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L’Assemblea legislativa ha approvato ieri all’unanimità la nuova legge a sostegno delle comunità energetiche rinnovabili (CER) e degli autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente. Cosa sono le CER? Sono soggetti che si uniscono per la produzione, la condivisione e lo scambio di energia a impatto zero prodotta attraverso impianti di energia rinnovabile. Si tratta di persone fisiche, imprese, enti e autorità locali. Al momento sono una ventina in Italia; in Emilia-Romagna ci sono diverse sperimentazioni e si sta già lavorando a nuove realtà condominiali o in distretti produttivi.
Con la legge regionale l’Emilia-Romagna intende dare un forte sostegno a queste realtà. In modo molto concreto: definendo i protagonisti di questa rivoluzione energetica volta all’autoconsumo, le modalità con cui poterlo fare e i finanziamenti per favorire e accelerare questo passaggio.
Un bel risultato, che racchiude in sé una sfida: proporre un nuovo modello culturale, nel quale i cittadini da semplici fruitori di energia diventano produttori di energia rinnovabile (vale a dire energia pulita, estratta da fonti naturali e non soggette ad esaurimento come il sole, il vento, l’acqua e così via). Non è una sfida semplice, ma è necessaria, se vogliamo affrontare con coerenza i problemi nell’approvvigionamento di energia. Non solo quelli contingenti, come quelli legati alla guerra della Russia contro l’Ucraina. I risvolti sono soprattutto sociali e riguardano la qualità della vita che è giusto garantire a tutti. Ogni nostra attività richiede energia, infatti, e in generale il miglioramento delle condizioni di vita richiede energia: serve per l’acqua corrente, l’acqua calda, il riscaldamento, il frigorifero, insomma per cose a cui tutte le famiglie al mondo dovrebbero avere accesso. E poi serve per gli asili nido e le scuole vicino casa, ospedali e strade, nonché per l’industria e la produzione. Se da un lato è giusto non sprecare energia, la prospettiva è proprio quella di estrarla da fonti rinnovabili e pulite, in modo da risolvere tutti i problemi energetici con un impatto ambientale minore o nullo e utilizzare al meglio l’energia prodotta.
La legge in dettaglio
Gli obiettivi europei (direttiva europea n. 2018/2001) di sostenibilità ambientale e di produzione e consumo di energia da fonti rinnovabili sono tutti perseguiti nei 9 articoli di cui si compone la legge: agevolare la produzione distribuita, lo scambio, l’accumulo e la cessione di energia rinnovabile per l’autoconsumo; ridurre la povertà energetica e sociale, perseguire l’indipendenza e l’autonomia energetica e realizzare forme di efficientamento e di riduzione dei prelievi energetici dalla rete.
La partecipazione alla comunità di energia rinnovabile è aperta a tutti i consumatori e, per quanto riguarda le imprese, non può costituire l’attività commerciale e industriale principale. L’obiettivo principale della comunità energetica è quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi soci o membri o alle aree locali in cui opera la comunità e non quello di realizzare profitti finanziari.
Le comunità energetiche rinnovabili e gli autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente partecipano alla generazione distribuita di energia da fonte rinnovabile; l’energia autoprodotta è utilizzata prioritariamente per l’autoconsumo istantaneo in sito ovvero per la condivisione con i membri della comunità, mentre l’energia in eccedenza può essere accumulata e venduta anche tramite accordi di compravendita di energia elettrica rinnovabile, direttamente o mediante aggregazione.
La Regione metterà a disposizione contributi e strumenti finanziari dalla fase di costituzione delle comunità energetiche, alla fase di predisposizione di progetti fino alla fase di acquisto e installazione degli impianti energetici. Non mancherà, poi, una campagna di comunicazione e informazione. Con i fondi del Pnrr, inoltre, ci saranno 2,2 miliardi per le comunità energetiche nei comuni sotto i 5mila abitanti.