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Troppe parti in commedia

11 Maggio 2023 Riflessioni

L’altro ieri sono andato al consiglio di quartiere Navile, aperto ai cittadini, sul problema del rumore aeroportuale. Non era la prima volta: da anni cerco di essere presente agli incontri coi cittadini su quel tema, che seguo come consigliere regionale. Però stavolta non ho resistito fino alla fine, e voglio spiegare perché.

Premessa: da molti anni i cittadini del Navile si lamentano del rumore degli aerei diretti verso o in partenza dall’aeroporto Marconi.  Un disagio che ovviamente è andato crescendo con l’incremento del traffico aereo sull’aerostazione bolognese, che sappiamo essere molto vicina al centro abitato. E da molti anni assistiamo al sottile conflitto fra la promozione dello scalo aereo – con tutte le sue valenze e ricadute turistiche, lavorative, economiche, sociali per il territorio – e la tutela della salute acustica (e non solo) dei cittadini che vivono nelle aree interessate dai sorvoli. È evidente come il punto di equilibrio fra esigenze conflittuali dipenda dalle priorità che si assegnano ai diversi aspetti della questione. 

Quali sono le strade possibili? Ne vedo solo due. Se si ritiene prioritario lo sviluppo dell’aeroporto (scenario A), si potrà cercare di minimizzare il disagio acustico sull’abitato con ogni mezzo percorribile che sia però compatibile con l’operatività aeroportuale e la sua crescita. Se viceversa si ritiene prioritario il rispetto acustico dell’abitato (scenario B), si dovrà mettere in discussione la strategia di sviluppo dell’aeroporto e ragionare su scenari futuri integrativi o alternativi. Ora, al di là delle dichiarazioni di maniera che a volte si fanno, a me pare molto chiaro che da molti anni ci stiamo muovendo nello scenario A, e non riconoscerlo sarebbe veramente poco sincero.

Uso il plurale e dico “ci stiamo” perché mi ricordo di essere un consigliere regionale del PD, e qui siamo noi a essere al governo e anche da parecchi anni. Certo, ho ben presente che ci sono dinamiche interne e sovente posizioni differenziate nel partito e nella maggioranza: è vero anche in questo caso. Però al di là del confronto interno, alla fine quello che conta sono le scelte che vengono fatte e le loro conseguenze per i cittadini. Ad esempio io so quanto ci ho messo per convincere noi stessi ad accogliere la richiesta dei grillini che da anni ci chiedevano di attivare la tassa sul rumore aeroportuale (Iresa), perché c’era fra noi chi temeva che potesse penalizzare la competitività dell’aeroporto. Alla fine, nel 2018 abbiamo deciso di attivarla, nel 2019 abbiamo modificato la legge applicativa per incentivare i voli che non sorvolano la città in decollo o in atterraggio (pagano la tassa in misura ridottissima), nella speranza che ciò potesse spingere a privilegiare i movimenti sul lato ovest della pista, quello opposto alla città. Dopo un iter implementativo che non definirei fulmineo, la tassa è infine entrata in vigore ad inizio 2023, ma siccome i decolli e gli atterraggi sulla città continuano, direi che possiamo già dire che non sia stato un passo avanti decisivo. La motivazione fondamentale è stata recentemente chiarita dallo studio commissionato da Aeroporto, le cui risultanze dicono che se si usasse solo il lato ovest della pista per decolli ed atterraggi (meteo permettendo) si potrebbero gestire al massimo 14 movimenti l’ora, contro i 26 ottenibili usando un verso per i decolli e l’altro per gli atterraggi. Considerando che il Marconi supera i 70 mila movimenti annui e tende a crescere, si fa presto a fare un po’ di proporzioni.

Se quella sull’Iresa è stata una piccola battaglia (interna) vinta, sia pur non risolutiva – ma comunque ne derivano risorse da investire su monitoraggi e mitigazioni – altre purtroppo le ho perse. Come è noto, infatti, io ed altri nutrivamo dubbi sulla bontà della tecnologia scelta per il People Mover, e in una fase sarebbe bastato evitare di rifinanziarlo perché il progetto si fermasse da solo. Noi abbiamo proposto riflessioni ed ordini del giorno, ma non sono bastati perché alla fine abbiamo deciso di insistere e di completarlo: continuo a usare il plurale, anche se mi costa molto. Oggi il PM è cosa fatta (e peraltro le lacune previste si sono puntualmente presentate) ed è un tassello in più che spinge il Marconi a crescere come porta di accesso alla città. Mentre resta ancora nell’elenco dei progetti futuri il collegamento fra l’aeroporto e la stazione del SFM, che io e altri abbiamo finora invano auspicato (sul tema SFM aggiungerò qualche ulteriore parola in coda). Insomma, lo sviluppo e la crescita dei voli gestiti dal Marconi sono la conseguenza di scelte che abbiamo fatto. Abbiamo fatto – ancora il plurale – perché in alcuni frangenti chi come me ha fatto alcune battaglie che avrebbero potuto prefigurare esiti diversi è finito in minoranza nel partito. Siamo nello scenario A in virtù delle scelte che abbiamo fatto perché la maggioranza interna al PD le ha fortemente volute, sovente trattando con malcelato fastidio chi come me ha provato a proporre strade diverse. 

