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Sintesi del mio intervento in Commissione Sanità del 7 giugno 2021
Quando si costruisce un motore nuovo è consuetudine sottoporlo a quello che si chiama stress test, che simula una percorrenza di molti km per verificare le componenti più delicate e soggette a usura. La pandemia che stiamo vivendo è indubbiamente uno stress test per la nostra sanità, ed è doveroso iniziare con un ringraziamento proprio al mondo della sanità, che sta dando una grande prova di sé, sia per quanto riguarda la cura negli ospedali e sul territorio sia per quanto riguarda la campagna vaccinale. È imponente il numero di cose fatte e lo si deve alla grande professionalità dei tanti operatori, professionisti e volontari coinvolti. Sì, anche volontari, come abbiamo visto anche in fiera il 2 giugno dove, nonostante la situazione difficile, grazie alla loro presenza è stato possibile portare a termine l’open day con numeri imponenti di vaccinazioni. Come tutti gli stress test, anche questo fa emergere gli aspetti più delicati e fragili e dunque gli elementi da rafforzare. Vediamoli.
Partirei dai problemi di informatizzazione, che hanno riflessi sull’organizzazione, che a loro volta hanno riflessi su comunicazione e trasparenza. Per anni abbiamo insistito perché i cittadini usassero il Fascicolo Sanitario Elettronico, ci siamo riusciti e adesso viene effettivamente usato, ma emergono evidenti limiti di accessibilità e di prenotabilità. Sono tante le segnalazioni che arrivano e parecchie migliorie sarebbero state già utili per questa campagna vaccinale. Di certo saranno utili per il futuro, perché il futuro non sarà come prima, la gente sempre più userà i servizi online, sempre più avrà la necessità di prenotare tramite FSE e dunque di trovarvi tutte le funzionalità necessarie.
A questo aggiungo che a Bologna ci sarebbe estremo bisogno di avere un portale unico della sanità. È una battaglia che combatto in prima persona da 15 anni: un unico portale sanitario per tutte e tre le aziende sanitarie cittadine, in modo tale che i cittadini possano trovare la prestazione che cercano senza dover necessariamente sapere da quale azienda venga erogata.
Vengo al tema dell’Open Day vaccinale del 2 giugno a Bologna. È stata sottovalutata l’appetibilità del vaccino Johnson & Johnson, che alla vigilia dell’estate consente la copertura immunitaria con una sola dose e dunque di partire tranquilli per le ferie. Sono poi del tutto evidenti le lacune organizzative della giornata, per le quali sono già arrivate delle scuse e che sono convinto non avranno a ripetersi, come dimostra il fatto che l’open day successivo è stato organizzato con la prenotazione online. Non voglio quindi insistere su un punto che appare già chiaro.
Ma sono convinto che si possa fare ancora meglio e per spiegarlo vorrei affrontare il problema da un altro punto di vista, e cioè quello della fila. Noi tutti siamo virtualmente in fila per fare i vaccini, ma in fila ci stiamo più volentieri se anche gli altri ci stanno e la rispettano. Per questo ho trovato centrata e intelligente, ad esempio, l’iniziativa del camper vaccinale dell’azienda Usl di Bologna dedicato agli over 70: quando si passa e si vede il camper fermo con una fila di persone in attesa di fare il vaccino, chi ha più di 70 anni sa che il vaccino l’ha già fatto oppure può farlo; e chi è più giovane riconosce come giusto dare la priorità agli over 70 ancora non vaccinati. Il problema degli open day è proprio lo stravolgimento della priorità, per cui chi prima arriva meglio alloggia a prescindere da ogni criterio.
Il mio suggerimento è quello di organizzare gli open day – visto che ci hanno spiegato la necessità di farli nell’ottica di utilizzare le dosi di vaccino che non verrebbero usate altrimenti nella campagna vaccinale – dando comunque la priorità a chi ce l’ha. E non discuto su quale sia il criterio più corretto di priorità da scegliere, che sia basata sull’età o su particolari categorie, ma il fatto che la priorità venga data a chi si accampa nottetempo in attesa e neppure a chi è più rapido a prenotarsi facendo click su una pagina web. Basterebbe aprire per un tempo congruo la possibilità di prenotarsi, e poi fra chi esprime il desiderio di vaccinarsi in quella giornata di open day, dare la priorità nell’ordine che si è stabilito, ossia a chi ha più titolo a fare il vaccino.
