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Cari tutti, agosto finisce e l’agenda delle cose da fare è già folta. Mi auguro che siate riusciti a passare qualche giorno di riposo e rigenerazione. Vi avevo aggiornati il mese scorso sulla chiusura anticipata del mandato regionale e sugli ultimi provvedimenti approvati. Lasciatemi qui fare il punto in vista della ormai prossima campagna elettorale.
Alle scorse elezioni regionali mi ero candidato nella speranza di contribuire a gettare le basi del nuovo corso che si sarebbe dovuto aprire al termine del lungo periodo di governo in corso. Allora la Regione appariva un luogo solido e al riparo dalle intemperie, ma a me sembrava chiaro che occorresse non solo continuità ma anche una robusta innovazione. Poi, come ricorderete, risultai primo dei non eletti e tornai al mio lavoro.
Quando, due anni dopo, diventai consigliere regionale – nel mese terribile del terremoto e della scomparsa di Maurizio Cevenini – mi resi presto conto che c’era in effetti molto lavoro da fare. La solidità si intrecciava alla fragilità, il fare sistema era chiamato a fare i conti con nuove sfide incombenti e con la crisi: insomma, al di là del giusto orgoglio per i risultati raggiunti, la necessità di innovare era (almeno per me) evidente.
Al di là del parlare genericamente di innovazione (a chiacchiere lo fanno tutti) credo sia importante mandare in Regione persone che il cambiamento necessario lo possano credibilmente incarnare: in termini di competenze innanzitutto, di onestà e di impegno, ma anche di indipendenza e di dimostrata capacità di sapere andare (quando occorre) controcorrente: in politica il coraggio è questo.
Se posso permettermi, a chi sarà chiamato a fare una scelta nell’urna, il mio consiglio è questo: se vi interessa davvero il cambiamento, provate a giudicare le capacità (dimostrate) di sapere andare controcorrente. Se lo farete, scoprirete che il menu che di solito vi viene sottoposto presenta varie sfumature di età, generi, interessi, competenze e caratteristiche: ma chiedetevi chi è che nel suo percorso politico si è mai preso il rischio di “disturbare il manovratore”, non dico sempre ma almeno una volta, in nome del cambiamento.
E’ proprio in virtù di questo ragionamento e non per un sussulto di nostalgia che nel mese di agosto ho pubblicato sul mio sito tre post sulla mia storia politica. L’obiettivo è dare (o richiamare a chi già li conosce) elementi di conoscenza sulle scelte che ho fatto in passato, alcune controcorrente.
La mia storia politica nel segno del #cambiaverso: parte 1 (altro che nativo, io sono un partigiano fondatore del PD) – parte 2 (testimone del cambiamento in anni difficili per Bologna – parte 3 (combatto per la sostanza e la concretezza delle questioni).
E’ con questi tre post e con il mio rendiconto di mandato di consigliere regionale – costituito dalle mie newsletter mensili che trovate tutte sul sito che comincio il mio cammino verso le elezioni regionali che si terranno presumibilmente nel mese di novembre.
Il mese scorso ho scritto che se ci fosse tra voi qualcuno disponibile non solo a votarmi ma anche a darmi una mano attivamente nella campagna per la raccolta delle preferenze me lo faccia sapere. Ringrazio chi mi ha già segnalato la sua disponibilità, ma parlando con alcuni di voi ho capito che è meglio chiarire che non mi sto riferendo necessariamente a volantinaggi, banchetti o presenze fisiche in qualche ufficio.
Dare una mano attivamente significa semplicemente essere disponibili non solo a darmi la preferenza nel segreto dell’urna ma anche a suggerirlo a qualcuno che conoscete, nei modi e forme che riterrete più opportuni: nulla di più. Con chi si renderà disponibile ad aiutarmi (in questo senso), attiverò un canale di comunicazione ulteriore per non snaturare il senso di rendiconto mensile di questa newsletter. E grazie fin d’ora, in ogni caso.
Dopo settimane di attesa, nei giorni scorsi si è andato componendo il quadro delle candidature alle primarie del 28 settembre in cui il PD e la coalizione di centrosinistra sceglieranno il candidato a Presidente della Regione. Al momento in cui vi scrivo, sono in pista (in rigoroso ordine alfabetico) Roberto Balzani, Patrizio Bianchi, Stefano Bonaccini, Palma Costi e Matteo Richetti. Sono tutte persone che conosco piuttosto bene e che stimo, ognuno portatore di una sua venatura innovativa e di una propria storia.
Credo anzitutto che sia importante ascoltare i programmi di cui si faranno portatori, e mi auguro che il confronto sia sulla concretezza delle proposte e delle idee. Dobbiamo imparare a vivere le primarie per quello che sono: una scelta delegata all’intelligenza collettiva, senza divisioni né drammi. Con tante persone stiamo facendo un percorso comune da tempo e che continuerà a prescindere dal fatto che in questo frangente si possa preferire un candidato o l’altro. Vale in generale, e in particolare in questo caso in cui le figure valide sono effettivamente più d’una.
Dopodiché le primarie implicano una scelta, e anche per questa scelta credo abbia un valore il criterio del coraggio e del sapersi prendere dei rischi in nome del cambiamento. Nel necessario mix di continuità e innovazione per il governo della Regione, devo dire che temo più l’eventuale (probabile) sbilanciamento sulla continuità e quindi cerco soprattutto i segni del cambiamento. Ma avremo modo di tornare sull’argomento.
Un caro saluto e alla prossima,
Giuseppe