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Il nostro emendamento alla legge contro le discriminazioni su orientamento sessuale e identità di genere

10 Aprile 2019 Notizie

Stamattina in Commissione sono stati presentati numerosi emendamenti alla proposta di legge regionale 7159. Io ho firmato diversi degli emendamenti a prima firma Mori, illustrati dalla relatrice, ed ho presentato anche a nome dei colleghi gli emendamenti 24 e 25. Qui il testo della mia illustrazione in Commissione.

Sono qui a presentare l’emendamento 24, firmato dai consiglieri Boschini, Paruolo, Soncini, Molinari, Rontini, Pruccoli, Tarasconi, Zoffoli e Cardinali, che – insieme al subemendamento 25 collegato – è stato già oggetto di molte attenzioni ancora prima di essere formalmente depositato.

Non voglio qui rispondere alle offese, anche pesanti, pervenute prima ancora di questo dibattito e della lettura di questo emendamento, ma semplicemente spiegarne il senso.

Nel promuovere una legge contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, intendiamo chiarire che nell’affermare e nel definire il perimetro dei diritti individuali, nello spirito della Costituzione, va sempre considerata e comunque salvaguardata la dimensione relazionale dei diritti medesimi, e quindi la dignità di tutte le persone coinvolte.

L’emendamento elenca una serie di fenomeni che crediamo sia importante prevenire e contrastare: fenomeni certamente diversi fra loro ma accomunati appunto dalla violazione della dignità della persona, e peraltro tutti anche costituenti reato.

Non è un eccesso di zelo né una divagazione fuori tema. E’ evidente che c’è chi ritiene che la maternità surrogata sia una strada percorribile nell’ambito dell’affermazione di prerogative individuali ritenute diritti, andando magari all’estero, magari col concorso di donne fragili socialmente o economicamente. Con l’emendamento noi chiariamo che questa legge intende combattere con decisione le discriminazioni, ma non fino al punto di estendere il diritto individuale alla completa assolutezza, trovando invece limite ad esempio in ogni forma di sfruttamento del corpo femminile e violazione della sua dignità. Un confine che vogliamo indicare senza ambiguità, anche sul piano culturale, a partire dalla surrogazione di maternità ma per completezza ricordando anche le altre possibili forme.

Per evitare ogni stigmatizzazione delle persone lgbt, l’emendamento prevede una modifica alla LR 6/2014 che viene richiamata nel testo della legge, in modo da chiarire che parlare di maternità surrogata riguarda sia le coppie eterosessuali che quelle omosessuali.

E’ una misura contro lo sfruttamento delle donne, e ringrazio le femministe e le associazioni lgbt intervenute nel dibattito preventivo di questi giorni per difenderla, avendone compreso il valore universale.

E’ una misura che ovviamente non intende ridefinire cosa è reato e cosa non lo è, visto che non è nel nostro potere legislativo, come del resto avviene per tutto il dispositivo della legge: è una misura che aiuta a indirizzare più chiaramente in quale direzione devono andare le azioni positive e le risorse che la Regione intenderà mettere a disposizione per combattere le discriminazioni e affermare i diritti delle persone.

E’ una misura dunque di valore assolutamente civile e universale, che non è riconducibile a quella che viene definita, di solito impropriamente, la componente cattolica del PD, ma che afferma l’importanza per la sinistra in quanto tale di porsi coerentemente a difesa dei più deboli e indifesi. C’è una riflessione in corso – sto pensando ad esempio ai provvedimenti recentemente adottati su questo argomento dal governo Sanchez – che ci auguriamo possa presto sfociare in prese di posizione chiare a livello nazionale ed europeo.

Intanto una parola chiara cominciamo a scriverla noi.

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