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Una ricerca promossa dall’Ausl bolognese rileva che nel 70% dei casi il coronavirus si presenta in maniera subdola colpendo il gusto e l’olfatto. I dati sono stati raccolti ed analizzati dallo Studio Osservazionale dei danni da Covid 19, condotto dalla dottoressa Marzia Petrocelli, chirurgo della Rete chirurgia volto e odontoiatria dell’ospedale Bellaria, diretta dalla dottoressa Anna Maria Baietti. Ne parla un articolo apparso ieri sul Resto del Carlino.
Lo studio è iniziato circa un mese fa, ed è quindi in una prima fase. Emerge, però, che questi sintomi sono molto più diffusi di quanto emerso da studi cinesi e risultano fondamentali per identificare il virus tempestivamente, soprattutto in questa fase 2, in cui individuare gli asintomatici diventa fondamentale per la lotta contro la diffusione del contagio. La soglia olfattiva potrebbe essere considerata in futuro un marker di screening. Per quanto riguarda i tempi di ripresa, i disturbi scompaiono dopo circa 10 giorni dalla fine dell’infezione, ma in una minore percentuale di casi anche dopo oltre 30 giorni.
Non solo quindi dobbiamo essere grati al nostro personale sanitario per il grande sforzo fatto per riuscire a fronteggiare l’onda della pandemia nel nostro territorio, ma anche per i contributi di ricerca, di metodo e di cura che sono riusciti a produrre. Quello trattato nell’articolo che qui ho riassunto è uno dei diversi esempi che meritano di essere citati. Sono convinto che avremo ulteriori contributi dai clinici invitati all’audizione che come Commissione Sanità dell’Assemblea Legislativa terremo lunedì prossimo. Ne riparleremo.