;
In questi giorni le lavoratrici ed i lavoratori delle biglietterie Tper si sono mobilitati con un presidio davanti all’Assemblea Legislativa, per lamentare il fatto che – a seguito del bando per l’affidamento del servizio che svolgono – il loro contratto da luglio passerebbe da quello del commercio a quello delle multiservizi, causando, secondo i loro calcoli, una significativa perdita sui loro (non certo alti) stipendi. Inoltre, lavoratori con vari anni di esperienza si troverebbero paradossalmente ad affrontare un nuovo periodo di prova. Questo perché le biglietterie e i rapporti con l’utenza non sono gestiti da personale dipendente da Tper: si tratta di un servizio esternalizzato, con appalti periodici, che vengono vinti da soggetti diversi che ogni volta assumono il personale, in massima parte le stesse persone da molti anni. In questo modo si è arrivati alla situazione attuale, in cui ci sono persone che da 15-20 anni svolgono lo stesso servizio, ma costantemente in una situazione di precarietà.
Quello delle biglietterie e del rapporto con l’utenza è un servizio essenziale per un’azienda di trasporto pubblico, e ne va salvaguardata al massimo la qualità. Negli ultimi mesi della scorsa legislatura (precisamente il 13 novembre 2019) avevo presentato un’interrogazione a risposta scritta all’assessorato ai trasporti sull’operazione di esternalizzazione da parte di Tper di tale servizio, esprimendo le mie preoccupazioni rispetto a tale scelta. In particolare, ritenevo – e ritengo ancora – che sia più opportuno un approccio di minor precarietà e frammentazione, e di maggior prospettiva ed investimento sulle capacità professionali del personale, che oltretutto è parte importante dell’interfaccia fra azienda e cittadini utenti. La risposta dall’assessorato era arrivata il 22 gennaio 2020, proprio a ridosso delle elezioni regionali, e a causa di quella tempistica non ero riuscito a darne conto. Lo faccio adesso, trovate qui la risposta.
Nell’allegato alla risposta, Tper argomenta la sua scelta dicendo sostanzialmente che è così da tanto tempo e che stanno crescendo nuove modalità di accesso ai servizi, che saltano le biglietterie, in primis attraverso servizi online. Ora, la fruibilità online è una modalità che è fondamentale promuovere, ma non mi pare che possa, nemmeno in prospettiva, annullare la necessità di disporre di un servizio clienti attento a relazionarsi con l’utenza, eventualmente attraverso la pluralità di canali disponibili. Nella risposta dell’assessore si accenna, giustamente, all’importanza di formare il personale ad assistere l’utenza che accede anche ai servizi online. Non mi risulta però una particolare attenzione a questo aspetto da parte dell’azienda, mentre mi risulta che gli accessi alle biglietterie non stiano calando in corrispondenza alla disponibilità di nuove card e modalità di fruizione di titoli ed abbonamenti, ma anzi che gli accessi siano in crescita, e questo a fronte di pochi punti aperti e con un orario di accesso molto ampio. Inoltre, se è vero che la scelta di esternalizzare il servizio era stata fatta in passato, è anche vero che le scelte dei bandi più recenti aumentano la frammentazione (suddivisione in lotti) e diminuiscono la durata degli affidamenti: insomma, aumenta la precarietà.
Io ero e rimango convinto che un servizio essenziale come quello dovrebbe essere interno, anche in un’ottica aziendalista. Investire sul personale che interfaccia l’utenza andrebbe nella direzione di salvaguardare la qualità del servizio, valorizzare le professionalità, oltre che naturalmente di tutelare i diversi lavoratori e le tante lavoratrici che da anni sperimentano una situazione di precarietà, che da mesi vivono una situazione di incertezza sul futuro lavorativo, e che rischiano a breve di vedere decurtato il proprio stipendio e di essere sottoposti ad un nuovo periodo di prova, nonostante svolgano con professionalità le loro mansioni da moltissimi anni.