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I disturbi dello spettro autistico sono un insieme eterogeneo di disturbi del neuro-sviluppo caratterizzati da deficit persistente nella comunicazione e nell’interazione sociale e pattern di comportamenti, interessi o attività ripetitivi. C’è un dato preoccupante, emerso dalla valutazione dei dati epidemiologi e regionali, secondo il quale il numero di utenti seguiti dal servizio di Neuropsichiatria infanzia e adolescenza (NPIA) affetti da disturbi dello spettro autistico assistiti in Emilia-Romagna, in dieci anni, è cresciuto del 244,9%, passando dai 1.584 del 2011 ai 5.464 del 2021.
Già dal 2018 la Regione, con l’intento di definire standard qualitativi comuni per le aziende sanitarie, ha adottato il Programma Regionale Integrato per l’assistenza alle persone con disturbo dello spettro autistico (PRIA), prevedendo obiettivi clinici e organizzativi innovativi che hanno determinato nel tempo una maggiore tempestività della diagnosi. Il nuovo Programma Regionale Integrato Autismo 2023-2027 (PRIA) è di recente approvazione ed è il risultato di un lavoro congiunto durato due anni che ha coinvolto le associazioni dei familiari, gli uffici degli Assessorati Salute, Welfare e Scuola della Regione, le Aziende sanitarie, l’Ufficio Scolastico Regionale e gli enti locali.
La Commissione IV Politiche per la salute e politiche sociali, nella seduta di ieri, ha approvato una risoluzione per impegnare la Giunta a dare piena attuazione agli obiettivi del PRIA 2023-2027. Un atto che anch’io ho firmato, e che fa proprie importanti richieste che provengono dalle associazioni attive sull’autismo: è, prima di tutto, necessario assicurare una dotazione di personale adeguata, sia nelle neuropsichiatrie infantili sia nei dipartimenti di salute mentale, per favorire la diagnosi precoce e la tempestiva presa in carico. Inoltre, è fondamentale rafforzare la collaborazione fra nidi, scuola dell’infanzia e pediatri di libera scelta – anche con una formazione specifica – per intercettare precocemente i disturbi dello spettro autistico tra i bambini. Per raggiungere questi obiettivi è centrale il confronto con le associazioni che rappresentano le famiglie e le persone con disturbo dello spettro autistico.
A queste associazioni va sempre il mio grazie, per il prezioso lavoro che svolgono a sostegno dei familiari e delle persone con disturbi dello spettro autistico e per l’importante contributo nella definizione delle scelte sociali e sanitarie su questi temi.