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Nuove possibilità terapeutiche per la fibromialgia

5 Aprile 2019 Sanità

Una malattia fantasma, che non lascia segni visibili, ma solo un dolore solitario, e che viene diagnosticata con difficoltà. Colpisce nella maggior parte dei casi le donne, che raccontano di non riuscire a condurre una vita normale, e che molto spesso faticano ad essere credute, perfino dai medici. È la fibromialgia, che fino a poco tempo fa veniva chiamata “malattia invisibile”. Si tratta di una patologia complessa e controversa che, dalle stime, colpirebbe in Emilia-Romagna 89mila persone. La nostra Regione, attraverso le Linee di indirizzo per la diagnosi e il trattamento della fibromialgia, ha prodotto una delle prime esperienze a livello nazionale di inquadramento della diagnosi e presa in carico delle persone affette da fibromialgia, come già evidenziavo in questo post.

Nei giorni scorsi, ho sottoscritto una risoluzione (primo firmatario il collega del PD Paolo Calvano), che ha lo scopo di impegnare la Regione a proseguire gli studi sulla fibromialgia e ad erogare i trattamenti più efficaci, come ad esempio l’agopuntura. Siamo infatti in attesa dei risultati ufficiali di uno studio randomizzato controllato dell’agopuntura per la cura dei sintomi della fibromialgia, i cui esiti saranno pubblicati entro il mese di giugno 2019 e i primi riscontri sembrano essere positivi. Se i risultati confermeranno l’efficacia dell’agopuntura, la risoluzione propone di prevederne l’erogabilità a carico del Fondo sanitario regionale. Occorre, però, che si arrivi al riconoscimento della fibromialgia, della sua diagnosi e di un suo omogeneo trattamento, anche a livello nazionale, con l’inserimento di questa patologia all’interno dei Lea (Livelli essenziali di assistenza).

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