pari all’11%) e sarà consentito solo per i progetti capaci di sostenere lo sviluppo e l’attrattività del territorio. Per quanto riguarda la semplificazione degli strumenti urbanistici, la norma supera il sistema della “pianificazione a cascata”, prevedendo un unico piano generale per ogni livello territoriale. Gli Enti locali, che si doteranno di uffici di piano per svolgere le funzioni in materia di governo del territorio, avranno tre anni dall’approvazione delle nuove norme per avviare i procedimenti di approvazione e due anni per concluderli. Infine, per promuovere la partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche dei Comuni, la legge promuove concorsi di architettura e momenti di incontro pubblici.
Come consigliere regionale, ho ritenuto di concentrare il mio impegno nella promozione di alcuni emendamenti specifici, nell’ottica di rafforzare la tutela dell’ambiente insita nel provvedimento, anche raccogliendo le sollecitazioni di associazioni ambientaliste e professionali sensibili all’argomento. Nello specifico, i miei emendamenti approvati hanno comportato le modifiche che seguono.
1. Considerato che la dispersione insediativa nella nostra Regione interessa oltre il 20% degli insediamenti, con conseguente peggioramento dell’inquinamento e della congestione, abbiamo stabilito che per i nuovi insediamenti al di fuori del territorio urbanizzato debbano essere individuate soluzioni localizzative contigue a insediamenti esistenti. In pratica questo eviterà nuove edificazioni di immobili in aperta campagna, eccetto gli ampliamenti di attività esistenti (emendamento all’articolo 5, comma 4).
2. Si prevede, da parte delle amministrazioni comunali, la presentazione annuale dello stato del consumo di suolo nel proprio territorio, comprensivo di indicatori numerici, aggiornato all’annualità precedente (emendamento all’articolo 5, comma 6).
3. In tema di disciplina favorevole al riuso e alla rigenerazione, rispetto alla genericità delle categorie contenute nel testo originario, si riducono le possibilità alle due voci davvero innovative di rigenerazione urbana dei tessuti all’interno delle città e di riqualificazione energetica e antisismica. Inoltre si dettagliano in modo specifico quali miglioramenti percepibili e concreti debbano essere realizzati (emendamento all’articolo 7, comma 2).
4. È stata stabilita, a garanzia della terzietà dei tecnici incaricati che vadano a far parte degli Uffici di Piano, l’incompatibilità (almeno per i due anni successivi) con ogni incarico attinente alla predisposizione e presentazione di accordi operativi, accordi di programma e titoli abilitativi convenzionati, attuativi del medesimo piano (emendamento all’articolo 55).
5. Si garantisce una maggiore partecipazione dei cittadini e il controllo pubblico sulle scelte più rilevanti, prescrivendo l’organizzazione di almeno una presentazione pubblica del piano durante la sua fase di formazione (emendamento all’articolo 45, comma 8).
6. Si introduce la possibilità di utilizzare i proventi dei titoli edilizi e delle sanzioni per bandire concorsi di progettazione da parte dei Comuni, per promuovere la qualità dei progetti e del costruito (emendamento all’articolo 9).
Nella speranza che questo provvedimento risponda in maniera adeguata alle sfide in atto, dotando le città e i territori degli strumenti per corrispondere alle aspettative ed ai nuovi bisogni, e determini il salto di qualità atteso nella riduzione al consumo di suolo, ho voluto rendere conto del contributo che ho portato alla redazione del testo della nuova legge.