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Notti senza sorvoli aerei, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

23 Giugno 2023 Ambiente

Cosa osta a utilizzare il solo lato ovest della pista ogni volta che i movimenti aerei sono inferiori ai 14 movimenti orari? Questa è la domanda che ho posto oggi durante l’audizione in commissione sul rumore aeroportuale, e a cui non ho ricevuto risposta. Ma andiamo con ordine.

Da pochi giorni è in vigore durante la notte (dalle 23 alle 6) un nuovo protocollo all’aeroporto Marconi che prevede che decolli e atterraggi avvengano verso e dal lato ovest della pista, dunque senza sorvoli della città di Bologna. Questo scelta è conseguenza dello scontro che c’è stato fra Comune e Aeroporto a seguito della minaccia del sindaco di chiudere lo scalo in orario notturno, cui è seguita una trattativa fra le parti che ha coinvolto anche il Ministero e che si è conclusa con la decisione di cui sopra. 

E’ certamente un passo avanti, ma perché viene presentata come un enorme sforzo se è precisamente quanto prevedeva una direttiva di ENAC del 2016 ed è dichiaratamente lo scopo con cui sono state stabilite tariffe differenziati per l’IRESA, la tassa sul rumore degli aerei introdotta da alcuni anni anche in Emilia-Romagna? E perché non può essere la normalità quando il numero di movimenti aerei all’ora è inferiore al limite di 14 movimenti/ora, valutazione contenuta in un recente studio di ENAV per conto dell’aeroporto Marconi? Ieri in commissione erano presenti diversi esponenti istutuzionali, e ho posto la domanda a Nazareno Ventola, AD di Aeroporto.

Riporto di seguito il mio intervento:

Ovviamente si potrebbe spaziare in tante considerazioni, ma voglio porre una sola domanda molto precisa. Nel 2016 era stato scritto chiaramente nelle prescrizioni di ENAC che si sarebbe dovuto volare preferenzialmente su Bargellino, soprattutto nelle ore notturne. Questo non è accaduto. Negli anni successivi la Regione ha deciso l’introduzione dell’IRESA. I consiglieri che hanno portato avanti questa legge in Assemblea Legislativa siamo stati io per il PD, e la consigliera Piccinini per il M5S. Nella legge c’è scritto chiaramente che si incentivano decolli e atterraggi verso e dalla direzione opposta a quella di Bologna. Quindi, c’è un’indicazione chiara rispetto alla operatività che si richiede.

Da ultimo, è stato fatto lo studio, già citato, che ha fornito una risposta tecnica molto chiara e convincente, indicando che fino a 14 movimenti all’ora possono essere gestiti utilizzando solo un lato della pista, mentre se si supera questo numero di movimenti aerei allora è necessario usare entrambi i lati della pista per evitare i tempi morti che sono connessi alle procedure di sicurezza per gestire decolli e atterraggi che provengono e vanno verso la stessa direzione.

La domanda è quindi: che cosa impedisce nell’operatività normale di utilizzare solo quel lato della pista con decolli verso ovest e atterraggi da ovest in tutte le fasce orarie che prevedono meno di 14 movimenti all’ora? Che cosa osta? Perché sembrerebbe la scelta più naturale, e se fosse stata fatta non sarebbe stato neanche necessario varare un nuovo protocollo per la notte, perché nella fascia oraria notturna siamo sempre sotto i 14 movimenti all’ora.

Nel corso del suo intervento conclusivo, l’AD Ventola (non) mi ha risposto così: “Sull’uso delle piste contrapposte anche al di fuori della fascia oraria notturna, questo è un tema di ENAV, non possiamo rispondere.”

Nota: “uso delle piste contrapposte” è un tecnicismo per indicare che si decolla verso lo stesso lato della pista da cui si atterra, ossia si usa solo un lato della pista – nel caso specifico di Bologna quello ovest verso Bargellino. 

A questo punto farò una interrogazione per porre la stessa domanda, nella speranza che chi può rispondere lo faccia. 


28/06/2023: Testo della interrogazione e Comunicato stampa

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