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Oggi l’Assemblea Legislativa ha varato la legge di revisione delle norme sulla materia di autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private, di cui sono stato relatore.
La legge riforma una legge di 21 anni che aveva fatto scuola e di cui conferma i principi guida aggiornandoli, con l’obiettivo di realizzare un sistema di accreditamento che garantisca il miglioramento continuo della qualità, della sicurezza e dell’equità del servizio sanitario regionale, attraverso strutture pubbliche e private che costituiscono un’unica rete di offerta a tutela della salute dei cittadini. I requisiti previsti spaziano dalle caratteristiche del soggetto gestore agli elementi di governo della struttura, fino ai processi clinico-assistenziali e i risultati per il paziente.
Fra le novità cito l’autorizzazione alla realizzazione, già prevista per alcune strutture (come i posti letto) che viene estesa all’installazione di tecnologie (ad esempio dispositivi di tipo diagnostico), sia per verificare la congruità delle richieste che per armonizzare l’offerta: occorre una regia complessiva per costruire un’offerta bilanciata anche territorialmente.
Tale valutazione comprenderà anche l’adesione alle linee guida regionali, che potrà anche riguardare aspetti relativi alla condivisione delle informazioni. È una novità introdotta in Commissione, con un emendamento a mia firma, perché nell’era digitale la strategia di fondo non può limitarsi a considerare le singole installazioni isolate, ma come parte di un sistema più ampio, che riesce a condividere i dati e a metterli a valore.
Viene introdotta inoltre un’autorizzazione semplificata, per allargare la capacità di censire strutture sanitarie che finora non venivano censite. In questo caso non c’è bisogno di attendere l’autorizzazione all’esercizio, basta comunicare che si inizia l’attività, ma almeno essa viene censita e sottoposta da quel momento a controlli periodici.
A proposito di controlli, c’è una previsione più stringente che prevede l’effettuazione di verifiche che annualmente devono riguardare almeno il 10 per cento delle strutture.
Per quanto riguarda la fase di rilascio e di rinnovo dell’accreditamento si passa dai 9 mesi che poteva richiedere la procedura completa finora a soli 90 giorni: si tratta di una riduzione a un terzo del tempo necessario. Anche in questo caso controlli ulteriori potranno essere effettuati anche successivamente.
Sempre al fine di snellire e dare coerenza alle procedure, viene prevista una funzione di coordinatore regionale per l’autorizzazione e l’accreditamento. Una figura tecnica col compito di seguire e coordinare i vari passaggi procedurali, evitando situazioni di stallo e rimpalli di responsabilità. La figura del coordinatore regionale è stata anche oggetto di emendamenti approvati in Commissione, proprio per chiarire la separazione fra le competenze di programmazione in capo alla Giunta regionale e gli aspetti tecnici-operativi che sono evidentemente in capo alla struttura tecnica.
Dal punto di vista delle verifiche tecniche, la competenza sarà dell’organismo tecnicamente accreditante (OTA) che verrà messo in campo dall’Agenzia Socio Sanitaria della Regione: anche in questo caso serve chiarezza dei ruoli e terzietà.
Vengono ridefinite le funzioni dell’anagrafe, che diventa un sistema informativo a supporto dell’intero processo di autorizzazione e di accreditamento, ivi comprese le interfacce fra i servizi e le strutture, con la presentazione delle domande in modalità digitale.
Sono diversi gli aspetti di innovazione che vengono inseriti in questo provvedimento che ridisegna in modo completo e più efficacemente l’aspetto centrale del controllo di qualità per l’erogazione delle prestazioni sanitarie.
Il sistema sanitario regionale rappresenta un’eccellenza del nostro territorio. Un’eccellenza da considerare al centro di un processo continuo di miglioramento, per rendere il sistema sanitario sempre più adeguato alle esigenze delle persone. Con questa legge facciamo un ulteriore passo avanti in questo senso.