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È stato approvato all’unanimità nella seduta del 25 giugno il progetto di legge “Disposizioni a favore dell’inclusione sociale delle persone sorde, sordocieche e con disabilità uditiva”. La legge punta ad incrementare l’impegno per la prevenzione, la cura e l’accompagnamento del fenomeno della sordità in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità.
Per quanto riguarda la prevenzione, la Regione ha già avviato nel 2010 lo screening audiologico neonatale. Nel 2016 è stato eseguito sulla quasi totalità dei neonati (99,6%) ed è emerso che su 34 mila bambini, 1542 sono stati rinviati ad un centro audiologico con rischio di ipoacusia e 134 hanno riscontrato una sordità superiore a 60 decibel. Complessivamente, si stima che 1 o 2 nati ogni mille debbano fare ricorso a protesi o all’apprendimento della lingua dei segni (LIS). La legge regionale stabilisce il principio fondamentale della libera scelta delle persone sorde o, nel caso di minori delle loro famiglie, in merito alle strategie e ai migliori supporti per assicurare la comunicazione a fronte di un’informazione adeguata, completa ed obiettiva.
La sordità tuttavia non significa solo “non sentire”, ma ha riflessi sul linguaggio con relativo impatto funzionale, cognitivo e sociale. Le norme della legge puntano, da una parte, ad un percorso integrato fin dall’inizio della diagnosi e, dall’altra, a promuovere la conoscenza, la diffusione e l’accessibilità degli strumenti tecnologici, degli ausili, degli impianti e di tutti i servizi utili ad assicurare il superamento dei deficit di comunicazione.
Un punto qualificante della legge appena approvato è la previsione di determinare, con l’apporto delle associazioni dei sordo-muti, gli standard formativi per gli interpreti LIS e di lingua dei segni italiana tattile e per la figura di “assistente alla comunicazione”. Un altro punto di forza è la previsione di un sostegno economico alle iniziative che prevedano servizi di interpretariato e prestazioni che facilitino l’accesso all’informazione, ai servizi, all’educazione, al lavoro e alla vita sociale in genere.
Per la prima volta in Assemblea legislativa, la discussione della legge è stata sottotitolata e tradotta anche nella lingua dei segni.