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Dai riti dionisiaci dell’antica Grecia ai Saturnali dei Romani, il Carnevale ha origini antichissime e rappresenta da sempre i simboli della “fine” e del “nuovo inizio”. Dal latino “carnem levare”, ovvero “eliminare la carne”, in riferimento al banchetto che si teneva l’ultimo giorno di carnevale, il Martedì Grasso, prima del digiuno e dell’astinenza quaresimali, il Carnevale è un esempio del sincretismo cristiano delle origini, che ha saputo raccogliere e rinnovare la tradizione pagana. Durante le feste dionisiache e i saturnali si realizzava, infatti, un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine. Il carnevale rappresentava un periodo di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l’ordine costituito che, una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva rinnovato e garantito per un ciclo – l’anno solare – valido fino all’inizio del carnevale seguente. Il carnevale nasce dunque come momento di caotica socialità che precede il tempo liturgico della Quaresima, come un ricco scambio tra generazioni, un modo per socializzare, tramandare e accogliere le tradizioni.
Il Carnevale di San Giovanni in Persiceto è ufficialmente nato nel 1874: quest’anno ha festeggiato i suoi 150 anni. La sua peculiarità sono i carri, costruiti in gran segreto perché l’unicità del Carnevale persicetano è lo ‘spillo’. L’origine risale al 1885, quando il carro della Società dei Venti, dal titolo ‘la Grotta di Plutone’ effettua in piazza per la prima volta una complessa azione scenica, con la trasformazione del carro da castello in grotta, da cui esce un grande drago, alla presenza di attori mascherati. Da allora diventa tradizione lo spillo (in dialetto “al Spéll”) eseguito dal carro, il momento durante il quale ogni carro si trasforma, muta la sua architettura e diventa palcoscenico per rappresentare la satira. La sua completa trasformazione ne svela il significato allegorico. Non a caso San Giovanni in Persiceto è definita anche “Città del carnevale storico e dello spillo”.
Il carro vincitore ha l’onore di vedere il nome della propria società ricamato in oro dietro al gonfalone di Re Bertoldo, e riceve il gonfalone bianco del primo classificato, che si fa via via più scuro, fino al nero, il colore dell’ultimo. Il Re del carnevale Bertoldo non è la maschera più illustre ma un personaggio letterario, nato nel 1606 dalla penna di Giulio Cesare Croce (“Le sottilissime astuzie di Bertoldo”) e un quadro che lo ritrae si trova sotto il portico del palazzo comunale. Accompagnato dal figlio Bertoldino e dalla Moglie Marcolfa, ancora adesso Re Bertoldo sfila con la sua corte in costumi d’epoca e legge la sua zirudella, rigorosamente in dialetto, dando il via alla competizione.
Artisti di grande spessore hanno partecipato, offrendo il proprio contributo. Fra le grandi firme che hanno ideato i carri di Persiceto, ad esempio, ci sono artisti come Quinto Ghermandi, Gino Pellegrini, Pirro Cuniberti, Mario Martinelli. E tra i giurati nella lunga storia persicetana troviamo Enzo Tortora, Roberto Freak Antoni, Michele Serra, Giorgio Celli, Serena Dandini.
Il carnevale di Cento risale al 1546 ed è uno dei più antichi d’Italia: se ne hanno notizie grazie al famoso pittore centese Gian Francesco Barbieri detto il “Guercino”, che lo raffigurò nei suoi affreschi. Nel corso del 1600 si passa dall’antica tradizione di soggetti fiabeschi all’adozione di mascheroni rappresentanti personaggi e atteggiamenti dell’epoca e nei primi del 1900 i Centesi pensano di creare un proprio re a simbolo del carnevale Centese. Questo personaggio doveva rappresentare la coscienza dei suoi concittadini. Nasce così Tasi, Luigi Tasini, che un tempo era realmente esistito. La festa ha mantenuto i connotati della manifestazione locale sino alla fine degli anni ‘80 quando è iniziata una vera e propria rivoluzione, che lo ha portato al gemellaggio con il Carnevale di Rio de Janeiro, il più famoso del mondo. Il programma è ogni anno molto ricco: oltre alla gara per lo scettro di miglior carro allegorico, si svolgono balli di samba a cura di ballerine e ballerini provenienti direttamente dal Brasile, spettacoli musicali e manifestazioni sportive (dalle sfilate di automobili alle gare di nuoto, fino alla Camminata di carnevale). Sempre presenti laboratori per bambini, rievocazioni storiche, burattini, concerti e il DJ set. A chiudere la manifestazione lo spettacolo pirotecnico e musicale alla Rocca. Sia Cento sia Persiceto hanno avviato l’iter per la candidatura come patrimonio culturale immateriale UNESCO.
La Regione sostiene la tradizione del Carnevale, riconoscendone la rilevanza storico-culturale nella legge del 2022 (3 ottobre 2022, n. 14.), e ha istituito l’Albo regionale dei carnevali storici (con almeno 20 anni di vita e continuità di edizioni negli ultimi 30 anni). Nella legge si riconosce il ruolo dell’associazionismo e degli enti del terzo settore e vengono assegnati contributi agli organizzatori. E non solo: vengono promosse anche mostre, attività di studio e ricerca, e la gestione di luoghi per la documentazione aperti al pubblico.