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No all'innalzamento dei limiti per l'elettrosmog: approvata in aula la mia risoluzione

Mantenere i valori di attenzione per i campi elettromagnetici a radiofrequenza (come le emissioni della telefonia mobile) attualmente in vigore, ovvero 6 V/m (volt per metro). Prevedere poi che la modalità di misurazione di questo valore, che attualmente avviene sulla media delle 24 ore, torni come rilevamento puntuale sulla media dei 6 minuti nelle ore di maggiore traffico telefonico. Via libera dall’Assemblea Legislativa alla risoluzione a mia prima firma, approvata ieri a maggioranza e sottoscritta anche da Silvia Piccinini del Movimento 5 stelle, da Silvia Zamboni di Europa verde e da vari colleghi del PD.

In questo modo, l’Emilia-Romagna si oppone all’innalzamento dei limiti di emissioni elettromagnetiche. Nei giorni scorsi, infatti, è stato approvato un emendamento di Fratelli d’Italia al DDL Concorrenza che consente l’innalzamento della soglia in Italia dagli attuali 6 V/m a 15 V/m. Il dibattito è dunque attualmente aperto a livello nazionale e con questa risoluzione siamo intervenuti esprimendo una posizione chiara.

Spesso, specialmente in risposta alle esigenze tecnologiche, siamo chiamati a dover bilanciare le preoccupazioni per la salute con le necessità tecniche e tecnologiche: ad esempio, nel campo dei trasporti, della mobilità o, come in questo caso, delle comunicazioni. L’idea di chi ha proposto l’emendamento al DDL Concorrenza di innalzare il valore di 6 V/m, attualmente considerato il limite massimo tollerabile in presenza di persone, è legata allo sviluppo delle nuove tecnologie, in particolare l’avvento del 5G e le crescenti esigenze di utilizzo di questa tecnologia. Si ritiene che l’innalzamento di questo limite sia necessario per far fronte a tali sviluppi.

Tuttavia, sono convinto, e anche per questo ho promosso questa risoluzione insieme ad altri colleghi, che l’innalzamento dei limiti non sia affatto necessario. Non vale proprio la pena di compromettere ulteriormente la salute dei cittadini aumentando il limite che è stato stabilito in Italia da molti anni a 6 V/m, perché il servizio può essere tranquillamento erogato rispettando questo limite. Oltretutto ci sono già state modifiche alla modalità di misurazione di questi 6 V/m: originariamente, venivano misurati in un breve intervallo di tempo, ma successivamente si è deciso di considerare il valore medio sulle 24 ore. La mia opinione è che dovremmo tornare al metodo di misurazione precedente, basato su 6 minuti, mantenendo il limite senza innalzarlo. L’idea di aumentare i limiti mi pare essere una scelta dettata dalla comodità, un assoggettamento alla logica finanziaria delle società che installano e gestiscono le antenne. Con limiti più alti possono installarne meno ma di maggiore potenza, rispetto a installarne di più, ma di minore potenza, e chiaramente risparmiano sul piano economico aumentando però la esposizione delle persone ai campi elettromagnetici e venendo meno al principio di precauzione.

La domanda corretta da porsi è dunque la seguente: tra due opzioni equivalenti per garantire il servizio, scegliamo quella più conveniente per i gestori di telefonia mobile dal punto di vista finanziario, oppure facciamo una scelta per tutelare la salute dei cittadini? L’alternativa migliore è certamente quella di avere più antenne, con una maggiore densità, soprattutto nelle aree urbane, ma con una minore potenza, offrendo una maggiore tutela della salute dei cittadini. Data l’assenza di una reale esigenza tecnologica, ritengo dunque che l’aumento dei limiti non sia giustificato. Ebbi occasione di toccarlo con mano anni fa, nel mio precedente ruolo di assessore alla salute a Bologna, quando ho coordinato un tavolo di confronto tra gestori di telefonia mobile, comitati di cittadini, tecnici sanitari e altre parti interessate, riuscendo a decidere il posizionamento di antenne per la telefonia mobile con emissioni che stavano largamente al di sotto dei limiti legali. Invece di affidarci a una burocrazia che concede o nega semplicemente in base ai limiti di legge, dovremmo promuovere una maggiore partecipazione per riuscire a collocare le antenne in modo ottimale per garantire sia il servizio che la salute.

La risoluzione invita i parlamentari a sensibilizzare il Governo affinché faccia scelte più compatibili con la salute dei cittadini, consentendo lo sviluppo delle nuove tecnologie senza toccare il limite attuale e anzi possibilmente ripristinandolo a una misurazione puntuale su 6 minuti, che ha dimostrato di tutelare efficacemente la salute e di permettere uno sviluppo notevole della rete cellulare.

Puoi leggere qui il testo integrale della risoluzione, la notizia su Cronaca Bianca e allego di seguito il video del mio intervento in aula.

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