Questo metodo consentirebbe di procedere con gli open day e al tempo stesso di rispettare l’ordine di priorità che è stato stabilito. Sarebbe utile anche per il significato educativo che non dobbiamo dimenticare e che anche nella campagna vaccinale va comunicato, e cioè che non si salta la fila. Auspico quindi che il prossimo open day sia organizzato con congruo anticipo, dando la possibilità ai cittadini di candidarsi rispettando le priorità. CI aiuterebbe a raggiungere gli obiettivi della campagna vaccinale, ovvero vaccinare tutta la popolazione nel modo più veloce, ordinato e corretto possibile.
Comunicato del gruppo del Partito Democratico
“Gli open day hanno consentito in questi ultimi giorni a migliaia di persone in Emilia-Romagna di accedere con rapidità alla vaccinazione. L’adesione riscontrata è segno confortante che gran parte della cittadinanza non attende altro che la possibilità di vaccinarsi. Purtroppo le modalità organizzative dell’open day del 2 giugno a Bologna hanno dimostrato molte pecche e lacune. Apprezziamo le scuse che sono arrivate, ed auspichiamo che da questo episodio si tragga ogni insegnamento utile ad organizzare al meglio, con ordine e sicurezza, gli open day successivi, con forme di prenotazione online che tengano conto delle priorità vaccinali assegnate alle diverse fasce d’età”. I consiglieri dem bolognesi Giuseppe Paruolo e Marilena Pillati dichiarano questo dopo la Commissione Sanità regionale, di cui sono componenti, che nel pomeriggio di lunedì 7 giugno è stata convocata per un’audizione in merito agli open day vaccinali.
“La pandemia è il più grande stress test che potessimo immaginare per la nostra sanità – ha esordito il consigliere Giuseppe Paruolo nel suo intervento in Commissione – ed accanto all’abnegazione e alla professionalità dei nostri operatori stanno emergendo alcune lacune che dobbiamo affrontare e risolvere. Penso in particolare che vadano superate alcune difficoltà e limiti di utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico e della prenotazione di prestazioni e servizi tramite CupWeb. Continuo a insistere perché venga adottato un portale unico della sanità bolognese che riunisca le tre aziende sanitarie cittadine. Valuto positivamente l’iniziativa del camper vaccinale per gli over70 e il cambio di rotta sugli open day. La prenotazione online adottata per quello di Calderara è un miglioramento, ma auspico si faccia un ulteriore passo avanti ordinando le richieste sulla base delle priorità previste per le diverse fasce d’età, seguendo lo stesso criterio per la selezione di chi vaccinare fra i richiedenti”.
“Quando accaduto il 2 giugno è stato un episodio spiacevole che ci ha però ancora una volta mostrato la motivazione e la professionalità di una macchina sanitaria straordinaria, che ancora dopo un anno e mezzo continua a far fronte a qualunque criticità che in epoca di pandemia possa emergere. E ci ha mostrato anche la grande adesione alla campagna vaccinale dei nostri giovani, che con grande responsabilità vogliono essere protagonisti della ripresa. – ha rimarcato Marilena Pillati intervenendo in Commissione – Sappiamo cosa comporterà a settembre il ritorno alle attività in presenza nelle scuole e nelle università e dovremmo fare i conti con il venir meno del limite del 50% della capienza del trasporto pubblico. Per questo, accanto alla grande attenzione riservata alla fascia 12-19 anni, non trascuriamo la fascia 20- 24 anni, perché saranno questi ragazzi ad affollare autobus, treni, aule e sale studio. Non dimentichiamoci poi delle migliaia di studenti che a settembre partiranno con il progetto Erasmus. Facciamo ogni sforzo per immunizzare velocemente tutti i nostri ragazzi”.