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La mattina del 21 giugno 2021, solstizio d’estate, potrebbe essere una mattina come tante altre per i bolognesi. Sui giornali, accanto alle notizie sugli Europei di calcio e sul progredire della campagna vaccinale, potrebbero trovare la notizia della vittoria di Matteo Lepore alle primarie del centrosinistra. Anche i sassi a Bologna sapevano, da anni, che era lui il predestinato a succedere a Virginio Merola, e se qualcuno avesse mai avuto un dubbio, negli ultimi giorni della campagna era arrivato puntuale l’appoggio di quelli che contano: da Nicola Zingaretti a Enrico Letta, da Giuseppe Conte a Romano Prodi. Papa Francesco non pervenuto, ma magari aveva altri impegni.
E così, in quella bella mattina di sole, sorseggiando un caffè, il bolognese penserà che tutto è andato come previsto. D’altra parte alle primarie vere chi ci ha mai davvero creduto? Ogni volta si dice che sono un confronto libero fra persone, che a scegliere sono gli elettori, poi la macchina si mette in moto per fare sì che il risultato sia quello che deve essere. Fu così per la Bartolini nel 1999, per Delbono nel 2008, per Merola nel 2011, perché stavolta avrebbe dovuto essere diverso?
E quelli che alle primarie ci avevano creduto sul serio, pensando di potere fare una scelta davvero libera, e avevano sostenuto la candidata “sbagliata”? Peggio per loro, essendo del PD avrebbero dovuto sapere che non bisogna credere davvero alle cose che si dicono. In fondo, come ha detto Lepore, “i dirigenti del PD che sostengono Isabella sono grandi e vaccinati e si assumono le loro responsabilità”. Gli hanno fatto anche un ricorso contro, anche se non si sa chi l’abbia promosso veramente. I giornali avevano scritto Luciano Sita, ma poi in una intervista lui stesso ha spiegato che ha accettato di firmarlo, ma non l’avrebbe mai reso pubblico. Evidentemente qualcuno ha chiesto a lui, a Gianni Grazia e a Mauro Olivi di firmarlo, poi lo ha reso pubblico: tanto lo scopo non era disciplinare in senso stretto (tutto sanno che non c’è un vincolo statutario, perché se ci fosse avrebbe poco senso fare le primarie) ma in senso politico. Colpirne dieci per educarne mille, diciamo così.
E adesso? Adesso andrà tutto avanti come sempre, come previsto, come è scontato che sia. D’altra parte, come funzionano le cose non è difficile capirlo, lo ha spiegato bene il capo delle sardine Mattia Santori quando ha detto “siamo sul carro giusto”.
Girando la pagina del giornale, il bolognese penserà che forse è un peccato non avere ancora avuto una donna sindaco, ma arriverà anche quel momento, quando chi conta davvero troverà una che gli piace. Nella pagina dopo, qualunque notizia ci sia, sarà sicuramente una notizia più interessante.
Potrebbe andare così, tutto lo lascia pensare.
Ma se i bolognesi facessero uno scherzetto ai manovratori di sempre e le primarie le vincesse Isabella Conti? Accidenti, che rimescolo!
Oh, forse non succede. Ma se succede…