;
Sono convinto che il progetto del PD conservi intatta la sua validità. Se il PD è un’opera teatrale che stenta, la colpa non è del copione ma degli interpreti. L’incontro delle culture è il nodo che dobbiamo avere la pazienza di affrontare e di sciogliere. Tornare indietro avrebbe come unico effetto quello di consegnare alla destra il governo per i prossimi decenni, e non possiamo volere così male all’Italia!
Dobbiamo costruire un PD come luogo di partecipazione dove si sentano a casa credenti e non credenti, chi vive del suo lavoro e chi fatica a trovarlo, chi scommette su solidarietà e innovazione. Dobbiamo ricordarci che più che sul passato, il PD deve saper declinare una coraggiosa idea di futuro. Dobbiamo cambiare i metodi interni, e per questo ho aderito all’appello “un nuovo PD per Bologna”. Per essere credibile il PD deve praticare ciò che predica: non sarebbe poca cosa. Io lavoro per questo.
A questo proposito, non sempre ho la sensazione che abbiamo la capacità di riconoscere le priorità, che sono l’economia che arranca, la formazione, le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, i giovani che non trovano un lavoro, gli adulti che lo perdono, gli anziani soli, i nuovi poveri, gli immigrati e il mix di regole e accoglienza necessario. Dobbiamo partire dalle priorità, ancorarci ai valori che ci accomunano a partire dalla Costituzione, e lavorare per il futuro.