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Il passaggio verso un’economia attenta alla sostenibilità ambientale dipende anche dalle scelte di consumo degli enti pubblici. Fin dall’approvazione della prima legge di settore nel 2009, l’Emilia-Romagna si è impegnata in questa direzione. Nel corso dell’ultima Assemblea Legislativa, abbiamo approvato il terzo Piano triennale per il Green Public Procurement. Era necessario e doveroso non solo confermare gli impegni regionali, ma anche fare bilanci e valutazioni sulle azioni fino a qui condotte.
I dati che emergono sono abbastanza incoraggianti e testimoniano una diffusa cultura amministrativa da parte degli enti locali, attenta alle tematiche delle certificazioni ambientali e degli acquisti sostenibili. Oggi la Pubblica Amministrazione regionale e locale non si interroga più sul “se” ma sul “come”, ovvero su quali siano le modalità più idonee e corrette di applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM). Nell’ultimo triennio, secondo il monitoraggio condotto dalla Regione, gli acquisti sostenibili con l’utilizzo dei CAM hanno raggiunto il 41% del totale per un milione e mezzo di euro. Nello stesso periodo, l’agenzia regionale Intercenter ha attivato 32 convenzioni quadro contenenti principi di sostenibilità ambientale e gli ordini per forniture pubbliche con elementi green hanno superato il miliardo di euro nel triennio 2016-2019.
A dieci anni di distanza dal varo della legge regionale, la Regione si pone obiettivi ancora più ambiziosi per rendere gli acquisti e le forniture sempre più “verdi”. Questo comporta il ripensamento dei fabbisogni e la modifica dei processi di consumo, in una prospettiva di riduzione degli sprechi e di ottimizzazione delle risorse. A tal fine, è fondamentale l’informazione, la formazione e la sensibilizzazione del personale. Tra i principali obiettivi del Piano, il raggiungimento di acquisti verdi al 100%, entro il 2022, per gli arredi degli uffici, carta, cartucce per stampanti, apparecchiature informatiche, servizi di pulizia e di cura verde negli enti pubblici. Oltre all’edilizia, decoro urbano, illuminazione pubblica, mezzi di trasporto, ristorazione collettiva, così come per tutti gli altri beni e i servizi coperti dai CAM, i Criteri Ambientali Minimi definiti a livello nazionale. Una sorta di “marchio di qualità” dei prodotti, che certifica la sostenibilità dell’intero processo produttivo. Il Piano si applica, oltre alle strutture regionali, anche a Province, Comuni, Acer, Università, Aziende Usl, Istituti assistenziali, Consorzi di bonifica e società a partecipazione pubblica.
Tra le azioni previste dal Piano, notevole rilievo continua ad essere riservato alle attività di sensibilizzazione, formazione e informazione del personale pubblico. Si prevede di continuare con la promozione di incontri specifici, che nell’ultimo triennio ha visto la partecipazione di oltre 900 dipendenti delle amministrazioni statali e locali. Si punta, inoltre, alla promozione degli acquisti verdi nell’ambito dell’utilizzo delle risorse comunitarie, all’assistenza da parte della Regione alle stazioni appaltanti nella previsione e adozione dei criteri ambientali e sociali nelle proprie gare e al coinvolgimento delle associazioni di categoria degli operatori economici. Particolare attenzione andrà agli aspetti più urgenti, come la riduzione delle emissioni di gas serra e la riduzione dell’utilizzo delle plastiche monouso (verso una amministrazione ‘plastic free’). Il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano sarà sottoposto a un costante monitoraggio che interesserà sia le direzioni regionali e IntercentER, sia le amministrazioni territoriali, grazie alla collaborazione con l’Osservatorio regionale dei contratti pubblici.