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L’Organizzazione Mondiale della Sanità è impegnata su tutti i temi relativi alla salute. È il primo riferimento quando si diffonde un’epidemia o sorge un’emergenza di tipo sanitario su scala internazionale, ma è attiva, da anni, anche sui temi relativi alla prevenzione, agli stili di vita e di sane abitudini tese a evitare le malattie. In questi ambiti, la miglior risposta è una politica che sappia prevedere, nel momento in cui compie le sue scelte, quali conseguenze queste determineranno sul benessere e sulla salute della popolazione.
La Rete Italiana Città Sane negli anni ha contribuito a far prendere coscienza agli amministratori ed ai tecnici dei vari Comuni, dell’importanza di questo tipo di approccio. Il Comune di Bologna ha avuto la presidenza della Rete a livello nazionale dal 2004 al 2010 [nella mia persona], poi la presidenza è passata al Comune di Modena. Ne è nata una collaborazione, non soltanto a livello politico ma anche fra i tecnici dei due Comuni, che ha dato vita ad un nucleo importante di competenze che si è andato positivamente irrobustendo anche nella collaborazione con altre città italiane.
Qual è il senso dell’adesione della Regione alla Rete? Intanto è importante che ci sia una convergenza dei vari livelli istituzionali degli Enti Locali su un progetto che li veda impegnati, ovviamente con competenze diverse, per perseguire lo stesso obiettivo. La decisione della Regione di aderire alla Rete Città Sane potrà essere propedeutica all’ampliamento dei livelli di collaborazione sui temi della prevenzione. Non a caso, in Assemblea Legislativa è attivo un intergruppo tra diverse forze politiche che sta ragionando su nuove proposte legislative in materia di prevenzione. Penso vada quindi colta l’opportunità dell’allargamento di tale gruppo di lavoro ai rappresentanti della Rete Città Sane. Inoltre, con l’adesione della Regione, anche città e comunità “minori” – ma solo dal punto di vista delle dimensioni – potranno portare un contributo importante.
In definitiva, il concetto su cui insiste l’OMS, e su cui tutti dovremmo sintonizzarci, è che stare bene non vuol dire semplicemente non essere malati, ma essere messi nelle condizioni di potersi esprimere al meglio. L’assenza di malattia è certamente una condizione auspicabile, ma non è detto che sia di per sé sufficiente a garantire la migliore qualità della vita.
Come sapete, da anni l’OMS spinge, anche attraverso le reti delle Città Sane, sul fatto che si possano fare sperimentazioni valutando non solo l’impatto ambientale, diventato uno dei requisiti richiesti per legge per costruire una grande opera, ma anche l’impatto sulla salute delle persone, come aspetto da studiare prima di prendere delle decisioni. Per tutte queste considerazioni saluto in modo molto positivo l’adesione della Regione alla Rete. L’impegno e la collaborazione con gli Enti Locali del nostro territorio, e non solo, potranno aiutarci a fare di più e meglio in termini di salute, prevenzione e promozione dell’idea di un ben vivere.
[Sintesi del mio intervento in Assemblea Legislativa del 27 settembre 2016]