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Il binomio informatica & sanità continua a provocarmi gioie e dolori. Qualche tempo fa avevo parlato del portale salute.bologna.it, delle idee innovative in esso contenute e dell’importanza di un suo rilancio o comunque delle idee innovative che lo caratterizzano. Successivamente, ho presentato una interrogazione sull’argomento, e in questi giorni ho ricevuto la risposta: gioie e dolori, per l’appunto.
Leggendo la risposta si scopre che è così argomentata:
Avete letto bene: cinque anni fa erano idee che precorrevano i tempi al punto che solo oggi si può pensare di realizzarle, ma allo stesso tempo era stato tutto già fatto diversi anni prima.
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Per non generare allarme, dico subito che nonostante le apparenze non penso che ci troviamo di fronte a fenomeni paranormali inspiegabili né a un paradosso spazio-temporale per la cui spiegazione sia necessario scomodare la relatività generale di Einstein. Oltretutto semmai lo stesso Einstein si presentasse all’assessorato regionale alla Sanità con qualche proposta innovativa delle sue, facilmente otterrebbe la risposta standard “grazie ma lo stiamo già facendo (da anni)” che è una specie di marchio di fabbrica della casa.
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I “servizi al cittadino” presenti su SalutER sono sicuramente interessanti e apprezzabili. Trovo particolarmente evoluti quelli elencati sulla destra della pagina (trova medico, paga online) ma anche le tante altre informazioni presenti sono sicuramente utili. La “Guida ai servizi” collegata alla banca dati del numero verde è una ottima idea e un buon servizio, ovviamente coi suoi limiti. Se volete fare una prova, andate sulla pagina e digitate prima “otorino” (risultati: zero), poi “otorinolaringoiatra” (risultati: 1, un ambulatorio a Portomaggiore) e infine “otorinolaringoiatria” (risultati: 226, immagino siano tutti gli ambulatori specifici da Piacenza a Rimini), e chiedetevi cosa può farsene di tutto ciò un cittadino che debba decidere dove farsi visitare.
La filosofia proposta da salute.bologna.it era (è) semplicemente ribaltata: faccio la mia ricerca e mi appaiono tutti i luoghi dove il servizio viene erogato; clicco sul luogo ed ottengo informazioni ulteriori che mi guidano nella scelta; informazioni che comprendono anche dati come i tempi medi di attesa, gli utenti in coda in tempo reale e così via: sui punti di pronto soccorso bolognesi il servizio è operativo già dal 2009, per dire.
Per concludere, tengo buona la prima parte della risposta dell’assessore, quella probabilmente preparata da qualcuno che aveva idea di cosa si stesse parlando, e suggerisco sommessamente che venga invece fornita qualche spiegazione a chi ha invece preparato la seconda parte che ribalta completamente il discorso. A margine noto come questo episodio confermi il mio (già più volte espresso) convincimento che la visione del ruolo dell’information technology nel sistema sanitario sia probabilmente il tallone d’achille del nostro per altri versi ottimo sistema sanitario regionale.