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Un ulteriore passo avanti del 118, il sistema di emergenza bolognese è raccontato in un articolo apparso stamane su Repubblica Bologna. Un uomo a causa di violento incidente stradale stava morendo dissanguato. I medici del 118 (presenti sul luogo dell’incidente con ambulanze, auto mediche ed elicottero) hanno salvato la vita dell’uomo utilizzando, per la prima volta in Italia in luogo non ospedaliero, la tecnica REBOA (Resuscitative Endovascular Balloon Occlusion of the Aorta). Questa tecnica permette, tramite un palloncino infilato in un vaso arterioso, di raggiungere l’aorta, l’arteria maggiore dell’organismo e chiuderla parzialmente in modo da ridurre il sanguinamento. Ciò ha comportato un migliore afflusso di sangue al cuore e al cervello, salvando, di fatto, la vita all’uomo.
Quando dico che è un passo avanti ulteriore, penso a quelli già fatti e operativi. Ad esempio, basti pensare al protocollo per gli infarti, attivo già da anni, in cui le persone saltano il passaggio in Pronto Soccorso e vengono portate direttamente in sala operatoria emodinamica per l’applicazione dei correttivi (stent) nelle coronarie, protocollo che ha comportato una significativa riduzione della mortalità per infarto. Per questo possiamo dire che il sistema 118 offre ai cittadini emiliano-romagnoli un servizio che non ha paragoni con altre realtà territoriali. E’ uno dei motivi per cui in questa intervista ho detto che “il primo passo per perdere qualcosa è non rendersi conto di quello che abbiamo”.