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Sostenere le case famiglia e il sistema di accoglienza dei minori, garantendone la qualità attraverso un sistema di accreditamento regionale e un’armonizzazione dei contributi per i nuclei familiari che accolgono. A impegnare la Giunta su questi obiettivi una risoluzione del PD che è stata approvata ieri in Assemblea Legislativa, a mia prima firma e sottoscritta anche da altri consiglieri del gruppo PD.
Dopo la vicenda di Bibbiano, la Regione ha intrapreso una riqualificazione del sistema di accoglienza dei minori, istituendo due commissioni d’inchiesta sui procedimenti di tutela ed eventuale allontanamento dei minori dalle famiglie. Le commissioni hanno dato indicazioni comuni, in particolare sulla necessità di definire un “percorso di qualità della tutela dei minorenni” a regia regionale e sull’istituzione di un tavolo regionale che lavori su questo obiettivo. Mentre il tavolo di lavoro avviava i suoi lavori, i Comuni che dovevano procedere comunque con affidamenti si sono trovati nella condizione di continuare comunque ad operare, e per farlo ed andare sul sicuro hanno emanato bandi di grande complessità, col rischio di un grave aggravio burocratico soprattutto per le realtà di case-famiglia più piccole, e normando una serie di questioni non sempre in modo del tutto convincente.
Ad esempio, l’ASP di Bologna ha indetto alcuni mesi fa una procedura per un accordo quadro con più operatori che è stata oggetto di critiche da parte di numerose associazioni e cooperative attive nell’accoglienza ai minori. In particolare, le critiche riguardavano: la sostenibilità dell’impianto economico, che avrebbe avvallato un sistema di accoglienza al ribasso; l’art. 18 per cui, trascorsi 9 mesi dalla stipulazione dell’accordo quadro, i minori già inseriti in comunità che non hanno sottoscritto l’accordo verrebbero trasferiti in strutture che l’hanno firmato; la gestione degli incontri dei genitori con i figli, rimessa interamente alle strutture residenziali; un sistema di dimissioni del minore che non terrebbe sufficientemente conto del parere della struttura; la richiesta di significative fideiussioni bancarie e di un fatturato minimo, condizione che escluderebbe la partecipazione delle piccole case-famiglia al sistema di accoglienza e l’obbligo ad accogliere il minore soltanto in base al criterio del posto vuoto, senza considerare i fattori educativi.
Raccogliendo le segnalazioni ed il disagio delle comunità di accoglienza a proposito di questo bando di ASP Bologna, la risoluzione chiede alla Regione di lavorare per arrivare ad un vero e proprio accreditamento regionale: in questo modo le complesse verifiche per appurare i requisiti di qualità verrebbero fatte una volta per tutte, e gli enti locali potrebbero semplicemente dopo verificare il possesso dei requisiti nell’anagrafe regionale degli accreditati. Inoltre la risoluzione chiede di sostenere gli enti locali nel realizzare progetti di affidamento familiare, ad armonizzare i contributi dei Comuni per i nuclei accoglienti e a prevedere nelle future manovre di bilancio un adeguato sostegno a questi obiettivi.
Ad essere investito sul piano tecnico di questi compiti dalla Giunta sarà proprio il tavolo di regia regionale, il cui lavoro dei mesi scorsi ha già portato i suoi primi frutti, con le indicazioni per la costituzione e il funzionamento delle équipe di secondo livello. La delibera di Giunta regionale n. 1627 del 18 ottobre 2021 ha, infatti, approvato l’istituzione delle équipe e di un board regionale di monitoraggio. Nel corso del 2021 le AUSL dovranno concordare con gli enti locali del proprio territorio, in sede di Conferenza territoriale sociale e sanitaria, le modalità di attivazione delle équipe di secondo livello, che dovranno essere operative entro il 30 marzo 2022.