Per questo, quando l’altro ieri ho sentito evocare lo scenario B da esponenti del mio partito che afferiscono alla suddetta maggioranza, non ho resistito. C’è chi ad esempio ha detto che è stata la Regione ad essere stata assente nella pianificazione aeroportuale, che è stato sbagliato aver concentrato tutto sull’aeroporto di Bologna, che bisognerebbe spostare su quello di Forlì una parte consistente dei voli, e così via. Certo, l’assemblea borbottava e ribolliva, e non pareva soddisfatta delle prospettive di miglioramento che sono state illustrate. Ma c’è un limite anche alle parti in commedia che ognuno di noi può svolgere. E se io devo fare lo sforzo di stare in squadra e assumermi quota parte della responsabilità di scelte che ho invece cercato di avversare finendo in minoranza nel mio partito, trovo veramente surreale che chi è espressione della maggioranza che quelle scelte le ha fortemente volute, oggi possa fingersi sorpreso dal fatto che il PM ha dei problemi oppure provi ad addossare alla Regione responsabilità non sue. O meglio: forse nel caso specifico l’unica responsabilità della Regione è stata quella di adeguarsi alla linea proposta da chi governava Bologna…

Quindi suggerisco sommessamente di recuperare dignità e provare a stare al merito. Se c’è un cambio sostanziale di linea della maggioranza del PD sull’aeroporto, lo si dica in chiaro, magari riconoscendo come inopportune alcune scelte passate. Ma se non c’è, allora lo spazio di manovra per i correttivi sul rumore degli aerei è quello dello scenario A: fare il possibile senza mettere in discussione lo sviluppo dello scalo bolognese. In fondo la presidente di quartiere lo ha detto introducendo l’incontro, dicendo che dobbiamo fare coesistere le due esigenze, prima che qualcuno dei suoi consiglieri si facesse prendere dall’entusiasmo di suggestionare la platea. E il possibile comprende, come illustrato durante l’incontro in modo puntuale da un tecnico di Aeroporto, la virata anticipata in fase di decollo, che potrebbe mitigare l’impatto sonoro su Corticella spostando il carico acustico verso la zona dei laghetti del Rosario (ovviamente la spiegazione non ha scatenato l’entusiasmo dei residenti nella zona dei laghetti). Altra misura possibile, secondo me, sarebbe fare decollare e atterrare sul lato ovest almeno nelle fasce orarie in cui si scende sotto i 14 movimenti/ora. Qualcuno ha chiesto giustamente ragione dei sorvoli della città in orari notturni per voli isolati. Qualcun altro ha suggerito, opportunamente, di privilegiare la città nella scelta del verso a seconda degli orari: siccome al mattino partono molti più voli di quanti arrivano, si scelga di decollare verso ovest; e alla sera, quando il rapporto si inverte, si atterri da ovest. In futuro, potremo sperare nei nuovi aeroplani più silenziosi. Insomma, qualcosa di meglio si può fare ed è doveroso farlo: ma si tratta di mitigazioni e il tema del rumore purtroppo resterà. Almeno finché restiamo nello scenario A.

A proposito di scenari, voglio dire una parola sul Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM). Nei giorni scorsi è stato annunciato un accordo fra Città Metropolitana e Regione per aggiungere più corse, più treni e rendere passanti alcune linee. Sono passi avanti sicuramente positivi. Certo, bisognerebbe anche in questo caso trovare la giusta misura nelle dichiarazioni, che mi pare ci sia nei comunicati istituzionali ma non nei post social del sindaco dove la dipinge come se fosse il punto d’arrivo del SFM, da cui invece siamo ancora lontani. Un’enfasi eccessiva, come il fact checking da parte dei giovani di Volt ha dimostrato.  Ma non è solo questo ad avermi colpito. L’aspetto per me più doloroso è il procedere coi lavori di interramento della parte urbana della linea Bologna-Portomaggiore a binario unico. La realizzazione dell’interramento a binario unico senza prevedere lo spazio per il raddoppio della linea è un errore sciagurato, come io e altri abbiamo ripetuto per anni, ma senza mai riuscire ad ottenerlo. Perché se mi si dice che i fondi sono pochi e possiamo aggiungere solo tre treni e venti corse, io lo capisco, perché in ogni caso posso continuare a sperare che col tempo si renderanno disponibili nuove risorse e si potranno aggiungere tasselli al mosaico, in modo da avvicinarsi sempre di più al SFM promesso. Ma investire decine di milioni di euro senza la lungimiranza di prevedere non dico già il doppio binario ma quanto meno lo spazio per poterlo mettere in futuro, quello proprio non ha senso, perché significa rinunciare per sempre a raddoppiare quella linea. Che magari in un futuro prossimo invece potremmo scoprire essere essenziale, ma a quel punto ormai sarà tardi per rimediare. A proposito di battaglie (interne) perse. 

Vorrei concludere con una nota di speranza per i cittadini arrabbiati per il rumore degli aerei, ma proprio non riesco, perché sarebbe bello pensare che quanto abbiamo ascoltato l’altra sera siano segni di ravvedimento e possa a questo punto palesarsi davvero la disponibilità a ragionare sullo scenario B. Se ci fosse quella volontà, si sarebbe espressa per esempio nel prevedere il collegamento fra la stazione Aeroporto di SFM e l’aerostazione; e con l’accettare la pressante richiesta dell’interramento a doppio binario della linea Bologna-Portomaggiore che in tanti abbiamo fatto per anni. So che qualcuno dirà che sono cose che non c’entrano, ma ne siete davvero sicuri? Poi non so se questo accordo con SFM sia un risultato ottenuto da Coalizione Civica in cambio del via libera su altre questioni, ma se lo è non mi pare davvero decisivo. Lo dico mentre penso non solo al fact checking di Volt ma anche al fact checking che dovremmo doverosamente fare di accordi pregressi come questo e all’occasione mancata dell’interramento a binario singolo…

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