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La nostra proposta di autonomia rispetta la solidarietà con le altre regioni

15 Febbraio 2019 Territorio

Siamo giunti alle fasi decisive del percorso sull’autonomia intrapreso dalla Regione Emilia-Romagna, nell’ambito di quanto stabilito dalla nostra Costituzione all’art. 116, e di cui già vi avevo dato notizia in questo post. Il 18 settembre scorso, l’Assemblea legislativa, senza alcun voto contrario, ha impegnato il Presidente Bonaccini a proseguire il confronto con il Governo, al fine di acquisire la gestione diretta di 15 competenze in aree strategiche (vedi post).

Il progetto della Regione Emilia-Romagna si muove nel pieno rispetto della Costituzione, considerando l’unità nazionale e la solidarietà fra territori come principi inviolabili. Il percorso avanza in comune con Lombardia e Veneto, ma l’Emilia-Romagna ha avanzato una proposta diversa dalle altre due regioni, in linea con le caratteristiche e i bisogni del nostro territorio. Un progetto fin dall’inizio condiviso con parti sociali, istituzioni locali, associazioni e università, e discusso a ogni passo in Assemblea legislativa, in un clima di correttezza e collaborazione istituzionale.

La nostra Regione chiede maggiore autonomia su 15 delle 23 competenze possibili, ma non un euro in più allo Stato, quindi non sottrae fondi al bilancio nazionale a danno di altri territori. Semplicemente, l’obiettivo è gestire direttamente qui le risorse che già adesso lo Stato destina al nostro territorio per le competenze che proponiamo vengano trasferite. Lo scopo è quello di rendere più efficienti i nostri servizi e più rapide le risposte della pubblica amministrazione ai cittadini.

Una differenza importante tra il nostro progetto e quello presentato da Lombardia e Veneto riguarda la scuola: l’Emilia-Romagna non intende istituire un sistema scolastico regionale, assumendo gli insegnanti e definendo suoi programmi. Il nostro scopo è gestire la programmazione degli organici e degli investimenti, potendo formare ad esempio i tecnici specializzati che il nostro sistema produttivo non trova ed è costretto a cercare altrove. Analogo il discorso per i medici: ne servono di più, siamo nelle condizioni di formarne un numero maggiore e vorremmo poterlo fare.

In merito al delicato tema della modalità per garantire la copertura finanziaria delle competenze richieste, la Regione Emilia-Romagna ha proposto la propria compartecipazione al gettito dei tributi erariali riferibili al suo territorio, da definire in sede di negoziato con il Governo sulla base del costo delle funzioni che chiediamo ci vengano trasferite. Non c’è quindi la volontà di  aumentare la spesa pubblica complessiva, ma si punta a massimizzare le opportunità di investimento sul territorio regionale rispetto a risorse già presenti.

La proposta di autonomia dell’Emilia-Romagna, dunque, non può essere considerata una minaccia né per l’unità del Paese, né per la solidarietà tra i territori. Puntiamo a semplificare i procedimenti amministrativi, aumentando la capacità di programmare su fronti come l’edilizia scolastica e sanitaria, o la tutela del territorio. Più programmazione e risorse certe farebbero bene a tutte le Regioni. In questo senso è fondamentale che contestualmente si definiscano anche i fabbisogni standard e i livelli essenziali delle prestazioni, a garanzia di tutti i cittadini italiani.

Per approfondire la proposta dell’Emilia-Romagna: contenuti, documenti, cronologia, comunicati, rassegna stampa, video su http://www.regione.emilia-romagna.it/autonomiaer.

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