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Uno sguardo al futuro

Alcune idee su quel che occorre fare nel prossimo mandato

Sanità, ospedali e poliambulatori da completare e mettere in rete

I lavori in corso o che stanno per partire qualificheranno ulteriormente gli ospedali cittadini: il polo delle Neuroscienze al Bellaria, il polo dell’Emergenza al S. Orsola, il prossimo edificio di accoglienza e il parcheggio al Maggiore, la nuova ala del Rizzoli. La prossima priorità dev’essere la ristrutturazione dell’ala lunga del Maggiore.

Accanto ai lavori edilizi, deve proseguire la messa in rete metropolitana delle diverse specialità, sull’esempio di quello che in questo mandato si è fatto con gli esami di laboratorio e con l’ortopedia. Molto lavoro istruttorio è stato fatto in vari settori, ora serve la forza (politica) per procedere. Credo che la priorità debba essere rappresentata dalla pediatria, puntando a concentrare le risorse sul Gozzadini “ospedale pediatrico” all’interno del S. Orsola. Poi occorre rafforzare alcuni settori, come ad esempio la reumatologia, per mettersi all’altezza del miglior livello.

Inaugurato il poliambulatorio in San Donato, messe le premesse per quello di Navile (in area ex mercato) che ora deve essere costruito, occorre decidere la localizzazione dell’ultimo nuovo polo che è necessario costruire, in zona Savena, per completare la ristrutturazione della rete territoriale.

 

Sociale, la sfida ora è sulla sostanza dei servizi
Varata la riforma ora occorre dare gambe all’integrazione fra sociale e sanitario, rendere effettiva la valorizzazione dei quartieri, credere davvero alla separazione della gestione dall’indirizzo e controllo. Le persone che ci lavorano direttamente o nel più ampio sistema dei servizi devono sentirsi coinvolte e protagoniste del futuro. Anche perché abbiamo bisogno di tutti per avviare una complessiva riflessione sui servizi erogati, uscendo dal semplice trascinamento della tradizione degli anni che abbiamo alle spalle e interrogandosi sul come affrontare il futuro.
In questa riflessione è fondamentale puntare con forza da un lato sulla condivisione delle informazioni, con strumenti comuni ed anche con un uso innovativo delle tecnologie, per fare davvero sistema fra uffici, settori, enti diversi ma impegnati sullo stesso fronte del welfare. Dall’altro, occorre considerare l’associazionismo e il volontariato non solo come un utile punto di riferimento, ma come un attore fondamentale: senza ragionare per compartimenti stagni, e accettando la sfida di rimettersi in discussione per affrontare insieme il futuro.

 

La partecipazione può essere vincente: vedi elettrosmog, animali e altro ancora

La partecipazione dei cittadini, pur nella distinzione dei ruoli, si è rivelata affatto una perdita di tempo ma al contrario un potente fattore di successo in diversi campi.

In sanità, insieme all’associazionismo dei donatori e dei pazienti occorre macinare  strada sulla promozione della salute e di una sana cultura della solidarietà e della cura. La disponibilità alla donazione degli organi va promossa e chiesta al rinnovo della carta d’identità.

Il tavolo partecipato sulle antenne secondo me deve continuare ed affrontare le sfide che ora si trova davanti: da un lato partire dallo studio delle antenne pregresse per mettere a punto un piano di graduale bonifica degli errori del passato, dall’altro affrontare per tempo i temi posti dall’emergere di nuove tecnologie.

Sugli animali, dopo i buoni risultati ottenuti e con il nuovo regolamento sulla tutela della fauna urbana, proporrò che la partecipazione delle associazioni animaliste confluisca in una Consulta ufficialmente costituita del Consiglio comunale. Avendo sanato i problemi del passato, ora occorre prendere l’iniziativa per andare avanti, ridisegnando i compiti e l’operatività dell’Ufficio Tutela e Diritti Animali. completando il rifugio di via Bacialli con un nuovo settore per i gatti ed ampliando i servizi collegati al canile, affrontando i problemi di sicurezza che derivano da un uso improprio degli animali,  ampliando l’offerta educativa verso i cittadini.

Anche zanzara tigre, igiene pubblica e perfino i cimiteri possono beneficiare di un approccio partecipato. Sui primi temi dobbiamo continuare ad aumentare la proattività del Comune e dei cittadini, ognuno per la propria parte. Sui cimiteri dobbiamo produrre la svolta che non siamo riusciti a varare in questo mandato.

 

La tecnologia per il cittadino e la sua partecipazione

Integrazione delle banche dati, anzitutto, a partire da un completo ripensamento dell’anagrafe insieme con gli altri enti locali, la Regione e in rapporto con lo Stato. Basta coltivare ognuno il proprio orticello per mettere in piedi laboriosi scambi di dati a posteriori, dobbiamo mettere in piedi un sistema condiviso e distribuito. Oltretutto ci farebbe risparmiare, e potremmo così offrire ai cittadini un accesso personalizzato con tutto ciò che li riguarda in linea senza dover inseguire tanti uffici diversi.

Aprirsi all’Internet sociale sembra solo un’opzione possibile, ma in realtà sarà infine obbligatorio. Quindi meglio farlo subito e in modo intelligente: senza creare equivoci e confusioni, ma al contrario facendo sì che ciò possa portare ad un salto di qualità nel livello delle informazioni offerta ai cittadini e nella partecipazione che è possibile offrire loro. La parola chiave è “aprirsi” (in inglese “open”) e non è un caso che il mondo del software aperto rappresenti un potenziale di crescita che dobbiamo assolutamente saper cogliere.

Accanto a ciò, occorre stare sulla palla, come si dice in gergo calcistico. Infatti in campo tecnologico se si arriva prima si spende meno e si può guidare il processo. Quel che è stato fatto sul wireless, sulla rete, sui servizi, deve quindi continuare e crescere ulteriormente di livello e qualità. Certo, è una parola, ma siccome penso che se vogliamo abbiamo la capacità di giocare da protagonist, facciamolo!