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Ieri dopo aver letto le dichiarazioni di Amelia Frascaroli sulle occupazioni che “hanno contribuito ad alimentare atteggiamenti di solidarietà e hanno creato coesione sociale sul territorio”, rilasciate a proposito dell’ordinanza del sindaco Merola per riallacciare le utenze di alcune case occupate in via De Maria, ho espresso questo mio pensiero su facebook:
Mi dispiace, ma non condivido per nulla la posizione politica espressa dall’assessora Frascaroli. Capisco l’ordinanza del sindaco per riallacciare l’acqua, e mi sarei aspettato una dichiarazione che la spiega citandone i motivi umanitari e la temporaneità in attesa di risolvere i problemi e rimuovere l’occupazione. Ma un ragionamento teso a giustificare le occupazioni illegali perché sono occasione di solidarietà mi sembra proprio sbagliato e pericoloso. Cose brutte e sbagliate possono certo essere occasioni in cui si dispiega anche solidarietà, ma non possono essere minimamente giustificate per questo: altrimenti dovremmo “sdoganare” anche guerre, carestie e terremoti… E se ci sono ritardi nell’approntare le soluzioni legali alternative, cambiamo la politica, senza scaricabarili di comodo, e non giustifichiamo l’illegalità “fai da te”: è una china pericolosa da cui non c’è ritorno.
Come si vede ho parlato in modo chiaro e rispettoso. Naturalmente non è obbligatorio essere d’accordo con me, ma rilevo purtroppo che le risposte che mi sono arrivate sono state tutte sul filo dell’insulto. Per Egle Beltrami criminalizzo i poveri, per Cipriani faccio polemiche sterili seduto al caldo in un comodo ufficio in regione, per Amelia Frascaroli (qui il suo intervento) agito argomenti confusi, fallaci e distorsivi, non dico nulla di concreto, dirigo correnti di partito e blocchi di voti invece di affrontare i problemi. Fino ad arrivare all’insulto più infamante: non c’è differenza fra questo PD e la Lega. Figuriamoci! Ma non li ripagherò della stessa moneta, io resto sul merito della questione.
Ora, che ci siano persone bisognose di casa, di lavoro, di assistenza è sotto gli occhi di tutti, e che la situazione sia aggravata dalla crisi economica e dai fenomeni migratori in atto mi pare evidente. Che possano esserci emergenze sanitarie, minori in difficoltà e che il sindaco possa e in alcuni casi debba intervenire in modo straordinario per farvi fronte nessuno lo discute (nella mia dichiarazione di ieri ho scritto infatti che comprendo l’ordinanza del sindaco). E lasciamo a Salvini e alla Lega i loro argomenti solo a base di ruspe e di pugno di ferro, qui siamo tutti d’accordo sulla necessità di dare risposte ai bisogni e di fare funzionare i servizi sociali: il tema è come.
Esistono case sfitte o abbandonate e vale la pena di cercare modi per utilizzare anche questo patrimonio abitativo per cercare di dare risposte al bisogno di casa? E’ un’idea interessante ma occorre chiarire cosa significa che l’amministrazione si fa garante nei confronti dei proprietari sia sotto il profilo economico (chi paga?), che del possesso dell’immobile (significa sgombero a richiesta?), ma soprattutto i profili di discrezionalità nel redigere questi accordi. E poi bisognerebbe capire bene come sta funzionando Acer, questo è un altro capitolo che prima o poi bisognerà aprire.
Ma detto tutto ciò, resta il fatto che di fronte alle situazioni di occupazione abusiva delle case sono possibili due scelte fra loro molto diverse. Una è l’opzione sanatoria: partire dalle emergenze cercando di attivare percorsi per convertire le occupazioni abusive delle case in occupazioni legittime. L’altra è l’opzione regole: contrastare con nettezza l’illegalità, puntando sui percorsi legali di assegnazione delle case a chi ha bisogno cercando di renderli il più possibile efficienti (Acer, appunto).
L’assessora Frascaroli, col convinto supporto di diversi esponenti di Sel, è per l’opzione sanatoria, come spiega con grande chiarezza nel suo post citato prima: “ho ritenuto che invece di mettere in strada gli occupanti … fosse meglio garantire a questi la possibilità di continuare ad usufruire – temporaneamente – degli spazi occupati … le Istituzioni si rendono garanti verso il proprietario alla restituzione dell’immobile occupato … nel periodo di ‘occupazione’ vengono garantite forme di contribuzioni alle proprietà da parte degli occupanti per far fronte alle principali spese di gestione sostenute dal proprietario” e nel caso di via De Maria “ci sarà una presa in carico delle persone da parte di operatori specializzati al fine di facilitare l’inserimento socio-lavorativo degli occupanti … i costi di gestione di questo intervento sono a carico di una fondazione privata”.
Il PD invece da tempo ha scelto la strada delle regole, che non è un modo per negare che chi occupa sia in una situazione di bisogno, ma parte dalla constatazione che se si trattasse dei casi con maggiore bisogno allora sarebbero in testa alle graduatorie di assegnazione, e se non lo sono significa che ci sono casi di persone che hanno più diritto alla casa di loro e che non è giusto prevaricare. E’ una strada di faticosa costruzione di condizioni di equità, di ricerca delle soluzioni per quanti più casi possibili, ma senza rinunciare alla difesa della legalità, contrastando con decisione le occupazioni abusive. Per questo nella legislazione dell’edilizia residenziale pubblica emiliano-romagnola chi occupa abusivamente una casa non ha diritto ad alcuna assegnazione, e per questo il piano casa nazionale varato dal governo prevede misure severe contro l’illegalità, fra cui anche la verifica della legittimità della situazione abitativa per poter allacciare le utenze.
Ora, è chiaro che fra queste due possibili opzioni occorre fare una scelta.
Scegliere di procedere in sanatoria rispetto alle situazioni abusive è un modo per risolvere il problema delle famiglie occupanti ma anche per negare i diritti di chi invece si attiene alla legalità e sta ad aspettare in graduatoria; è un modo per alimentare il proliferare delle occupazioni abusive (se l’istituzione dà la precedenza a chi occupa, perché dovrei aspettare in graduatoria?); è un modo per incoraggiare le organizzazioni parallele (più o meno spontanee, più o meno disinteressate, più o meno legali) che organizzano le occupazioni; è un modo per svilire il lavoro duro e faticoso degli operatori sociali che ogni giorno accompagnano e mediano con famiglie che nella legalità ricercano inserimento sociale ed integrazione. E potrei continuare. Non nego le buone intenzioni di chi sceglie questa strada, ma – per dirla con la saggezza popolare – credo si tratti del medico pietoso che fa la piaga verminosa.
Capisco quindi la posizione di Amelia Frascaroli e la rispetto ma non la condivido, anzi la trovo incompatibile con la posizione attenta alle regole ampiamente espressa e praticata dal Partito Democratico, che personalmente ritengo la strada giusta da seguire. Ma la linea illustrata da Amelia Frascaroli è la posizione dell’amministrazione comunale? Al sindaco Merola la risposta.