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Nel giorno del ricordo una ricostruzione storica eccellente

10 Febbraio 2016 Memoria

lineamorganChi è stato in Consiglio Comunale a Bologna durante la cerimonia per il Giorno del Ricordo 2016, ha potuto ascoltare un intervento – a mio avviso eccellente – dello storico Gianni Oliva, che trovate nel video in fondo al post.

Da molti anni non manco alle celebrazioni per il Giorno della Memoria (27 gennaio), una ricorrenza internazionale in commemorazione delle vittime dell’Olocausto istituita dall’ONU, e anticipata da una legge italiana che l’ha prevista “al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. Non c’è dubbio che la Shoah sia il crimine e la tragedia peggiore del Novecento e probabilmente di tutti i tempi: fare memoria è un dovere ed una necessità perché le future generazioni sappiano e perché si diffonda una cultura di pace che eviti il ripetersi di tragedie simili.

Non manco neanche alle celebrazioni per il Giorno del Ricordo (10 febbraio), ricorrenza che ricorda “la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Una vicenda troppo a lungo dimenticata (per motivi ottimamente descritti nell’intervento nel video qui sotto), ulteriore tassello di una storia, che merita tutta di essere conosciuta e ricordata.

Il tema della memoria, relativamente a come questi e altri tragici fatti del novecento hanno riguardato l’Emilia-Romanga, è oggetto di una proposta di legge attualmente in discussione nella Commissione V dell’Assemblea Legislativa, da me presieduta, e che dovrebbe presto vedere la luce: ulteriore elemento di una coscienza che va ritrovandosi sull’importanza di tenere viva la memoria di fatti tragicamente importanti a monito di tutti noi e delle future generazioni.

Se in tutto questo c’è un neo è la sensazione che tali ricorrenze abbiano una più o meno latente coloritura politica, che si coglie dal diverso grado di partecipazione e coinvolgimento nelle due ricorrenze da parte di molti esponenti politici. Una strisciante contrapposizione che rischia di far passare il giorno del ricordo quasi come il contraltare “di destra” al giorno della memoria, che trovo controproducente da diversi punti di vista. Prima di tutto perché occorre mantenere il senso delle proporzioni, e se da un lato non è che ci si possa mettere a fare classifiche del livello di tragicità dall’altro non si può pensare di accreditare l’idea che si possa mettere tutto sullo stesso piano. Poi è vero che nell’immediato dopoguerra i profughi italiani dai territori orientali ceduti all’allora Jugoslavia sono stati considerati come  se fossero tutti fascisti, ma oggi sappiamo che si tratta di una forte distorsione della verità, ed episodi pessimi come quello che viene ricordato come il treno della vergogna (alla stazione di Bologna) sono stati da tutti riconosciuti come tali. Ma soprattutto, se vogliamo che i giovani facciano davvero memoria delle tragedie di cui stiamo parlando, occorre considerarle come patrimonio comune e mostrare una sensibilità che si allarga a tutta la classe politica.

Per questo non manco mai alle manifestazione delle giornate citate e di altre ricorrenze che consentono di mantenere la memoria di tragedie mondiali, italiane o patrimonio della nostra città, e cerco di viverle tutte quante con la partecipazione che meritano. Poi capita, com’è successo in questa occasione, che il relatore ci regali una rievocazione storica attenta, completa, profonda. Una disamina che individua con chiarezza i ruoli giocati dai diversi attori e le diverse responsabilità, facendoci rendere conto che ce n’è un po’ per tutti, non per cerchiobottismo ma per amore di verità storica. Per questo mi sono detto che valeva la pena tenere traccia di questo intervento e lo rendo disponibile qui, anche se video e audio sono tutt’altro che perfetti (è uno spezzone estratto dallo streaming dell’aula). Buona visione!

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