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Cari tutti, viviamo con preoccupazione giorni complicati: la pandemia non demorde, purtroppo, anche se appare in via di contenimento. Di questo e di altro parleremo in questo nostro consueto aggiornamento mensile.
Comprendere i numeri della pandemia non è una cosa semplice, soprattutto per il tempo che intercorre fra quando i contagi avvengono e quando manifestano i loro effetti. E poiché l’evoluzione del virus “libero” segue una progressione esponenziale, un ritardo nell’adozione di misure adeguate rischia di essere pagato caro. Seguendo l’andamento dei numeri in ottobre, mi pareva evidente che fosse necessario prendere provvedimenti con urgenza. Io sarei intervenuto a metà ottobre, e alla fine del mese (ritenendo insufficiente il dpcm del 24 ottobre) ho lanciato l’allarme in modo pubblico, con questo intervento ed altre dichiarazioni. Nei giorni successivi il governo ha varato le zone gialle, arancioni e rosse che continuano ad essere operative tuttora.
Francamente temevo che anche il nuovo dpcm non sarebbe stato sufficiente ad impedire di arrivare alla saturazione dei reparti covid e delle terapie intensive, almeno in alcune regioni. Da questo punto di vista riconosco serenamente che (per fortuna) mi sbagliavo: viviamo una fase in cui l’aumento dei contagi sembra essersi fermato, e speriamo che i numeri dei prossimi giorni confermino la tendenza al calo dei ricoverati nei reparti ospedalieri e nelle terapie intensive. Resto invece dell’idea che sarebbe stato meglio un lockdown più deciso e limitato nel tempo, per due motivi: primo, perché stiamo comunque pagando un prezzo altissimo in termini di decessi, che invece in quel modo sarebbero stati molti di meno; secondo, perché è verosimile che dovremo convivere a lungo con le zone gialle/arancione/rosse, ed è da vedere se non sarebbe stato meglio anche per l’economia e per la scuola un lockdown più stretto ma limitato nel tempo, che avrebbe dato uno stop deciso ai contagi per poi riaprire con maggiore tranquillità, rispetto alle attuali chiusure soft che però dureranno molto più a lungo.
Per quanto riguarda il virus e il suo contenimento, sicuramente i dpcm stanno giocando un ruolo importante, ma il raffreddamento della crescita dei contagi ha cominciato a manifestarsi ancora prima di quando erano attese le conseguenze delle misure. Quindi o la gente ha cominciato ad essere più prudente già nella seconda metà di ottobre, oppure c’è qualche ulteriore fattore che per ora ci sfugge. Anche per questo è chiaro che non possiamo certo abbassare la guardia, oltre che per la consapevolezza che intercettiamo solo una parte del fenomeno: l’attività di tracciamento, dati i numeri in gioco, è in grande affanno ovunque, come dimostrano le percentuali ancora troppo alte di tamponi positivi.
Infine, è interessante riflettere su come si sia passati dall’atteggiamento di sostanziale solidarietà durante la prima ondata in primavera all’approccio più rivendicativo e stressato che ha caratterizzato le discussioni durante questa seconda ondata autunnale: ne parlo in questo post, scritto alla vigilia del passaggio della nostra Regione da zona gialla a zona arancione.
Nella seduta d’aula del 24 novembre è stata approvata all’unanimità la legge di riordino che prevede l’internalizzazione dell’IBACN (Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali) in Regione. In aula è stato approvato anche un emendamento di cui sono primo firmatario, relativo al personale, come spiego con maggiore dettaglio in questo post.
In tre anni sono stati erogati dalla Regione un milione e 100mila euro di finanziamenti per la promozione e il sostegno delle Pro-Loco, finanziando 44 programmi in attuazione della legge approvata nel 2016 dall’Assemblea legislativa di cui sono stato primo proponente e relatore. Nell’ultimo bando del 2019 sono state ben 101 le Pro-Loco coinvolte nei progetti (per partecipare al bando occorreva mettere in rete almeno quattro diverse associazioni), vale a dire il 30% delle 347 Pro-Loco attualmente operanti in Emilia-Romagna. Maggiori dettagli in questo post.
Una mia breve frase su facebook è diventata una riflessione un po’ più articolata sul percorso che ci porterà alla scelta del candidato o della candidata sindaco alle prossime amministrative del 2021. Trovate tutto in questo post, ma in sintesi l’appello è a mettere da parte supponenze e ipocrisie per cercare un dialogo vero, nella consapevolezza che le elezioni non sono già vinte in partenza, come purtroppo molti pensano, anche aiutati da sondaggi fantasiosi (e pericolosi).
Bilancio 2021: sanità pubblica più forte (+600 milioni di euro), tasse ferme e investimenti per 1,5 miliardi. Salute: le prime dosi di vaccino anti-covid andranno agli operatori sociosanitari e agli ospiti delle case di cura. Fondi Ue: la Regione destina 190 milioni di euro alle aziende sanitarie. Infrastrutture: a Bologna è partito il collegamento veloce tra Stazione e Aeroporto. Edilizia: favorito il ricorso al super ecobonus al 110%. Audiovisivo e spettacoli dal vivo: due bandi con scadenza a metà gennaio. Finanze: rinviato al 15 dicembre 2020 il pagamento del bollo dei veicoli concessi in locazione a lungo termine senza conducente. Formazione e lavoro: L’Europa è QUI, 114 candidature ammesse al concorso. Montagna: raddoppiano i fondi, 20 milioni per i contributi a fondo perduto a giovani coppie e famiglie. Scuola: tutti gli istituti dell’Emilia-Romagna connessi in banda ultra larga entro il 2022 con un investimento da 24 milioni di euro. Welfare: azioni integrate tra i servizi sociali, sanitari e del lavoro con 20 milioni di euro per l’inclusione delle persone fragili. Bando Partecipazione 2020: domande dal 7 al 16 dicembre.
Voglio ricordare anch’io il terremoto dell’Irpinia, e lo faccio con una memoria personale, quella di un viaggio (un po’ avventuroso) fatto per andare ad aiutare la popolazione colpita dal sisma nei giorni immediatamente successivi. Ho rispolverato alcune foto e un po’ di ricordi e li ho riportati in questo post. Furono giorni incredibili in cui vedemmo e vivemmo cose decisamente fuori dal comune, e incontrammo persone che, anche dopo 40 anni, il cuore non dimentica.
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Un caro saluto e alla prossima,
Giuseppe