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Il ricordo di don Gianfranco Fregni

18 Novembre 2019 Memoria

Reduce da un weekend pieno di impegni interessanti – è davvero incredibile quante siano le iniziative valide che meriterebbero di essere conosciute ed aiutate – stasera il pensiero torna in particolare al convegno organizzato ieri dal Centro Dore e dall’Ufficio Pastorale della Famiglia diocesano. Un tema interessante (una riflessione sul ruolo ecclesiale degli sposi e delle famiglie), una sala piena di amici (l’amicizia è uno dei pochi beni che non deperiscono col passare del tempo), il ricordo di un prete a suo modo profeta: don Gianfranco Fregni, a 20 anni dalla sua scomparsa.

Ora, io non sono nessuno per parlare di don Gianfranco e della traccia importante che ha lasciato nella Chiesa di Bologna, e non solo. E la frequentazione del Dore con la mia famiglia risale ad anni in cui lui già non c’era più; anzi mi resta il rammarico di non essere riuscito a dialogare con lui nella mia vita adulta. Sì, perché una frequentazione c’era stata, ma in tempi remoti, quando ero ancora un ragazzino, come figlio dei miei genitori.

Ci sono persone che conservano ricordi vividi anche di tempi remoti. Io non ho questa fortuna: una spessa coltre di nebbia li avvolge. A volte la nebbia si dirada lasciando comparire uno sprazzo: quando succede mi fa molto piacere, e al tempo stesso mi dispiace perchè percepisco quanti ricordi siano sepolti e non disponibili. I discorsi, i ricordi, le foto di ieri pomeriggio hanno mosso qualcosa, e per questo stasera qualcosa preme per venire a galla. Sono soprattutto ricordi di camminate in montagna, ed hanno l’odore dei pini e dei rododendri. Ho trovato anche questa foto sbiadita, in cui ci siamo io e mio fratello con don Gianfranco, datata estate del 1975. Chissà che dormendoci sopra non affiori qualche altro dettaglio…

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